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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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schiodarlo dalla palestra. Finora ha dormito nell'ufficio di Tohr. Vuoi<br />

altri aggiornamenti?» Quando Zsadist scosse la testa, Butch si alzò in<br />

piedi. «Adesso ti lascio solo. Pensavo giusto ti avrebbe fatto piacere<br />

sapere come stavano le cose.»<br />

«Grazie... Butch.»<br />

Lo sbirro lo guardò esterrefatto, e Zsadist si rese conto che non lo<br />

aveva mai chiamato per nome.<br />

«Figurati» disse l'umano. «Non c'è di che.»<br />

Quando la porta si chiuse senza fare rumore, Z si rizzò a sedere sul<br />

letto. Gli girava la testa, ma si strappò via i sensori e i dispositivi di<br />

monitoraggio dal petto e dalla punta dell'indice. Gli allarmi scattarono<br />

subito e lui li mise a tacere dando uno spintone al macchinario accanto<br />

al letto.<br />

Si strappò via il catetere con una smorfia di dolore e guardò la<br />

cannula della flebo infilata nell'avambraccio. Stava per levare anche<br />

quella, quando ci ripensò. Forse era più saggio evitarlo. Dio solo<br />

sapeva cosa gli stavano pompando in vena. Magari ne aveva bisogno.<br />

Si alzò in piedi; si sentiva come una di quelle poltrone a sacco,<br />

molle e flaccido. La piantana della flebo era un ottimo deambulatore,<br />

però, quindi uscì in corridoio. Mentre si incamminava verso la stanza<br />

accanto, un nugolo di infermiere giunse correndo da tutte le parti. Lui<br />

le allontanò in malo modo, spalancando con una spinta la prima porta<br />

che gli capitò a tiro.<br />

Steso sul letto enorme, Phury era pieno di fili come un centralino.<br />

Il guerriero voltò la testa. «Z... che cosa ci fai in piedi?»<br />

«Sto tenendo in esercizio il personale medico» rispose Zsadist. Poi<br />

chiuse la porta e avanzò con passo malfermo verso il letto. «Sono<br />

velocissimi, in effetti.»<br />

«Non dovresti essere...»<br />

«Chiudi il becco e fatti in là.»<br />

Sconcertato, Phury si spostò verso il bordo del letto mentre il suo<br />

gemello si issava a fatica sul materasso. Quando Zsadist si adagiò<br />

contro i cuscini, entrambi emisero identici sospiri di sollievo.

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