03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

quella marca per i suoi spostamenti. Confondersi con la popolazione umana era essenziale per tenere segreta la guerra contro i vampiri. Mentre uno dei poliziotti si avvicinava al macinino, O trovò strano che, in una serata gelida come quella, dal lato del guidatore il finestrino fosse già abbassato. Poi lanciò un'occhiata al tizio al volante. Porca puttana! L'amico aveva una cicatrice larga come un dito che gli tagliava la faccia in due e una grossa borchia al lobo dell'orecchio. Forse la macchina era rubata. A quanto pareva anche lo sbirro condivideva i suoi sospetti, perché quando si chinò per rivolgersi all'uomo teneva la mano sull'impugnatura della pistola. Le cose si misero davvero male nell'attimo in cui il piedipiatti illuminò con la torcia il sedile posteriore. O lo vide sobbalzare, poi allungare la mano verso la spalla in cerca, con ogni probabilità, della ricetrasmittente. Poi però il tizio alla guida mise la testa fuori dal finestrino e lo guardò dritto in faccia. Per un attimo non successe niente, come se il tempo si fosse fermato. L'attimo dopo l'agente lasciò ricadere il braccio, e fece cenno alla Taurus di proseguire. Senza nemmeno controllare i documenti del guidatore. O fissò torvo lo sbirro di servizio sul suo lato della strada. Quel cazzone stava ancora trattenendo la mammina davanti a lui manco la monovolume su cui viaggiava fosse piena di spacciatori. E tutto questo mentre il suo amichetto, sull'altra corsia, stava lasciando andare senza dire bah quello che aveva tutta l'aria di essere un serial killer. Era come aver scelto la coda sbagliata al casello. Quando finalmente arrivò il suo turno, O fu gentilissimo e nel giro di un paio di minuti fu libero di ripartire. Aveva percorso otto chilometri quando un lampo accecante illuminò il paesaggio sulla destra. Più o meno nel punto in cui sorgeva il centro di persuasione. O pensò alla stufa a cherosene, quella che perdeva. Premette a fondo sull'acceleratore. La sua donna era imprigionata sottoterra... Se scoppiava un incendio... Tagliò per i boschi, guidando come un pazzo in mezzo agli alberi e sobbalzando sul terreno accidentato, la testa che sbatteva contro il tettuccio mentre cercava di reggersi al volante. Tentò di rassicurarsi

notando che più avanti non c'era nessun bagliore rossastro che facesse pensare a un incendio. In presenza di un'esplosione c'erano sempre fiamme, fumo... I fari spazzarono le tenebre. Il centro di persuasione era sparito, distrutto. Ridotto in cenere. O frenò di colpo per evitare di andare a schiantarsi contro un albero. Poi si guardò intorno, nel bosco, per accertarsi di essere nel posto giusto. Quando fu chiaro che non si era sbagliato, balzò giù dal pick-up e si gettò per terra. Afferrando manciate di polvere si rotolò in quello che era rimasto del centro, disperato e rabbioso. Trovò dei frammenti di metallo fuso grandi al massimo quanto il suo palmo. Nient'altro. In stato semiconfusionale, ricordò di avere già visto una volta quella strana polvere spettrale. Gettò la testa all'indietro e levò al cielo un grido furibondo. La confraternita, era colpa dei quei bastardi! Lo sapeva con certezza perché lo stesso era accaduto all'accademia di arti marziali dei lesser, sei mesi prima. Polvere... cenere... tutto svanito. E si erano presi sua moglie. Oh, Dio... Era viva quando l'avevano trovata? O avevano portato via il suo cadavere? Era morta? Era colpa sua, era tutta colpa sua. Era così ossessionato dall'idea di punirla che gli erano sfuggite le implicazioni della fuga di quel civile. Il vampiro era andato dai fratelli, aveva rivelato dov'era tenuta prigioniera, loro erano arrivati e se l'erano portata via, concluse O piangendo. Si asciugò gli occhi. Poi gli mancò il respiro. Si guardò intorno di nuovo, frenetico, scrutando con attenzione l'intero scenario. La Ford Taurus color argento di U era sparita. Il posto di blocco. Quel cazzo di posto di blocco. L'uomo terrificante al volante della Taurus che si era fermata accanto a lui, in realtà non era affatto un uomo. Era un membro della Confraternita del Pugnale Nero. Doveva essere così. Per forza. E sul sedile posteriore c'era sua moglie, moribonda oppure già morta. Ecco perché quello

quella marca per i suoi spostamenti. Confondersi con la popolazione<br />

umana era essenziale per tenere segreta la guerra contro i vampiri.<br />

Mentre uno dei poliziotti si avvicinava al macinino, O trovò strano<br />

che, in una serata gelida come quella, dal lato del guidatore il<br />

finestrino fosse già abbassato. Poi lanciò un'occhiata al tizio al volante.<br />

Porca puttana! L'amico aveva una cicatrice larga come un dito che gli<br />

tagliava la faccia in due e una grossa borchia al lobo dell'orecchio.<br />

Forse la macchina era rubata.<br />

A quanto pareva anche lo sbirro condivideva i suoi sospetti, perché<br />

quando si chinò per rivolgersi all'uomo teneva la mano<br />

sull'impugnatura della pistola. Le cose si misero davvero male<br />

nell'attimo in cui il piedipiatti illuminò con la torcia il sedile posteriore.<br />

O lo vide sobbalzare, poi allungare la mano verso la spalla in cerca,<br />

con ogni probabilità, della ricetrasmittente. Poi però il tizio alla guida<br />

mise la testa fuori dal finestrino e lo guardò dritto in faccia. Per un<br />

attimo non successe niente, come se il tempo si fosse fermato.<br />

L'attimo dopo l'agente lasciò ricadere il braccio, e fece cenno alla<br />

Taurus di proseguire. Senza nemmeno controllare i documenti del<br />

guidatore.<br />

O fissò torvo lo sbirro di servizio sul suo lato della strada. Quel<br />

cazzone stava ancora trattenendo la mammina davanti a lui manco la<br />

monovolume su cui viaggiava fosse piena di spacciatori. E tutto questo<br />

mentre il suo amichetto, sull'altra corsia, stava lasciando andare senza<br />

dire bah quello che aveva tutta l'aria di essere un serial killer. Era come<br />

aver scelto la coda sbagliata al casello.<br />

Quando finalmente arrivò il suo turno, O fu gentilissimo e nel giro<br />

di un paio di minuti fu libero di ripartire. Aveva percorso otto<br />

chilometri quando un lampo accecante illuminò il paesaggio sulla<br />

destra. Più o meno nel punto in cui sorgeva il centro di persuasione.<br />

O pensò alla stufa a cherosene, quella che perdeva.<br />

Premette a fondo sull'acceleratore. La sua donna era imprigionata<br />

sottoterra... Se scoppiava un incendio...<br />

Tagliò per i boschi, guidando come un pazzo in mezzo agli alberi e<br />

sobbalzando sul terreno accidentato, la testa che sbatteva contro il<br />

tettuccio mentre cercava di reggersi al volante. Tentò di rassicurarsi

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