03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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Le sei. Era quasi ora di andare. Nella camera degli ospiti, Bella si guardò intorno; doveva aver messo in valigia tutto quello che aveva portato con sé. Non era granché, tanto per cominciare, e comunque la notte prima aveva liberato la camera di Zsadist. Quindi era già quasi tutto dentro un borsone L.L. Bean. Da un momento all'altro Fritz sarebbe venuto a prendere le sue cose per portarle a casa di Havers e Marissa. Grazie a Dio entrambi avevano accettato di fare un favore a Rehvenge ospitandola. La loro dimora signorile e la clinica erano un'autentica roccaforte. Persino Rehvenge era convinto che lì sarebbe stata al sicuro. Alle sei e mezzo si sarebbe smaterializzata per andare da loro, e lì avrebbe incontrato Rehv. Per l'ennesima volta fece un giro in bagno per controllare dietro la tenda della doccia se aveva preso il suo shampoo. Sì, non c'era più niente. E non c'era più niente di suo nemmeno in camera da letto. Dopo la sua partenza, nessuno avrebbe saputo che era stata in quella casa. Nessuno avrebbe... Oh, Cristo, falla finita, pensò. Bussarono alla porta, andò ad aprire. «Ciao, Fritz, la borsa è sul...» In corridoio c'era Zsadist, in tenuta da combattimento. Pantaloni di pelle. Pistole. Pugnali. Bella fece un balzo all'indietro. «Cosa ci fai qui?» Lui entrò nella stanza senza dire una parola. Gesù, aveva tutta l'aria di voler prendere a pugni il mondo. «Non mi serve una guardia del corpo» disse Bella cercando di mantenere la calma. «Voglio dire, se è per questo che sei venuto. Tra poco mi smaterializzerò per andare alla clinica e quello è un posto sicuro.» Z la fissava in silenzio, tutto potenza muscolare e forza virile. «Sei venuto per qualcosa o per stare lì impalato a guardarmi?» sbottò lei. Lui si chiuse la porta alle spalle e il cuore prese a galopparle nel
petto. Specialmente quando sentì scattare la serratura. Indietreggiò fino a ritrovarsi contro il letto. «Cosa vuoi, Zsadist?» Lui avanzò come una fiera che ha puntato la preda, gli occhi gialli fissi su di lei, il corpo in tensione, pronto a scattare. Non ci voleva un genio per capire che genere di sfogo stesse cercando. «Non dirmi che sei venuto qui per portarmi a letto.» «Va bene, non te lo dirò.» La sua voce era un ringhio profondo e sensuale. Bella tese una mano davanti a sé. Già, magari bastasse a fermarlo! Zsadist poteva possederla come e quando gli pareva, che lei lo volesse oppure no. Solo che, come un'idiota, lei non voleva respingerlo. Anche dopo tutto quello che le aveva fatto, lei lo desiderava ancora. Maledizione. «Mi rifiuto di fare sesso con te.» «Non sono qui per me» disse lui avvicinandosi. Oh, Dio. Il suo odore... il suo corpo... così vicino. Era proprio una stupida. «Stai lontano da me. Non ti voglio più.» «Sì, invece. Lo sento dall'odore.» Allungò una mano e le toccò il collo, facendo scorrere l'indice lungo la giugulare. «E lo sento pulsare in questa vena.» «Ti odierò se lo farai.» «Mi odi già.» Magari fosse vero. . «Io non verrò a letto con te, Zsadist, è assolutamente escluso.» Lui si chinò per avvicinare la bocca al suo orecchio. «Non te lo sto chiedendo.» «Allora cosa vuoi?» disse lei spingendolo via per le spalle senza riuscire a spostarlo di un millimetro. «Accidenti a te, perché fai così?» «Perché esco adesso dalla stanza di mio fratello.» «Come, scusa?» «Non lo hai lasciato bere» sibilò Zsadist sfiorandole il collo con le
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petto. Specialmente quando sentì scattare la serratura.<br />
Indietreggiò fino a ritrovarsi contro il letto. «Cosa vuoi, Zsadist?»<br />
Lui avanzò come una fiera che ha puntato la preda, gli occhi gialli<br />
fissi su di lei, il corpo in tensione, pronto a scattare. Non ci voleva un<br />
genio per capire che genere di sfogo stesse cercando.<br />
«Non dirmi che sei venuto qui per portarmi a letto.»<br />
«Va bene, non te lo dirò.» La sua voce era un ringhio profondo e<br />
sensuale.<br />
Bella tese una mano davanti a sé. Già, magari bastasse a fermarlo!<br />
Zsadist poteva possederla come e quando gli pareva, che lei lo volesse<br />
oppure no. Solo che, come un'idiota, lei non voleva respingerlo.<br />
Anche dopo tutto quello che le aveva fatto, lei lo desiderava ancora.<br />
Maledizione.<br />
«Mi rifiuto di fare sesso con te.»<br />
«Non sono qui per me» disse lui avvicinandosi.<br />
Oh, Dio. Il suo odore... il suo corpo... così vicino. Era proprio una<br />
stupida.<br />
«Stai lontano da me. Non ti voglio più.»<br />
«Sì, invece. Lo sento dall'odore.» Allungò una mano e le toccò il<br />
collo, facendo scorrere l'indice lungo la giugulare. «E lo sento pulsare<br />
in questa vena.»<br />
«Ti odierò se lo farai.»<br />
«Mi odi già.»<br />
Magari fosse vero. . «Io non verrò a letto con te, Zsadist, è<br />
assolutamente escluso.»<br />
Lui si chinò per avvicinare la bocca al suo orecchio. «Non te lo sto<br />
chiedendo.»<br />
«Allora cosa vuoi?» disse lei spingendolo via per le spalle senza<br />
riuscire a spostarlo di un millimetro. «Accidenti a te, perché fai così?»<br />
«Perché esco adesso dalla stanza di mio fratello.»<br />
«Come, scusa?»<br />
«Non lo hai lasciato bere» sibilò Zsadist sfiorandole il collo con le