03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

Capitolo 50 «Sì, be', fatto a meno dello svenimento» borbottò Zsadist svoltando nel viale d'accesso alla casa sicura in cui si erano trasferiti i famigliari di Bella. «E anche della parte in cui sono scoppiato a piangere come una fontana. Quella me la sarei risparmiata più che volentieri. Cristo.» «Io ti ho trovato dolcissimo.» Con un grugnito Z spense il motore, impugnò la SIG Sauer e girò intorno alla Escalade per aiutare Bella. Maledizione. Lei aveva già aperto la portiera e stava scendendo in mezzo alla neve. «Aspettami» sbraitò afferrandola per un braccio. «Zsadist, se non la pianti di trattarmi come se fossi fatta di porcellana mi manderai fuori di testa per i prossimi sedici mesi» lo rimbrottò lei guardandolo con fermezza. «Senti, femmina, voglio solo evitare che scivoli sul ghiaccio. Hai i tacchi alti.» «Oh, per l'amor del cielo...» Dopo aver chiuso la portiera Z le diede un bacio, e cingendole la vita con il braccio la scortò lungo il viale della grande casa in stile Tudor. L'indice sul grilletto, scrutava attento il giardino ammantato di neve, pronto a sparare al minimo segno di pericolo. «Zsadist, fa' sparire la pistola prima di incontrare mio fratello.» «Nessun problema. A quel punto saremo già in casa.» «Nessuno ci salterà addosso, qua fuori. Siamo in un posto isolato e non c'è in giro anima viva.» «Se credi che voglia correre rischi con te e il mio piccolo, ti sbagli di grosso.» Sapeva di essere dispotico, ma era più forte di lui. Era un vampiro innamorato. E la sua femmina era incinta. C'erano ben poche cose più aggressive o pericolose sulla faccia della terra, e si chiamavano uragani. Invece di mettersi a litigare, Bella sorrise, coprendo la mano che la sorreggeva decisa con una delle sue. «Bisogna proprio ammettere che me la sono cercata.»

«Cosa vorresti dire?» Giunti davanti alla porta d'ingresso, Zsadist la tirò a sé bloccandola con il proprio corpo. La luce del portico non andava bene. Così davano troppo nell'occhio. La spense con la forza del pensiero e Bella rise. «Ho sempre sperato di farti innamorare.» Lui la baciò sul collo. «Be', sei stata accontentata. Sono innamorato, innamorato cotto. Anzi stracotto. Ultra...» Allungandosi in avanti per bussare con il batacchio d'ottone, entrò in contatto con lei. Lei emise un verso gutturale, simile alle fusa di un gatto, strusciandosi contro di lui. Zsadist si bloccò di colpo. Oh, Dio. Oh, no, era già arrapato. Era bastato quel movimento impercettibile per farglielo venire duro e... La porta si spalancò. Si aspettava di vedere un doggen. Invece sulla soglia c'era una femmina alta e snella con i capelli bianchi, un lungo abito nero e una quantità incredibile di diamanti. Oh, cavolo. La madre di Bella. Z nascose la pistola nella fondina che teneva dietro la schiena, assicurandosi che la giacca a doppio petto fosse abbottonata fino in fondo. Poi intrecciò le mani davanti alla patta. Si era vestito nel modo più classico possibile; era la prima volta in vita sua che indossava un completo con tanto di mocassini da Aghetto. Avrebbe voluto nascondere con un dolcevita la fascia tatuata da schiavo che aveva intorno al collo, ma Bella aveva bocciato l'idea, e forse aveva ragione. Non c'era modo di nascondere quello che era stato, e non era giusto farlo. Senza contare che, comunque si vestisse e malgrado fosse un membro della confraternita, la glymera non lo avrebbe mai accolto a braccia aperte. Per il suo passato di schiavo di sangue, e per il suo aspetto. A ogni buon conto, Bella non sapeva che farsene di quegli aristocratici, e lo stesso valeva per lui. Anche se in onore della sua famiglia stava cercando di recitare la parte del gentiluomo. Fu lei a rompere il ghiaccio. «Mahmen.» Mentre abbracciava la madre in modo cerimonioso, Z entrò in casa, chiuse la porta e si guardò intorno. L'ambiente era formale e sontuoso,

Capitolo 50<br />

«Sì, be', fatto a meno dello svenimento» borbottò Zsadist svoltando<br />

nel viale d'accesso alla casa sicura in cui si erano trasferiti i famigliari di<br />

Bella. «E anche della parte in cui sono scoppiato a piangere come una<br />

fontana. Quella me la sarei risparmiata più che volentieri. Cristo.»<br />

«Io ti ho trovato dolcissimo.»<br />

Con un grugnito Z spense il motore, impugnò la SIG Sauer e girò<br />

intorno alla Escalade per aiutare Bella. Maledizione. Lei aveva già<br />

aperto la portiera e stava scendendo in mezzo alla neve.<br />

«Aspettami» sbraitò afferrandola per un braccio.<br />

«Zsadist, se non la pianti di trattarmi come se fossi fatta di<br />

porcellana mi manderai fuori di testa per i prossimi sedici mesi» lo<br />

rimbrottò lei guardandolo con fermezza.<br />

«Senti, femmina, voglio solo evitare che scivoli sul ghiaccio. Hai i<br />

tacchi alti.»<br />

«Oh, per l'amor del cielo...»<br />

Dopo aver chiuso la portiera Z le diede un bacio, e cingendole la<br />

vita con il braccio la scortò lungo il viale della grande casa in stile<br />

Tudor. L'indice sul grilletto, scrutava attento il giardino ammantato di<br />

neve, pronto a sparare al minimo segno di pericolo.<br />

«Zsadist, fa' sparire la pistola prima di incontrare mio fratello.»<br />

«Nessun problema. A quel punto saremo già in casa.»<br />

«Nessuno ci salterà addosso, qua fuori. Siamo in un posto isolato e<br />

non c'è in giro anima viva.»<br />

«Se credi che voglia correre rischi con te e il mio piccolo, ti sbagli di<br />

grosso.»<br />

Sapeva di essere dispotico, ma era più forte di lui. Era un vampiro<br />

innamorato. E la sua femmina era incinta. C'erano ben poche cose più<br />

aggressive o pericolose sulla faccia della terra, e si chiamavano uragani.<br />

Invece di mettersi a litigare, Bella sorrise, coprendo la mano che la<br />

sorreggeva decisa con una delle sue. «Bisogna proprio ammettere che<br />

me la sono cercata.»

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