03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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andare a prenderle qualcosa. Facendo appello a tutta la sua forza di volontà, trasse un profondo respiro, poi un altro e un altro ancora... e alla fine riuscì a sollevare il busto dal materasso. La testa gli girava vorticosamente, i mobili, il pavimento e le pareti turbinavano scambiandosi di posto e il senso di vertigine peggiorò quando buttò le gambe giù dal letto; nell'alzarsi in piedi perse completamente l'equilibrio. Andò a sbattere contro il muro, e per non cadere fu costretto ad aggrapparsi alle tende. Quando si sentì pronto, si staccò con una spinta e si chinò sopra Bella. Sollevarla fu un'impresa titanica, ma il desiderio di prendersi cura di lei era più forte dello sfinimento. La portò fino al giaciglio sul pavimento e ve la adagiò piano, poi la coprì con il piumino che molte ore prima avevano spinto per terra. Stava per voltarsi quando lei lo prese per un braccio. «Devi nutrirti» gli sussurrò, cercando di attirarlo a sé. «Attaccati alla mia gola.» Dio, era tentato di farlo. «Torno subito» disse invece, raddrizzandosi a fatica. Barcollò fino all'armadio e si infilò un paio di boxer. Poi tolse lenzuola e coprimaterasso dal letto e uscì. Phury aprì gli occhi e si accorse di non riuscire a respirare. Il che era più che logico, visto che aveva la faccia schiacciata contro un mucchio di coperte aggrovigliate. Liberò bocca e naso da quel tappo soffocante e cercò di mettere a fuoco la vista. La prima cosa che vide, a una quindicina di centimetri dalla sua faccia, fu un posacenere pieno di mozziconi. Per terra. Ma cosa diavolo? Oh... Era per metà a penzoloni giù dal materasso. Quando udì un gemito si tirò su con una spinta, voltò la testa e si trovò faccia a faccia con uno dei piedi di Vishous. Al di là delle sue fette numero quarantotto c'era una coscia di Butch. Non riuscì a trattenere una risata, al che lo sbirro alzò la testa, intontito. L'umano si guardò, poi guardò Phury. Batté le palpebre un paio di volte, quasi sperasse di svegliarsi sul serio.
«Oddio» disse con una voce ancora più cavernosa del solito. Poi lanciò un'occhiata a Vishous, ancora privo di sensi accanto a lui. «Oh... cazzo, ditemi che non è vero.» «Non farti strane idee, sbirro. Non sei mica attraente.» «Più che giusto» farfugliò Butch, sfregandosi la faccia. «Ma ciò non significa che sia contento di svegliarmi a letto con due maschi.» «V ti aveva avvertito di non tornare.» «Vero. È colpa mia.» Che nottataccia! Alla fine, quando anche solo la sensazione dei vestiti sulla pelle era diventata insopportabile, avevano perso ogni ritegno. Nel tentativo di resistere alla smania di sesso si erano accesi una canna dopo l'altra, si erano attaccati alla bottiglia, di scotch o di vodka era uguale, ed erano sgattaiolati a turno in bagno per procurarsi un po' di sollievo in privato. «Allora è finita?» chiese Butch. «Ditemi che è finita.» Phury scese faticosamente dal letto. «Sì. Credo di sì.» Raccolse un lenzuolo e lo lanciò all'ex poliziotto, che coprì se stesso e Vishous. Il quale non fece una piega. Dormiva della grossa a pancia in giù russando sommessamente. Imprecando, Butch cambiò posizione, sollevando un cuscino contro la testiera del letto e appoggiandovi la schiena. Si grattò i capelli e sbadigliò fin quasi a slogarsi la mascella. «Accidenti, vampiro, non avrei mai pensato di dirlo, ma il sesso non mi interessa neanche un po'. Grazie a Dio.» Phury si infilò un paio di calzoni di nylon della tuta. «Vuoi qualcosa da mangiare? Faccio un salto giù in cucina.» Butch si illuminò. «Vuoi dire che poi me lo porti qui di sopra? Nel senso che non sono costretto ad alzarmi?» «Mi devi un favore. Comunque sì, farò questo sforzo.» «Sei un angelo.» Phury si infilò una T-shirt. «Cosa vuoi?» «Quello che vuoi tu. Cavolo! Renditi utile e trascina quassù il
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«Oddio» disse con una voce ancora più cavernosa del solito. Poi<br />
lanciò un'occhiata a Vishous, ancora privo di sensi accanto a lui. «Oh...<br />
cazzo, ditemi che non è vero.»<br />
«Non farti strane idee, sbirro. Non sei mica attraente.»<br />
«Più che giusto» farfugliò Butch, sfregandosi la faccia. «Ma ciò non<br />
significa che sia contento di svegliarmi a letto con due maschi.»<br />
«V ti aveva avvertito di non tornare.»<br />
«Vero. È colpa mia.»<br />
Che nottataccia! Alla fine, quando anche solo la sensazione dei<br />
vestiti sulla pelle era diventata insopportabile, avevano perso ogni<br />
ritegno. Nel tentativo di resistere alla smania di sesso si erano accesi<br />
una canna dopo l'altra, si erano attaccati alla bottiglia, di scotch o di<br />
vodka era uguale, ed erano sgattaiolati a turno in bagno per procurarsi<br />
un po' di sollievo in privato.<br />
«Allora è finita?» chiese Butch. «Ditemi che è finita.»<br />
Phury scese faticosamente dal letto. «Sì. Credo di sì.»<br />
Raccolse un lenzuolo e lo lanciò all'ex poliziotto, che coprì se stesso<br />
e Vishous. Il quale non fece una piega. Dormiva della grossa a pancia<br />
in giù russando sommessamente.<br />
Imprecando, Butch cambiò posizione, sollevando un cuscino<br />
contro la testiera del letto e appoggiandovi la schiena. Si grattò i<br />
capelli e sbadigliò fin quasi a slogarsi la mascella.<br />
«Accidenti, vampiro, non avrei mai pensato di dirlo, ma il sesso non<br />
mi interessa neanche un po'. Grazie a Dio.»<br />
Phury si infilò un paio di calzoni di nylon della tuta. «Vuoi qualcosa<br />
da mangiare? Faccio un salto giù in cucina.»<br />
Butch si illuminò. «Vuoi dire che poi me lo porti qui di sopra? Nel<br />
senso che non sono costretto ad alzarmi?»<br />
«Mi devi un favore. Comunque sì, farò questo sforzo.»<br />
«Sei un angelo.»<br />
Phury si infilò una T-shirt. «Cosa vuoi?»<br />
«Quello che vuoi tu. Cavolo! Renditi utile e trascina quassù il