03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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campo. Erano armati fino ai denti, tutti lì per salvare Bella. Si appiattirono contro la casa e V forzò la serratura. La canna della sua Glock fu la prima a varcare la soglia. In assenza di reazioni, sgattaiolò all'interno e si chiuse dentro. Un istante dopo ci fu un lungo bip e Vishous spalancò la porta. «Via libera.» Zsadist si gettò in avanti, praticamente travolgendolo. Perlustrò con gli occhi gli angoli in penombra del capanno. Era tutto sottosopra, per terra c'era roba sparpagliata ovunque. Vestiti, coltelli, manette e... bottiglie di shampoo? E che cosa diavolo era quella? Cristo, una cassetta del pronto soccorso sventrata, con garze e cerotti che fuoriuscivano dal coperchio sfondato, come se qualcuno l'avesse pestata finché non si era aperta. Con il cuore che martellava nel petto, madido di sudore, Z cercò Bella con gli occhi e vide solo oggetti inanimati: una parete coperta di scaffali pieni di attrezzi da incubo. Un letto da campo. Un armadio di metallo ignifugo grande quanto un'automobile. Un tavolo per autopsie con grosse catene di acciaio che pendevano ai quattro angoli. .. e macchie di sangue sul liscio piano di metallo. Pensieri caotici si rincorrevano nel suo cervello. Bella era morta. La prova era quell'ovale bruciacchiato. E se invece la vittima era un altro prigioniero? Se lei era stata trasferita o roba del genere? Mentre i fratelli si tenevano in disparte - sapevano bene che era meglio non stargli tra i piedi -, Z si avvicinò all'armadio ignifugo, la pistola in pugno. Scardinò le ante: afferrò i pannelli di metallo e li piegò, poi li gettò via, incurante del fragore con cui caddero al suolo. Pistole. Munizioni. Esplosivi al plastico. L'arsenale dei loro nemici. Andò in bagno. Nient'altro che una doccia protetta da una tenda e un secchio con sopra un'asse del water. «Lei non c'è, fratello» disse Phury. In un accesso di rabbia, Zsadist si avventò contro il tavolo per le autopsie sollevandolo con una mano sola e scaraventandolo contro il muro. A metà del volo una delle catene rimbalzò all'indietro,
colpendolo alla spalla e ferendolo in profondità, fino all'osso. Fu allora che lo udì. Un lamento soffocato. Voltò la testa di scatto. Nell'angolo a sinistra tre tubi cilindrici di metallo spuntavano appena dal terreno; erano tappati con dei coperchi a reticolato marroni, come il pavimento in terra battuta. Il che spiegava perché prima non li avesse notati. Si avvicinò e scalciò via uno dei coperchi. Il lamento si fece più forte. All'improvviso, euforico, cadde in ginocchio. «Bella?» Dalla buca si levò un borbottio indistinto. Zsadist lasciò cadere la pistola. Come diavolo faceva a... Funi, c'erano delle funi che uscivano da quello che aveva tutta l'aria di essere un condotto fognario. Le afferrò e cominciò a tirare piano. Dalla buca emerse un civile sporco e insanguinato; doveva avere superato la transizione da una decina d'anni. Nudo e tremante, le labbra cianotiche, si guardava intorno frenetico. Z lo tirò fuori e Rhage lo avvolse nel suo trench di pelle. «Portatelo via di qui» disse qualcuno, mentre Hollywood tagliava le corde che lo imbragavano. «Ce la fai a smaterializzarti?» gli chiese un altro dei fratelli. Z non prestò attenzione a quello che si dicevano. Andò alla seconda buca, ma stavolta niente funi, e il suo naso non percepì nessun odore. La buca era vuota. Stava per avvicinarsi alla terza quando il prigioniero gridò: «No! Qu-quella è protetta da un congegno esplosivo!». Z si bloccò di colpo. «Come funziona?» Battendo i denti, il civile disse: «N-non lo so. Ho solo sentito il l-lesser che metteva in guardia uno dei suoi u-uomini». Prima che Z avesse il tempo di chiedere, Rhage stava già setacciando la stanza. «Qui c'è una pistola. La canna è puntata in quella direzione.» Si udirono degli scatti e altri rumori metallici. «Non è armata. Non più.»
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colpendolo alla spalla e ferendolo in profondità, fino all'osso.<br />
Fu allora che lo udì. Un lamento soffocato.<br />
Voltò la testa di scatto.<br />
Nell'angolo a sinistra tre tubi cilindrici di metallo spuntavano<br />
appena dal terreno; erano tappati con dei coperchi a reticolato<br />
marroni, come il pavimento in terra battuta. Il che spiegava perché<br />
prima non li avesse notati.<br />
Si avvicinò e scalciò via uno dei coperchi. Il lamento si fece più<br />
forte.<br />
All'improvviso, euforico, cadde in ginocchio. «Bella?»<br />
Dalla buca si levò un borbottio indistinto. Zsadist lasciò cadere la<br />
pistola. Come diavolo faceva a... Funi, c'erano delle funi che uscivano<br />
da quello che aveva tutta l'aria di essere un condotto fognario. Le<br />
afferrò e cominciò a tirare piano.<br />
Dalla buca emerse un civile sporco e insanguinato; doveva avere<br />
superato la transizione da una decina d'anni. Nudo e tremante, le<br />
labbra cianotiche, si guardava intorno frenetico.<br />
Z lo tirò fuori e Rhage lo avvolse nel suo trench di pelle.<br />
«Portatelo via di qui» disse qualcuno, mentre Hollywood tagliava le<br />
corde che lo imbragavano.<br />
«Ce la fai a smaterializzarti?» gli chiese un altro dei fratelli.<br />
Z non prestò attenzione a quello che si dicevano. Andò alla<br />
seconda buca, ma stavolta niente funi, e il suo naso non percepì nessun<br />
odore. La buca era vuota.<br />
Stava per avvicinarsi alla terza quando il prigioniero gridò: «No!<br />
Qu-quella è protetta da un congegno esplosivo!».<br />
Z si bloccò di colpo. «Come funziona?»<br />
Battendo i denti, il civile disse: «N-non lo so. Ho solo sentito il<br />
l-lesser che metteva in guardia uno dei suoi u-uomini».<br />
Prima che Z avesse il tempo di chiedere, Rhage stava già<br />
setacciando la stanza. «Qui c'è una pistola. La canna è puntata in quella<br />
direzione.» Si udirono degli scatti e altri rumori metallici. «Non è<br />
armata. Non più.»