03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

d'altronde rubare non era niente, per lui. Una volta di più si interrogò sulla famiglia di Bella. Sapeva solo che erano aristocratici del più alto rango, nient'altro, e non aveva voglia di conoscerli per saperne di più. Anche nei suoi giorni migliori era terribile con la gente, ma la scomparsa di Bella lo rendeva pericoloso, più che sgradevole. No, era Tohrment a tenere i rapporti con i suoi parenti, e Zsadist faceva sempre molta attenzione a non incontrarli. Girò dietro la casa, entrò dalla porta della cucina e disattivò il sistema d'allarme. Come ogni notte, per prima cosa controllò i pesci. Fiocchi di mangime galleggiavano sulla superficie dell'acqua, a conferma del fatto che qualcun altro si era già preso cura di loro. Essere stato privato di quell'opportunità lo mandò in bestia. La verità era che ormai pensava alla fattoria di Bella come al suo spazio. L'aveva tirata a lucido dopo il suo rapimento, aveva innaffiato le piante e dato da mangiare ai pesci. Aveva girato per tutta la casa, salendo e scendendo le scale e guardando fuori dalle finestre, si era seduto su ogni sedia, divano, letto. Diamine, aveva addirittura deciso di acquistare quel maledetto posto qualora la famiglia di Bella l'avesse messo in vendita. Non aveva mai posseduto una casa, ma quelle quattro mura, quel tetto e tutta la roba che ci stava dentro... sarebbero stati suoi. Un santuario in memoria di Bella. Fece in fretta il giro, catalogando le cose che erano state rimosse. Non molto. Un quadro e un piatto d'argento dal salotto, uno specchio dall'ingresso. Lo incuriosiva che avessero scelto quegli oggetti in particolare e avrebbe voluto rimetterli al loro posto. Tornò in cucina, e ripensò a come aveva trovato la stanza dopo che Bella era stata rapita. Rivide il sangue, i pezzi di vetro, le sedie sfondate e la porcellana in frantumi. Gli caddero gli occhi su una striatura nera di gomma sull'assito di pino. Poteva immaginare com'era stata fatta. Mentre Bella lottava contro il lesser e veniva trascinata via di peso, la suola della sua scarpa strisciava, stridendo... La rabbia lo invase fino a lasciarlo ansimante, senza fiato; era una sensazione a un tempo orribile e conosciuta. Solo che... Cristo, tutto questo non aveva senso: lui che cercava Bella, che si lasciava ossessionare dalle sue cose, che si aggirava per casa sua. Non erano amici, loro due. Non erano nemmeno conoscenti. E le uniche due

volte che l'aveva vista non era stato certo gentile. Dio, quanto rimpiangeva di non essersi comportato diversamente. Non mettersi a vomitare dopo avere scoperto che lei era attratta da lui sarebbe già stato un buon inizio, cazzo. Peccato che non c'era stato modo di rimediare. Nessuna femmina, a parte quella troia dalla mente bacata della Padrona, si era mai eccitata per lui; non c'era da stupirsi se adesso lui associava l'eccitazione a qualcosa di poco piacevole. Al ricordo di Bella premuta contro di sé, si chiese per l'ennesima volta perché mai lei avesse voluto fare l'amore. La sua faccia era un assoluto disastro e il suo corpo non era molto meglio, perlomeno la schiena. Vista la sua reputazione, poi, Jack lo Squartatore al confronto sembrava un boy scout. Maledizione, lui ce l'aveva sempre a morte con tutto e con tutti. Bella invece era magnifica, dolce, gentile, una femmina regale di origini aristocratiche. Oh, ma il punto erano proprio le loro differenze, no? Per Bella lui rappresentava il maschio che avrebbe impresso un cambio di velocità alla sua vita. Il fascino del proibito, l'attrazione per il lato oscuro. La creatura primitiva che l'avrebbe liberata per un paio d'ore dalla sua esistenza tranquilla e ordinata. E anche se gli rodeva essere ridotto esattamente a ciò che era, l'aveva trovata... adorabile. Alle sue spalle un orologio a pendolo batté le ore. Le cinque. La porta d'ingresso si aprì con un cigolio. Con gesto fulmineo e silenzioso, Zsadist estrasse un pugnale nero dal fodero che aveva sul petto, appiattendosi contro il muro. Piegò la testa per scrutare in fondo al corridoio, all'ingresso. Butch entrò con le mani in alto. «Sono io, Z.» Zsadist abbassò il pugnale e lo rimise nel fodero. L'ex detective della Omicidi era un'anomalia nel loro mondo, l'unico umano mai ammesso nella ristretta cerchia della confraternita. Butch divideva la Tana con Vishous, faceva sollevamento pesi con Rhage in palestra e aveva la stessa passione di Phury per i vestiti. E per motivi tutti suoi era ossessionato dal rapimento di Bella, quindi aveva qualcosa in comune anche con Z. «Che succede, sbirro?»

volte che l'aveva vista non era stato certo gentile.<br />

Dio, quanto rimpiangeva di non essersi comportato diversamente.<br />

Non mettersi a vomitare dopo avere scoperto che lei era attratta da lui<br />

sarebbe già stato un buon inizio, cazzo. Peccato che non c'era stato<br />

modo di rimediare. Nessuna femmina, a parte quella troia dalla mente<br />

bacata della Padrona, si era mai eccitata per lui; non c'era da stupirsi se<br />

adesso lui associava l'eccitazione a qualcosa di poco piacevole.<br />

Al ricordo di Bella premuta contro di sé, si chiese per l'ennesima<br />

volta perché mai lei avesse voluto fare l'amore. La sua faccia era un<br />

assoluto disastro e il suo corpo non era molto meglio, perlomeno la<br />

schiena. Vista la sua reputazione, poi, Jack lo Squartatore al confronto<br />

sembrava un boy scout. Maledizione, lui ce l'aveva sempre a morte<br />

con tutto e con tutti. Bella invece era magnifica, dolce, gentile, una<br />

femmina regale di origini aristocratiche.<br />

Oh, ma il punto erano proprio le loro differenze, no? Per Bella lui<br />

rappresentava il maschio che avrebbe impresso un cambio di velocità<br />

alla sua vita. Il fascino del proibito, l'attrazione per il lato oscuro. La<br />

creatura primitiva che l'avrebbe liberata per un paio d'ore dalla sua<br />

esistenza tranquilla e ordinata. E anche se gli rodeva essere ridotto<br />

esattamente a ciò che era, l'aveva trovata... adorabile.<br />

Alle sue spalle un orologio a pendolo batté le ore. Le cinque.<br />

La porta d'ingresso si aprì con un cigolio.<br />

Con gesto fulmineo e silenzioso, Zsadist estrasse un pugnale nero<br />

dal fodero che aveva sul petto, appiattendosi contro il muro. Piegò la<br />

testa per scrutare in fondo al corridoio, all'ingresso.<br />

Butch entrò con le mani in alto. «Sono io, Z.»<br />

Zsadist abbassò il pugnale e lo rimise nel fodero.<br />

L'ex detective della Omicidi era un'anomalia nel loro mondo,<br />

l'unico umano mai ammesso nella ristretta cerchia della confraternita.<br />

Butch divideva la Tana con Vishous, faceva sollevamento pesi con<br />

Rhage in palestra e aveva la stessa passione di Phury per i vestiti. E per<br />

motivi tutti suoi era ossessionato dal rapimento di Bella, quindi aveva<br />

qualcosa in comune anche con Z.<br />

«Che succede, sbirro?»

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