03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA 03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
«Io ti amo.» Z strinse gli occhi con forza. «Non essere ridicola.» Si precipitò fuori in corridoio, ma dopo pochi passi si fermò. Lei lo amava. Lei lo amava? Stronzate. Lei credeva di amarlo. Una volta tornata nel mondo al quale apparteneva, avrebbe aperto gli occhi. Cristo, era appena uscita da una situazione terrificante e lì al quartier generale viveva in una specie di bolla. Quella non era la sua vera vita. E stava trascorrendo troppo tempo insieme a lui. Eppure... Dio, moriva dalla voglia di stare con lei. Voleva sdraiarsi vicino a lei e baciarla. Voleva fare molto di più. Voleva... farle di tutto, baciarla, toccarla, succhiarla, leccarla. Ma come pensava che sarebbe andata a finire? Se anche fosse riuscito a digerire l'idea di penetrarla, non voleva rischiare di venirle dentro. Non che l'avesse mai fatto con altre femmine. Cazzo, non aveva mai eiaculato in vita sua. Quando era uno schiavo di sangue non era mai stato sessualmente eccitato, e in seguito, con le poche puttane che aveva pagato e scopato, non aveva cercato l'orgasmo. Quegli interludi anonimi erano solo esperimenti per vedere se per lui il sesso continuava a essere brutto com'era sempre stato. Quanto alla masturbazione, non sopportava l'idea di toccare il maledetto coso nemmeno per pisciare, figurarsi quando si drizzava reclamando la sua attenzione. Non aveva mai sentito il bisogno di trovare sollievo, non si era mai eccitato fino a quel punto, neppure quando il coso era duro. Non ne poteva più di tutta quella storia, il pensiero del sesso lo stremava. Come se nel suo cervello ci fosse una specie di mancanza. In effetti ne aveva tante di mancanze, no? Pensò a tutti i buchi che aveva dentro, agli spazi bianchi, ai vuoti: le emozioni lo attraversavano senza scalfirlo, solo la rabbia restava e faceva presa. Ma non era del tutto vero, giusto? Bella gli faceva provare delle sensazioni. Quando lo aveva baciato sul letto lo aveva fatto sentire...
su di giri, e affamato. Molto maschio. Interessato al sesso per la prima volta. Dal fondo della sua cupa disperazione fece capolino un'eco di ciò che era stato prima di essere violentato dalla Padrona. Si scoprì a desiderare di nuovo quel che aveva sentito quando aveva baciato Bella. E voleva eccitarla. Voleva vederla ansimare senza fiato, divorata dal desiderio. Non era giusto per Bella... ma lui era un gran figlio di puttana. E poi presto se ne sarebbe andata. Ormai gli restava quel giorno soltanto. Aprì la porta e tornò dentro. Lei era sdraiata sul letto. Chiaramente sorpresa nel vederlo, si rizzò a sedere. Lui fu subito assalito da un soprassalto di decenza. Come diavolo poteva pensare di fare l'amore con quella femmina? Dio, era così... bella, e lui era solo un bastardo. Perso lo slancio iniziale, rimase impalato in mezzo alla stanza. Dimostra di non essere una carogna e lasciala stare, pensò. Prima però dalle una spiegazione. «Io ho voglia di fare l'amore con te, Bella, e non di scoparti soltanto.» Lei fece per dire qualcosa, ma Z la zittì alzando una mano. «Per favore, ascoltami. Io ho voglia di fare l'amore con te, ma non credo di poterti dare ciò di cui hai bisogno. Non sono il maschio giusto per te, e poi questo è decisamente il momento sbagliato.» Soffiò fuori il fiato con forza. Che razza di imbecille, pensò. Eccolo lì a dirle di no, a recitare la parte del gentiluomo... quando con il pensiero le strappava via le lenzuola e la toccava dappertutto. Il coso attaccato al suo inguine vibrava tipo martello pneumatico. Che sapore aveva quel morbido, dolcissimo nido in mezzo alle gambe? «Vieni qui, Zsadist» sussurrò lei tirando indietro le coperte, scoprendosi per lui. «Smettila di pensare. Vieni a letto.» «Io...» Parole che non aveva mai detto a nessuno gli aleggiavano sulle labbra. Distolse lo sguardo e le lasciò uscire, senza sapere perché. «Quando ero uno schiavo mi hanno... mi hanno fatto delle cose... di sesso.» Avrebbe dovuto fermarsi. Subito. «C'erano dei maschi, Bella.
- Page 196 and 197: «Mi fumo una sigaretta. Vai, adess
- Page 198 and 199: Zsadist fissava il soffitto, i cape
- Page 200 and 201: forze venir meno. Sapeva di non pot
- Page 202 and 203: Fermo sulla soglia c'era Zsadist, a
- Page 204 and 205: avrebbe drizzato bene le antenne pr
- Page 206 and 207: «Aspetta un attimo, io non...» «
- Page 208 and 209: Giunta in sala da pranzo, si fermò
- Page 210 and 211: Bella si mise a strillare mentre Bu
- Page 212 and 213: gesti. «Sei sicuro di stare bene?
- Page 214 and 215: forte. Un po' troppo forte. Incapac
- Page 216 and 217: Capitolo 23 Bella doveva tornare a
- Page 218 and 219: inviato la richiesta di sehclusion
- Page 220 and 221: Batté le palpebre sfregandosi gli
- Page 222 and 223: Identico agli altri. Quella menzogn
- Page 224 and 225: Non era proprio a posto, ma quasi.
- Page 226 and 227: «Sbottona un po' la camicia» diss
- Page 228 and 229: Guardò giù. Aveva la camicia spal
- Page 230 and 231: Guardò in su verso il primo piano
- Page 232 and 233: Riuscì a malapena ad abbassare il
- Page 234 and 235: sala da pranzo. Seduto vicino a Bel
- Page 236 and 237: che quei Beta hanno lasciato nei bo
- Page 238 and 239: tagliente: «Farà meglio a venire
- Page 240 and 241: sua rete, tra gentilezza e crudelt
- Page 242 and 243: Capitolo 26 Quando la porta della d
- Page 244 and 245: nasconderlo. «Perché devi andare?
- Page 248 and 249: Contro la mia volontà, c'erano dei
- Page 250 and 251: lievissimo, probabilmente riusciva
- Page 252 and 253: Bella detestava la vergogna che off
- Page 254 and 255: non guardare. A contatto con l'aria
- Page 256 and 257: Zsadist batté le palpebre, disorie
- Page 258 and 259: «Fai l'amore con me» disse lei. M
- Page 260 and 261: «Io stringerò te» ribatté Bella
- Page 262 and 263: scossa. Si avvolse in un asciugaman
- Page 264 and 265: Capitolo 28 Zsadist si fermò nel t
- Page 266 and 267: Due spari. Gemiti di dolore che non
- Page 268 and 269: «Toglierò la vita a entrambi piut
- Page 270 and 271: consumava fino all'ultimo respiro.
- Page 272 and 273: Phury continuò a fumare per un alt
- Page 274 and 275: suo sguardo fu una sorpresa perché
- Page 276 and 277: c'è ancora speranza. Quindi vai a
- Page 278 and 279: «L'Explorer è a un centinaio di m
- Page 280 and 281: Capitolo 30 Zsadist passò l'intera
- Page 282 and 283: lì, davanti a tutti. Senza smetter
- Page 284 and 285: «Senti, oggi non c'è lezione. Sto
- Page 286 and 287: un blocco stenografico in mano che
- Page 288 and 289: Dal suo corpo si sprigionò un'altr
- Page 290 and 291: vado da nessuna parte... Volevo sol
- Page 292 and 293: lui poteva solo immaginare cosa ste
- Page 294 and 295: gridarono. Lasciando ricadere la te
su di giri, e affamato. Molto maschio. Interessato al sesso per la prima<br />
volta.<br />
Dal fondo della sua cupa disperazione fece capolino un'eco di ciò<br />
che era stato prima di essere violentato dalla Padrona. Si scoprì a<br />
desiderare di nuovo quel che aveva sentito quando aveva baciato<br />
Bella. E voleva eccitarla. Voleva vederla ansimare senza fiato, divorata<br />
dal desiderio.<br />
Non era giusto per Bella... ma lui era un gran figlio di puttana. E poi<br />
presto se ne sarebbe andata. Ormai gli restava quel giorno soltanto.<br />
Aprì la porta e tornò dentro.<br />
Lei era sdraiata sul letto. Chiaramente sorpresa nel vederlo, si rizzò<br />
a sedere. Lui fu subito assalito da un soprassalto di decenza. Come<br />
diavolo poteva pensare di fare l'amore con quella femmina? Dio, era<br />
così... bella, e lui era solo un bastardo.<br />
Perso lo slancio iniziale, rimase impalato in mezzo alla stanza.<br />
Dimostra di non essere una carogna e lasciala stare, pensò. Prima però<br />
dalle una spiegazione.<br />
«Io ho voglia di fare l'amore con te, Bella, e non di scoparti<br />
soltanto.» Lei fece per dire qualcosa, ma Z la zittì alzando una mano.<br />
«Per favore, ascoltami. Io ho voglia di fare l'amore con te, ma non<br />
credo di poterti dare ciò di cui hai bisogno. Non sono il maschio giusto<br />
per te, e poi questo è decisamente il momento sbagliato.»<br />
Soffiò fuori il fiato con forza. Che razza di imbecille, pensò. Eccolo<br />
lì a dirle di no, a recitare la parte del gentiluomo... quando con il<br />
pensiero le strappava via le lenzuola e la toccava dappertutto.<br />
Il coso attaccato al suo inguine vibrava tipo martello pneumatico.<br />
Che sapore aveva quel morbido, dolcissimo nido in mezzo alle<br />
gambe?<br />
«Vieni qui, Zsadist» sussurrò lei tirando indietro le coperte,<br />
scoprendosi per lui. «Smettila di pensare. Vieni a letto.»<br />
«Io...» Parole che non aveva mai detto a nessuno gli aleggiavano<br />
sulle labbra. Distolse lo sguardo e le lasciò uscire, senza sapere perché.<br />
«Quando ero uno schiavo mi hanno... mi hanno fatto delle cose... di<br />
sesso.» Avrebbe dovuto fermarsi. Subito. «C'erano dei maschi, Bella.