03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

Gli occhi gli caddero sul teschio della Padrona. Attraversò la stanza, si inginocchiò davanti al teschio e fissò le orbite vuote. Un attimo dopo andò in bagno, prese un asciugamano e tornò in camera. Avvolse il teschio nel morbido tessuto di spugna, uscì in fretta e corse in fondo al corridoio delle statue. Scese il sontuoso scalone e al pianterreno tagliò per la sala da pranzo e la dispensa. Le scale per lo scantinato erano in fondo alla cucina e Zsadist le infilò di volata, senza nemmeno accendere la luce. Man mano che scendeva, il ruggito della vecchia caldaia a carbone diventava sempre più assordante. Quando arrivò al bestione di ferro - emanava un calore quasi fosse un organismo vivo, febbricitante - si piegò a guardare attraverso la finestrella di vetro. Alte fiamme arancioni lambivano il carbone che le alimentava, divorandolo, perennemente affamate. Fece scattare la chiusura, aprì lo sportello e fu investito in faccia da una vampata rovente. Senza esitare, vi gettò dentro il teschio avvolto nell'asciugamano. E subito si voltò per tornare di sopra. Giunto nell'atrio si fermò; salì al primo piano. In cima alle scale prese a destra e bussò a una delle porte in fondo al corridoio. Quando Rhage gli aprì, un asciugamano intorno alla vita, pareva sorpreso di vederlo. «Ehilà, fratello.» «Posso parlare un minuto con Mary?» Hollywood si accigliò, ma si voltò comunque per gridare: «Mary, Z vuole vederti». Lei li raggiunse, legandosi in vita la vestaglia di seta. «Ciao.» «Ti dispiace se parliamo in privato?» disse Z lanciando un'occhiata a Rhage. Hollywood si rabbuiò. Già, pensò Zsadist, i vampiri innamorati non gradiscono che le loro femmine restino sole con qualcun altro. Specialmente con lui. Si sfregò la testa rasata. «Stiamo qui fuori in corridoio. Non ci vorrà

molto.» Infilandosi tra i due vampiri, Mary diede una spintarella al suo hellren per farlo rientrare in camera. «È tutto a posto, Rhage. Vai a finire di riempire la vasca.» In un lampo gli occhi di Rhage divennero bianchi: la bestia che albergava in lui manifestava la propria possessività. Ci fu una pausa carica di tensione, poi Mary ricevette sul collo un bacio con lo schiocco e la porta si chiuse. «Che cosa c'è?» chiese la ragazza. Z sentiva l'odore della sua paura, ma lei lo guardava dritto negli occhi. Mary gli era sempre piaciuta, pensò. «Ho sentito che insegnavi ai bambini autistici.» «Ehm... sì, è vero.» «Facevano fatica a imparare le cose?» Mary si accigliò. «Be', sì. A volte.» «E questo...» Z si interruppe per schiarirsi la gola. «Questo ti dava sui nervi? Sì, insomma, ti sentivi frustrata?» «No. Se mai mi capitava di sentirmi delusa, lo ero con me stessa per non aver capito come prenderli nel modo giusto.» Z annuì, distogliendo lo sguardo dagli occhi grigi di Mary. Si concentrò sulla porta dietro la sua testa. «Perché ti interessa tanto, Zsadist?» Lui trasse un profondo respiro e poi decise di buttarsi. Quand'ebbe finito di parlare, si azzardò a lanciarle un'occhiata. Mary aveva una mano sulla bocca e uno sguardo così dolce che gli occhi risplendevano come due soli su di lui. «Oh, Zsadist, sì... Sì, certo.» Phury scosse la testa salendo a bordo della Escalade. «Devo andare allo ZeroSum.» Quella sera aveva assolutamente bisogno di andarci. «Me lo immaginavo» disse V, mettendosi al volante mentre Butch saltava sul sedile posteriore.

molto.»<br />

Infilandosi tra i due vampiri, Mary diede una spintarella al suo<br />

hellren per farlo rientrare in camera. «È tutto a posto, Rhage. Vai a<br />

finire di riempire la vasca.»<br />

In un lampo gli occhi di Rhage divennero bianchi: la bestia che<br />

albergava in lui manifestava la propria possessività. Ci fu una pausa<br />

carica di tensione, poi Mary ricevette sul collo un bacio con lo schiocco<br />

e la porta si chiuse.<br />

«Che cosa c'è?» chiese la ragazza. Z sentiva l'odore della sua paura,<br />

ma lei lo guardava dritto negli occhi.<br />

Mary gli era sempre piaciuta, pensò. «Ho sentito che insegnavi ai<br />

bambini autistici.»<br />

«Ehm... sì, è vero.»<br />

«Facevano fatica a imparare le cose?»<br />

Mary si accigliò. «Be', sì. A volte.»<br />

«E questo...» Z si interruppe per schiarirsi la gola. «Questo ti dava sui<br />

nervi? Sì, insomma, ti sentivi frustrata?»<br />

«No. Se mai mi capitava di sentirmi delusa, lo ero con me stessa per<br />

non aver capito come prenderli nel modo giusto.»<br />

Z annuì, distogliendo lo sguardo dagli occhi grigi di Mary. Si<br />

concentrò sulla porta dietro la sua testa.<br />

«Perché ti interessa tanto, Zsadist?»<br />

Lui trasse un profondo respiro e poi decise di buttarsi. Quand'ebbe<br />

finito di parlare, si azzardò a lanciarle un'occhiata.<br />

Mary aveva una mano sulla bocca e uno sguardo così dolce che gli<br />

occhi risplendevano come due soli su di lui. «Oh, Zsadist, sì... Sì, certo.»<br />

Phury scosse la testa salendo a bordo della Escalade. «Devo andare<br />

allo ZeroSum.»<br />

Quella sera aveva assolutamente bisogno di andarci.<br />

«Me lo immaginavo» disse V, mettendosi al volante mentre Butch<br />

saltava sul sedile posteriore.

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