03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

presa. Volarono pugni, calci e manate. Entrambi persero le armi. Neanche cinque minuti dopo l'inizio dello scontro, le forze di Z cominciarono a calare a una velocità allarmante. A un certo punto il lesser riuscì ad atterrarlo sedendoglisi sopra il petto. Il vampiro tentò di spingerlo via, ma il suo corpo si rifiutava di obbedire agli ordini impartiti dal cervello. Lanciò un'occhiata alla spalla. Sanguinava copiosamente: la pallottola doveva aver colpito un'arteria. E la morfina che aveva ancora in circolo non migliorava certo la situazione. Ci fu un momento di stallo. Il lesser ansimava, il volto contorto dal dolore, come se la gamba gli facesse un male del diavolo. «Chi... cazzo... sei?» «Quello che... stai cercando» rispose Z con il respiro altrettanto affannoso. Merda... Doveva fare uno sforzo enorme per evitare che la vista gli si annebbiasse del tutto. «Sono quello... che te l'ha... portata via.» «Come... faccio... a esserne sicuro?» «L'ho assistita finché... le cicatrici sulla sua pancia... non sono guarite. Finché il tuo marchio... non è sparito.» Il lesser rimase impietrito. Era il momento ideale per prendere il sopravvento. Ma Z era stremato. «Lei è morta» mormorò l'assassino. «No.» «Il suo ritratto...» «E viva. Respira. E tu non... la troverai mai più.» Dalla bocca dell'assassino uscì un urlo selvaggio, ancestrale, che investì Z con la violenza di un'esplosione. Nonostante quel boato assordante, Zsadist riuscì a calmarsi. Improvvisamente respirare era più facile. O forse aveva smesso di farlo. Guardò il lesser che al rallentatore gli sfilava dal fodero uno dei pugnali neri e lo alzava sopra la testa con entrambe le mani. Si concentrò sul corso dei propri pensieri, curioso di sapere quale sarebbe stato l'ultimo. Pensò a Phury e gli venne voglia di piangere

perché il suo gemello non poteva resistere ancora a lungo. Dio. Lo aveva sempre deluso, vero? Poi pensò a Bella. Gli occhi gli si riempirono di lacrime mentre nella mente si accavallavano immagini di lei... vivide, chiare... finché, alle spalle del lesser, Bella gli apparve in una visione. Sembrava vera, come se fosse proprio in piedi sulla soglia. «Ti amo» sussurrò Zsadist, mentre la lama del pugnale calava sul suo petto. «David» disse imperiosa lei. Il lesser si voltò di scatto e il pugnale andò a conficcarsi nelle assi del pavimento, mancando per un soffio il braccio di Z. «David, vieni qui.» Il lesser si alzò in piedi, barcollando, mentre Bella gli tendeva la mano. «Eri morta» disse con voce rotta. «No.» «Sono andato a casa tua... ho visto il ritratto. Oh, Dio...» Il lesser scoppiò a piangere, zoppicando verso di lei, sempre più vicino, lasciando una scia di sangue nero dietro di sé. «Credevo di averti ammazzata.» «Non l'hai fatto. Vieni qui.» Z cercò disperatamente di parlare, colto dal terribile sospetto che quella non fosse una visione. Tentò di gridare, ma dalla bocca gli uscì soltanto un gemito. Ed ecco che il lesser, tra le braccia di Bella, piangeva senza ritegno. Z rimase a guardare mentre lei faceva girare un braccio dietro il lesser alzandolo sopra la sua schiena. Nel pugno stringeva la piccola pistola che lui le aveva dato prima di accompagnarla alla fattoria. Oh, Vergine santa... No! Bella era stranamente calma mentre sollevava la pistola sempre più in alto. Muovendosi lentamente, continuava a mormorare parole rassicuranti finché l'arma non fu all'altezza della nuca di David. A quel punto si piegò all'indietro, e quando lui alzò la testa per guardarla

perché il suo gemello non poteva resistere ancora a lungo. Dio. Lo<br />

aveva sempre deluso, vero?<br />

Poi pensò a Bella. Gli occhi gli si riempirono di lacrime mentre nella<br />

mente si accavallavano immagini di lei... vivide, chiare... finché, alle<br />

spalle del lesser, Bella gli apparve in una visione. Sembrava vera, come<br />

se fosse proprio in piedi sulla soglia.<br />

«Ti amo» sussurrò Zsadist, mentre la lama del pugnale calava sul suo<br />

petto.<br />

«David» disse imperiosa lei.<br />

Il lesser si voltò di scatto e il pugnale andò a conficcarsi nelle assi del<br />

pavimento, mancando per un soffio il braccio di Z.<br />

«David, vieni qui.»<br />

Il lesser si alzò in piedi, barcollando, mentre Bella gli tendeva la<br />

mano.<br />

«Eri morta» disse con voce rotta. «No.»<br />

«Sono andato a casa tua... ho visto il ritratto. Oh, Dio...» Il lesser<br />

scoppiò a piangere, zoppicando verso di lei, sempre più vicino,<br />

lasciando una scia di sangue nero dietro di sé. «Credevo di averti<br />

ammazzata.»<br />

«Non l'hai fatto. Vieni qui.»<br />

Z cercò disperatamente di parlare, colto dal terribile sospetto che<br />

quella non fosse una visione. Tentò di gridare, ma dalla bocca gli uscì<br />

soltanto un gemito. Ed ecco che il lesser, tra le braccia di Bella,<br />

piangeva senza ritegno.<br />

Z rimase a guardare mentre lei faceva girare un braccio dietro il<br />

lesser alzandolo sopra la sua schiena. Nel pugno stringeva la piccola<br />

pistola che lui le aveva dato prima di accompagnarla alla fattoria.<br />

Oh, Vergine santa... No!<br />

Bella era stranamente calma mentre sollevava la pistola sempre più<br />

in alto. Muovendosi lentamente, continuava a mormorare parole<br />

rassicuranti finché l'arma non fu all'altezza della nuca di David. A quel<br />

punto si piegò all'indietro, e quando lui alzò la testa per guardarla

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