03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

Ci fu una pausa. «Oh, mio Dio... Sei la femmina che hanno catturato? Sei... Bella?» Sentire il proprio nome fu uno shock. Diamine, il lesser la chiamava moglie da tanto di quel tempo che quasi se l'era scordato. «Sì... Sì, sono io.» «Sei ancora viva.» Be', il suo cuore continuava a battere, se non altro. «Ci conosciamo?» «Io... ero al tuo funerale. Con i miei genitori, Ralstam e Jilling.» Bella cominciò a tremare. Sua madre e suo fratello... l'avevano sepolta. D'altronde era più che logico. Sua madre era profondamente religiosa, devotissima alle Antiche Tradizioni. Doveva avere insistito per organizzare una cerimonia adeguata al suo ingresso nel Fado. Oh... Dio. Temere che avessero rinunciato a cercarla e saperlo per certo erano due cose ben diverse. Nessuno sarebbe giunto in suo soccorso. Mai. Udì uno strano rumore. E si rese conto che stava singhiozzando. «Io riuscirò a scappare» disse il vampiro con forza. «E ti porterò via con me.» Bella piegò le ginocchia lasciandosi scivolare giù lungo la parete ondulata del tubo. Adesso era proprio morta, no? Morta e sepolta. Non era spaventosamente appropriato che fosse lì, bloccata, sottoterra?

Capitolo 2 Gli stivali portarono Zsadist in un vicolo dietro Trade Street, le suole calpestavano pesantemente le pozzanghere di fanghiglia ghiacciata e le tracce lasciate nella neve dagli pneumatici. Era buio pesto perché non c'erano finestre sugli edifici in mattoni ai due lati della via e le nuvole avevano coperto la luna. Eppure, mentre camminava solitario, la sua visione notturna era perfetta, penetrava ogni cosa. Proprio come la sua rabbia. Sangue nero. Quello che gli serviva era ancora un po' di sangue nero. Lo voleva sulle mani, sulla faccia, sui vestiti. Voleva vedere oceani di sangue nero sommergere la terra, impregnarla. In onore di Bella avrebbe pestato a sangue tutti i lesser che avesse incontrato sulla propria strada, ogni morte un'offerta alla sua memoria. Era certo che non ci fosse più niente da fare, dentro il cuore sentiva che dovevano averla ammazzata, quindi perché si ostinava a chiedere a quei bastardi dove la tenevano prigioniera? Non lo sapeva, maledizione. Era solo la prima cosa che gli usciva di bocca, anche se si era ripetuto infinite volte che lei era morta. E avrebbe continuato a fare quelle fottutissime domande. Dove e come e con che cosa l'avevano presa. Tutte informazioni che sarebbero servite soltanto a farlo soffrire, ma lui aveva bisogno di sapere. Doveva assolutamente sapere. E prima o poi una di quelle carogne avrebbe parlato. Si fermò. Annusò l'aria sperando di avvertire l'odore dolciastro di talco per neonati tipico dei lesser. Dannazione, non ce la faceva più a sopportare tutta quella... incertezza. Stava per impazzire. Ma poi scoppiò in una risata beffarda. Sì, col cazzo che non poteva sopportarlo. I cento anni di allenamento forzato a cui lo aveva sottoposto la Padrona gli avevano insegnato a sopravvivere a ogni sofferenza. Dolore fisico, angoscia mentale, spaventosi abissi di umiliazione, disperazione, senso di impotenza. Ci sono già passato, ho visto di peggio. Guardò il cielo, e mentre reclinava il capo all'indietro barcollò. Allungò la mano verso un cassonetto dell'immondizia per sorreggersi,

Ci fu una pausa. «Oh, mio Dio... Sei la femmina che hanno<br />

catturato? Sei... Bella?»<br />

Sentire il proprio nome fu uno shock. Diamine, il lesser la chiamava<br />

moglie da tanto di quel tempo che quasi se l'era scordato. «Sì... Sì, sono<br />

io.»<br />

«Sei ancora viva.»<br />

Be', il suo cuore continuava a battere, se non altro. «Ci<br />

conosciamo?»<br />

«Io... ero al tuo funerale. Con i miei genitori, Ralstam e Jilling.»<br />

Bella cominciò a tremare. Sua madre e suo fratello... l'avevano<br />

sepolta. D'altronde era più che logico. Sua madre era profondamente<br />

religiosa, devotissima alle Antiche Tradizioni. Doveva avere insistito<br />

per organizzare una cerimonia adeguata al suo ingresso nel Fado.<br />

Oh... Dio. Temere che avessero rinunciato a cercarla e saperlo per<br />

certo erano due cose ben diverse. Nessuno sarebbe giunto in suo<br />

soccorso. Mai.<br />

Udì uno strano rumore. E si rese conto che stava singhiozzando.<br />

«Io riuscirò a scappare» disse il vampiro con forza. «E ti porterò via<br />

con me.»<br />

Bella piegò le ginocchia lasciandosi scivolare giù lungo la parete<br />

ondulata del tubo. Adesso era proprio morta, no? Morta e sepolta.<br />

Non era spaventosamente appropriato che fosse lì, bloccata,<br />

sottoterra?

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