03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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troppo intensamente. «V? Qualcosa non va?» chiese posando il bicchiere sul tavolo e inarcando un sopracciglio. «No... no, va tutto benissimo. Adesso andrà tutto benissimo.» L'ex detective pensava ai problemi che l'amico aveva avuto di recente. «Ehi» disse, «è da un po' che volevo chiederti delle tue visioni. Sempre latitanti?» «Be', ne ho avuta una proprio una decina di minuti fa. Quindi forse sono tornate.» «Sarebbe fantastico. Non mi piace vederti sulle spine.» «Sei proprio un tipo a posto, sbirro, lo sai?» replicò sorridendo Vishous, passandosi una mano tra i capelli. Quando abbassò il braccio, Butch notò il suo polso. C'era una taglio rosso, fresco. Sembrava risalire a pochi minuti prima. Guardò il bicchiere di vino. Un terribile sospetto lo spinse ad alzare di nuovo gli occhi sul polso del compagno. «Gesù... Cristo. V, cosa... cos'hai fatto?» balzò in piedi proprio quando il primo spasmo gli rivoltò lo stomaco. «Oh, Dio... Vishous.» Corse al gabinetto per vomitare, ma non riuscì ad arrivarci: V lo placcò da dietro buttandolo sul letto. Quando fu assalito dai primi conati, il vampiro lo rovesciò sulla schiena e gli premette una mano sotto il mento per chiudergli la bocca. «Non resistere» disse brusco. «Tienilo giù. Devi tenerlo giù.» Lo stomaco di Butch si ribellò e lui si sentì soffocare dallo schifo che gli risaliva su per la gola. Preso dal panico, nauseato e incapace di respirare, cercò di sbalzare via il peso che lo schiacciava, riuscendo a ribaltarlo di lato. Ma prima che potesse liberarsi, Vishous lo afferrò da dietro, chiudendogli ancora la mascella con forza. «Tienilo... giù...» grugnì mentre lottavano sul letto. Butch sentì una gamba poderosa intrappolargli le cosce. La presa da lotta libera funzionò. Non riusciva più a muoversi. Cercò di divincolarsi comunque. Gli spasmi e la nausea peggiorarono; aveva gli occhi fuori dalle
orbite. Poi nelle viscere sentì come un'esplosione, e in tutto il suo corpo cominciarono a volare scintille... e le scintille innescarono un formicolio. .. poi una specie di scossa elettrica. Impietrito, smise di lottare concentrandosi su quelle sensazioni. V allentò la stretta e tolse la mano dalla bocca dell'amico, continuando a tenerlo fermo con un braccio sul petto. «Ecco, così, bravo... Respira a fondo. Stai andando alla grande.» La scossa intanto aumentava, trasformandosi in qualcosa di simile al sesso, ma non proprio... No, non era niente di erotico, decisamente, solo che il suo corpo non conosceva la differenza. Gli venne duro, e lui si inarcò con un gemito. «Così, bravo» gli bisbigliò all'orecchio V. «Non ribellarti. Lasciati pervadere.» I fianchi di Butch si dimenarono, dotati di vita propria, e lui mugolò di nuovo. Era rovente come il centro del sole, la pelle era ipersensibile, non ci vedeva più... Poi quel ruggito che sentiva nelle viscere si trasferì al cuore. In un lampo, le vene si infiammarono come se contenessero benzina e il suo organismo divenne una rete infuocata, sempre più incandescente. Grondante di sudore, l'umano si contorceva in modo convulso, gettando la testa all'indietro contro la spalla di Vishous. Dalla bocca gli uscivano gemiti strozzati. «Sto... per... morire.» La voce di V, vicinissima, lo sostenne in quella prova estrema. «Non mi lasciare, amico. Continua a respirare. Non durerà ancora per molto.» Proprio quando cominciava a pensare di non farcela più a reggere quell'inferno, Butch venne travolto da un orgasmo potentissimo. Mentre la punta del suo uccello esplodeva, Vishous lo tenne fermo fin quando le convulsioni cessarono, parlando nell'antico idioma. E poi fu finita. La tempesta era passata. Ansimante, debolissimo, Butch rabbrividì, mentre il vampiro scendeva dal letto e gli gettava addosso una coperta. «Perché...» farfugliò l'umano come un ubriaco. «Perché, V?» La faccia di Vishous gli comparve davanti. I suoi occhi di diamante
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troppo intensamente.<br />
«V? Qualcosa non va?» chiese posando il bicchiere sul tavolo e<br />
inarcando un sopracciglio.<br />
«No... no, va tutto benissimo. Adesso andrà tutto benissimo.»<br />
L'ex detective pensava ai problemi che l'amico aveva avuto di<br />
recente. «Ehi» disse, «è da un po' che volevo chiederti delle tue visioni.<br />
Sempre latitanti?»<br />
«Be', ne ho avuta una proprio una decina di minuti fa. Quindi forse<br />
sono tornate.»<br />
«Sarebbe fantastico. Non mi piace vederti sulle spine.»<br />
«Sei proprio un tipo a posto, sbirro, lo sai?» replicò sorridendo<br />
Vishous, passandosi una mano tra i capelli. Quando abbassò il braccio,<br />
Butch notò il suo polso. C'era una taglio rosso, fresco. Sembrava<br />
risalire a pochi minuti prima.<br />
Guardò il bicchiere di vino. Un terribile sospetto lo spinse ad alzare<br />
di nuovo gli occhi sul polso del compagno.<br />
«Gesù... Cristo. V, cosa... cos'hai fatto?» balzò in piedi proprio<br />
quando il primo spasmo gli rivoltò lo stomaco. «Oh, Dio... Vishous.»<br />
Corse al gabinetto per vomitare, ma non riuscì ad arrivarci: V lo<br />
placcò da dietro buttandolo sul letto. Quando fu assalito dai primi<br />
conati, il vampiro lo rovesciò sulla schiena e gli premette una mano<br />
sotto il mento per chiudergli la bocca.<br />
«Non resistere» disse brusco. «Tienilo giù. Devi tenerlo giù.»<br />
Lo stomaco di Butch si ribellò e lui si sentì soffocare dallo schifo<br />
che gli risaliva su per la gola. Preso dal panico, nauseato e incapace<br />
di respirare, cercò di sbalzare via il peso che lo schiacciava, riuscendo a<br />
ribaltarlo di lato. Ma prima che potesse liberarsi, Vishous lo afferrò da<br />
dietro, chiudendogli ancora la mascella con forza.<br />
«Tienilo... giù...» grugnì mentre lottavano sul letto.<br />
Butch sentì una gamba poderosa intrappolargli le cosce. La presa da<br />
lotta libera funzionò. Non riusciva più a muoversi. Cercò di<br />
divincolarsi comunque.<br />
Gli spasmi e la nausea peggiorarono; aveva gli occhi fuori dalle