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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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Capitolo 2<br />

Gli stivali portarono Zsadist in un vicolo dietro Trade Street, le<br />

suole calpestavano pesantemente le pozzanghere di fanghiglia<br />

ghiacciata e le tracce lasciate nella neve dagli pneumatici. Era buio<br />

pesto perché non c'erano finestre sugli edifici in mattoni ai due lati<br />

della via e le nuvole avevano coperto la luna. Eppure, mentre<br />

camminava solitario, la sua visione notturna era perfetta, penetrava<br />

ogni cosa. Proprio come la sua rabbia.<br />

Sangue nero. Quello che gli serviva era ancora un po' di sangue<br />

nero. Lo voleva sulle mani, sulla faccia, sui vestiti. Voleva vedere<br />

oceani di sangue nero sommergere la terra, impregnarla. In onore di<br />

Bella avrebbe pestato a sangue tutti i lesser che avesse incontrato sulla<br />

propria strada, ogni morte un'offerta alla sua memoria.<br />

Era certo che non ci fosse più niente da fare, dentro il cuore sentiva<br />

che dovevano averla ammazzata, quindi perché si ostinava a chiedere<br />

a quei bastardi dove la tenevano prigioniera? Non lo sapeva,<br />

maledizione. Era solo la prima cosa che gli usciva di bocca, anche se si<br />

era ripetuto infinite volte che lei era morta.<br />

E avrebbe continuato a fare quelle fottutissime domande. Dove e<br />

come e con che cosa l'avevano presa. Tutte informazioni che<br />

sarebbero servite soltanto a farlo soffrire, ma lui aveva bisogno di<br />

sapere. Doveva assolutamente sapere. E prima o poi una di quelle<br />

carogne avrebbe parlato.<br />

Si fermò. Annusò l'aria sperando di avvertire l'odore dolciastro di<br />

talco per neonati tipico dei lesser. Dannazione, non ce la faceva più a<br />

sopportare tutta quella... incertezza. Stava per impazzire.<br />

Ma poi scoppiò in una risata beffarda. Sì, col cazzo che non poteva<br />

sopportarlo. I cento anni di allenamento forzato a cui lo aveva<br />

sottoposto la Padrona gli avevano insegnato a sopravvivere a ogni<br />

sofferenza. Dolore fisico, angoscia mentale, spaventosi abissi di<br />

umiliazione, disperazione, senso di impotenza. Ci sono già passato, ho<br />

visto di peggio.<br />

Guardò il cielo, e mentre reclinava il capo all'indietro barcollò.<br />

Allungò la mano verso un cassonetto dell'immondizia per sorreggersi,

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