03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA 03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
aveva infilato in mezzo alle cosce. Marissa schiuse le labbra sfoderando le zanne. Per una frazione di secondo il male che albergava in lui ruggì come una belva feroce, e in preda al panico Rehvenge fece appello alla propria mente. Grazie al cielo, quella maledetta giunse subito in soccorso: il suo lato razionale si ridestò, incatenandogli gli istinti e placando l'impulso sessuale di dominare Marissa. Lei barcollò leggermente mentre, in equilibrio precario, si chinava verso la sua gola, cercando di non appoggiarsi a lui. «Sdraiati su di me» disse Rehvenge con voce gutturale. «Stenditi... sopra di me.» Con una smorfia, Marissa abbandonò la metà inferiore del corpo nella culla dei suoi fianchi. Evidentemente era preoccupata di entrare in contatto con un'erezione e quando non incontrò niente del genere guardò in giù, quasi pensasse di aver toccato il punto sbagliato. «Non devi preoccuparti per quello» mormorò lui facendo scorrere le mani sulle sue braccia sottili. «Non con me.» Il sollievo di Marissa fu così palpabile che ne rimase offeso. «Fare l'amore con me sarebbe tanto sgradevole?» «Oh, no, Rehvenge. No» si affrettò a dire lei, scrutando i muscoli scolpiti del suo torace. «Tu sei... molto attraente. È che... c'è un altro. Nel mio cuore c'è un altro.» «Ami ancora Wrath.» Lei scosse la testa. «No, però non posso pensare alla persona che desidero. Non... adesso.» Rehv alzò il mento. «Che razza di idiota si rifiuterebbe di nutrirti, quando ne hai bisogno?» «Per favore. Non parlare più così.» All'improvviso i suoi occhi si fissarono sul collo di Rehvenge, dilatandosi. «Che appetito» grugnì lui, euforico all'idea di venire usato. «Coraggio, serviti. E non preoccuparti di essere delicata. Più brutale è, meglio è.» Marissa scoprì le zanne, affondandogli i canini nel collo. Il morso
dissipò il torpore indotto dalla droga e Rehvenge fu trafitto da un dolore dolcissimo. Mugolando di piacere, pensò che per la prima volta in vita sua era ben lieto della propria impotenza. Se il suo uccello avesse funzionato, non avrebbe esitato a togliere di mezzo quel maledetto vestito e a spalancarle le gambe per darle una bella ripassata mentre lei si sfamava. Quasi subito Marissa si ritrasse, leccandosi le labbra. «Ho un sapore diverso da Wrath» disse lui, contando sul fatto che, essendosi nutrita da un solo maschio, Marissa non potesse sapere di preciso perché il suo sangue avesse un gusto così strano. In effetti la sua inesperienza era il solo motivo per cui aveva accettato di aiutarla. Qualsiasi altra femmina minimamente navigata avrebbe capito subito che qualcosa non andava. «Dai, bevi ancora un po'. Vedrai che ti ci abitui.» Lei chinò di nuovo la testa e Rehvenge sentì la trafittura di un altro morso. Cingendole la schiena delicata con le braccia robuste, la tenne stretta a sé, a occhi chiusi. Era passato tanto di quel tempo dall'ultima volta che aveva abbracciato qualcuno che, pur non potendo permettersi di vivere troppo intensamente quell'esperienza, la trovò sublime. Mentre Marissa succhiava dalla sua giugulare, fu colto dall'assurdo impulso di piangere. Passando davanti all'ennesimo muro di cinta, O sollevò leggermente il piede dall'acceleratore del pick-up. Accidenti, le case di Thorne Avenue erano tutte enormi. Non che si riuscisse a vederle dalla strada, era solo una supposizione, ma difficilmente siepi e recinzioni di quel genere proteggevano modeste villette a due piani. Quando quell'ultima muraglia si aprì per lasciare spazio a un viale d'accesso, O frenò di colpo. Sulla sinistra c'era una targhetta in ottone con scritto: 27, THORNE AVENUE. Si allungò il più possibile nel tentativo di gettare un'occhiata all'interno, ma tra l'alto muro di cinta e il viale che si perdeva nell'oscurità non si capiva cosa ci fosse dall'altra parte. Spazientito, svoltò d'impulso nella strada privata. A un
- Page 258 and 259: «Fai l'amore con me» disse lei. M
- Page 260 and 261: «Io stringerò te» ribatté Bella
- Page 262 and 263: scossa. Si avvolse in un asciugaman
- Page 264 and 265: Capitolo 28 Zsadist si fermò nel t
- Page 266 and 267: Due spari. Gemiti di dolore che non
- Page 268 and 269: «Toglierò la vita a entrambi piut
- Page 270 and 271: consumava fino all'ultimo respiro.
- Page 272 and 273: Phury continuò a fumare per un alt
- Page 274 and 275: suo sguardo fu una sorpresa perché
- Page 276 and 277: c'è ancora speranza. Quindi vai a
- Page 278 and 279: «L'Explorer è a un centinaio di m
- Page 280 and 281: Capitolo 30 Zsadist passò l'intera
- Page 282 and 283: lì, davanti a tutti. Senza smetter
- Page 284 and 285: «Senti, oggi non c'è lezione. Sto
- Page 286 and 287: un blocco stenografico in mano che
- Page 288 and 289: Dal suo corpo si sprigionò un'altr
- Page 290 and 291: vado da nessuna parte... Volevo sol
- Page 292 and 293: lui poteva solo immaginare cosa ste
- Page 294 and 295: gridarono. Lasciando ricadere la te
- Page 296 and 297: Capitolo 31 Butch si tolse il cappo
- Page 298 and 299: sfiorava appena la pelle. «Io non
- Page 300 and 301: lacrima scivolò lungo la guancia t
- Page 302 and 303: povero ragazzo. «John?» tornò al
- Page 304 and 305: freno della Escalade premendolo a f
- Page 306 and 307: eazione di certi neurotrasmettitori
- Page 310 and 311: centinaio di metri si innalzava un
- Page 312 and 313: di negozietti carini e senza pretes
- Page 314 and 315: «Di che guai stai parlando, V?»
- Page 316 and 317: antincendio. Sulla destra c'era una
- Page 318 and 319: Capitolo 34 Zsadist spostò faticos
- Page 320 and 321: andare a prenderle qualcosa. Facend
- Page 322 and 323: frigorifero. Sto morendo di fame.»
- Page 324 and 325: preceduto quella notte, spiccava su
- Page 326 and 327: Non era sorpreso che il lesser aves
- Page 328 and 329: la coccolava, canticchiando sottovo
- Page 330 and 331: pulsare al ritmo frenetico del prop
- Page 332 and 333: Capitolo 36 Mentre calava la notte,
- Page 334 and 335: Ignorandolo, si mise al volante. Me
- Page 336 and 337: po' a tenermi chiuso qui dentro e v
- Page 338 and 339: e chinò il capo. «Sono lieto che
- Page 340 and 341: ottimo candidato a entrare nelle su
- Page 342 and 343: mille anni si sarebbe svegliata con
- Page 344 and 345: Il Reverendo desidera vederla.» Ca
- Page 346 and 347: «Perché non lo ammetti? O forse v
- Page 348 and 349: «Mahmen? Lahni?» Silenzio. Si asc
- Page 350 and 351: I lesser lo videro immediatamente e
- Page 352 and 353: significava che i ranghi della Soci
- Page 354 and 355: non ribatté, lei non poté fare a
- Page 356 and 357: drappi funebri appesi al ritratto d
dissipò il torpore indotto dalla droga e Rehvenge fu trafitto da un<br />
dolore dolcissimo. Mugolando di piacere, pensò che per la prima<br />
volta in vita sua era ben lieto della propria impotenza. Se il suo uccello<br />
avesse funzionato, non avrebbe esitato a togliere di mezzo quel<br />
maledetto vestito e a spalancarle le gambe per darle una bella<br />
ripassata mentre lei si sfamava.<br />
Quasi subito Marissa si ritrasse, leccandosi le labbra.<br />
«Ho un sapore diverso da Wrath» disse lui, contando sul fatto che,<br />
essendosi nutrita da un solo maschio, Marissa non potesse sapere di<br />
preciso perché il suo sangue avesse un gusto così strano. In effetti la sua<br />
inesperienza era il solo motivo per cui aveva accettato di aiutarla.<br />
Qualsiasi altra femmina minimamente navigata avrebbe capito subito<br />
che qualcosa non andava. «Dai, bevi ancora un po'. Vedrai che ti ci<br />
abitui.»<br />
Lei chinò di nuovo la testa e Rehvenge sentì la trafittura di un altro<br />
morso.<br />
Cingendole la schiena delicata con le braccia robuste, la tenne<br />
stretta a sé, a occhi chiusi. Era passato tanto di quel tempo dall'ultima<br />
volta che aveva abbracciato qualcuno che, pur non potendo<br />
permettersi di vivere troppo intensamente quell'esperienza, la trovò<br />
sublime. Mentre Marissa succhiava dalla sua giugulare, fu colto<br />
dall'assurdo impulso di piangere.<br />
Passando davanti all'ennesimo muro di cinta, O sollevò<br />
leggermente il piede dall'acceleratore del pick-up.<br />
Accidenti, le case di Thorne Avenue erano tutte enormi. Non che si<br />
riuscisse a vederle dalla strada, era solo una supposizione, ma<br />
difficilmente siepi e recinzioni di quel genere proteggevano modeste<br />
villette a due piani.<br />
Quando quell'ultima muraglia si aprì per lasciare spazio a un viale<br />
d'accesso, O frenò di colpo. Sulla sinistra c'era una targhetta in ottone<br />
con scritto: 27, THORNE AVENUE. Si allungò il più possibile nel<br />
tentativo di gettare un'occhiata all'interno, ma tra l'alto muro di cinta<br />
e il viale che si perdeva nell'oscurità non si capiva cosa ci fosse dall'altra<br />
parte. Spazientito, svoltò d'impulso nella strada privata. A un