03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

Wellsie, ma ci mise un po' prima di tornare alla realtà. Quando alla fine si staccò, lei gli sorrise. «Sicuro che non vuoi parlarmi dell'incubo?» Lui cominciò a muovere le mani e Wellsie le fissò concentrata. Aveva appena cominciato a studiare il linguaggio dei segni. Accorgendosi che stava andando troppo veloce, John si allungò verso il comodino per prendere uno dei suoi bloc-notes e una penna. Non è niente. Adesso sto bene. Comunque grazie per avermi svegliato. «Vuoi tornare a letto?» Annuì. Gli sembrava di non aver fatto altro che dormire e mangiare nell'ultimo mese e mezzo, ma non c'era fine alla sua fame o alla sua stanchezza. D'altronde, aveva ventitré anni di denutrizione e insonnia da recuperare. Si infilò sotto le coperte e Wellsie si accomodò vicino a lui. Quando stava in piedi la gravidanza non si notava molto, ma da seduta la maglietta oversize rivelava un leggero rigonfiamento. «Vuoi tenere accesa la luce del bagno?» John scosse la testa. Sarebbe servito solo a farlo sentire ancora di più un cacasotto, e al momento il suo ego aveva già subito un duro colpo. «Io sono nello studio, okay?» Quando Wellsie uscì, John si prese la testa tra le mani. Si vergognava di se stesso. Un uomo non si comportava come aveva appena fatto lui. Un uomo avrebbe lottato contro quel demone dai capelli sbiaditi che aveva visto in sogno e avrebbe vinto. E, per quanto terrorizzato, un uomo, al suo risveglio, non si sarebbe messo a tremare come un bambino di cinque anni. Ma lui non era un uomo. Non ancora, almeno. Tohr aveva detto che la metamorfosi non sarebbe arrivata prima dei venticinque anni, e John non vedeva l'ora. Perché anche se adesso sapeva come mai era alto meno di un metro e settanta e pesava solo una cinquantina di chili, era pur sempre dura da digerire. Detestava vedere allo specchio il suo corpo pelle e ossa, un giorno dopo l'altro. Detestava dover

portare taglie da ragazzino, anche se per legge poteva guidare, votare e bere alcolici. Rabbrividiva al pensiero di non avere mai avuto un'erezione, anche quando si svegliava da uno dei suoi sogni erotici. E non aveva mai nemmeno baciato una donna. No, come maschio non era un granché, proprio per niente. Specialmente alla luce di quello che gli era capitato quasi un anno prima. Dio, l'anniversario dell'aggressione si stava avvicinando, giusto? Con una smorfia si sforzò di non pensare a quella lurida tromba delle scale, all'uomo che gli aveva puntato un coltello alla gola e ai momenti tremendi in cui aveva perso qualcosa di irrecuperabile: la sua innocenza, violata, sparita per sempre. Ma non doveva farsi prendere dalla paranoia. Perlomeno, si disse, non era più senza speranza. Tra non molto sarebbe cambiato, sarebbe diventato un uomo. Inquieto per tutto quel rimuginare sul futuro, gettò via le coperte e andò all'armadio. Spalancò le ante; non si era ancora abituato alla ricchezza del suo guardaroba. Mai aveva posseduto tanti pantaloni, camicie e felpe, ma eccoli lì, nuovi nuovi, appena usciti dal negozio... Niente cerniere rotte, niente bottoni mancanti, niente di liso, niente cuciture strappate. Aveva addirittura un paio di Nike Air Shox. Tirò fuori una felpa e se la mise, poi infilò le gambe lunghe e ossute in un paio di calzoni color cachi. In bagno si lavò le mani e la faccia e si pettinò i capelli scuri. Andò in cucina attraversando una serie di stanze dalle linee moderne e pulite e piene di mobili, arazzi e opere d'arte del Rinascimento italiano. Quando udì la voce di Wellsie uscire dallo studio, si fermò. «... un incubo, non so di preciso. Insomma, era terrorizzato, Tohr... No, ha scantonato quando gli ho chiesto di cosa si trattava e io ho preferito non insistere. Penso sia giunto il momento di farlo visitare da Havers. Sì... Ah-ah. Prima dovrebbe conoscere Wrath. Okay. Ti amo, mio hellren. Come? Oddio, Tohr, anche per me è lo stesso. Non so come abbiamo fatto a vivere senza di lui. È una vera e propria benedizione.» John si appoggiò contro la parete del corridoio e chiuse gli occhi. Buffo, anche lui pensava la stessa cosa di loro due.

portare taglie da ragazzino, anche se per legge poteva guidare, votare<br />

e bere alcolici. Rabbrividiva al pensiero di non avere mai avuto<br />

un'erezione, anche quando si svegliava da uno dei suoi sogni erotici. E<br />

non aveva mai nemmeno baciato una donna.<br />

No, come maschio non era un granché, proprio per niente.<br />

Specialmente alla luce di quello che gli era capitato quasi un anno<br />

prima. Dio, l'anniversario dell'aggressione si stava avvicinando, giusto?<br />

Con una smorfia si sforzò di non pensare a quella lurida tromba delle<br />

scale, all'uomo che gli aveva puntato un coltello alla gola e ai momenti<br />

tremendi in cui aveva perso qualcosa di irrecuperabile: la sua<br />

innocenza, violata, sparita per sempre.<br />

Ma non doveva farsi prendere dalla paranoia. Perlomeno, si disse,<br />

non era più senza speranza. Tra non molto sarebbe cambiato, sarebbe<br />

diventato un uomo.<br />

Inquieto per tutto quel rimuginare sul futuro, gettò via le coperte e<br />

andò all'armadio. Spalancò le ante; non si era ancora abituato alla<br />

ricchezza del suo guardaroba. Mai aveva posseduto tanti pantaloni,<br />

camicie e felpe, ma eccoli lì, nuovi nuovi, appena usciti dal negozio...<br />

Niente cerniere rotte, niente bottoni mancanti, niente di liso, niente<br />

cuciture strappate. Aveva addirittura un paio di Nike Air Shox.<br />

Tirò fuori una felpa e se la mise, poi infilò le gambe lunghe e ossute<br />

in un paio di calzoni color cachi. In bagno si lavò le mani e la faccia e<br />

si pettinò i capelli scuri. Andò in cucina attraversando una serie di<br />

stanze dalle linee moderne e pulite e piene di mobili, arazzi e opere<br />

d'arte del Rinascimento italiano. Quando udì la voce di Wellsie uscire<br />

dallo studio, si fermò.<br />

«... un incubo, non so di preciso. Insomma, era terrorizzato, Tohr...<br />

No, ha scantonato quando gli ho chiesto di cosa si trattava e io ho<br />

preferito non insistere. Penso sia giunto il momento di farlo visitare da<br />

Havers. Sì... Ah-ah. Prima dovrebbe conoscere Wrath. Okay. Ti amo,<br />

mio hellren. Come? Oddio, Tohr, anche per me è lo stesso. Non so<br />

come abbiamo fatto a vivere senza di lui. È una vera e propria<br />

benedizione.»<br />

John si appoggiò contro la parete del corridoio e chiuse gli occhi.<br />

Buffo, anche lui pensava la stessa cosa di loro due.

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