03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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Guardò in su verso il primo piano e fu sopraffatta da un senso di spossatezza. Troppo stanca per salire e ridiscendere, e troppo imbarazzata per proseguire, si limitò a origliare i rumori provenienti dalla sala da pranzo. Voci maschili e femminili si mescolavano chiacchierando e ridendo. Una bottiglia di vino venne stappata con un pop. Qualcuno ringraziò Fritz per aver portato in tavola dell'altro agnello. Bella abbassò gli occhi sui piedi nudi. Era proprio una sciocca. Una sciocca a pezzi. Era sconvolta a causa di ciò che le aveva fatto il lesser, spaventata per ciò che aveva visto fare a Zsadist, e tremendamente sola, ora che aveva capito cosa provava per lui. Stava per tornare di sopra quando qualcosa le sfiorò la gamba. Trasalendo, guardò in basso e incrociò gli occhi verde giada di un gatto nero. Il felino batté le palpebre, e facendo le fusa sfregò la testa contro la sua caviglia. Bella si chinò ad accarezzargli il pelo con mani tremanti. Era un animale di rara eleganza, tutto linee armoniose e movenze flessuose. Senza sapere il perché, le venne da piangere, e si ritrovò seduta sull'ultimo gradino dello scalone con il micione raggomitolato in grembo. «Si chiama Boo.» Bella alzò gli occhi con un'esclamazione di sorpresa. Davanti a lei c'era Phury, sempre imponente anche se non era più in tenuta da combattimento ma vestito di cachemire e lana. Stringeva in mano un tovagliolo, come se si fosse appena alzato da tavola, e aveva un odore buonissimo, forse si era appena fatto barba e doccia. Mentre lo fissava si accorse che le chiacchiere e i rumori della sala da pranzo si erano dissolti nell'aria, lasciando spazio al silenzio. Tutti sapevano della sua presenza lì fuori, di sicuro. Phury si inginocchiò, porgendole il tovagliolo. «Non vuoi unirti a noi?» disse piano. Lei si tamponò il viso continuando a stringere il gatto al petto. «Posso portarlo dentro con me?» «Ma certo. Boo è sempre il benvenuto alla nostra tavola. E anche tu.» «Sono senza scarpe.»
«Non importa» disse Phury tendendole la mano. «Dai, Bella. Vieni dentro insieme a noi.» Zsadist entrò nell'atrio strascicando i piedi, tanto era rigido e infreddolito. Aveva voluto trattenersi alla fattoria fino all'alba, e con quell'aria gelida il suo fisico ne aveva risentito. Non gli andava di mangiare, ma si diresse comunque verso la sala da pranzo; all'improvviso però si fermò nell'ombra. Bella era seduta a tavola accanto a Phury. Aveva davanti un piatto pieno, ma prestava più attenzione al gatto che teneva in grembo. Accarezzava Boo, e non si interruppe nemmeno quando alzò lo sguardo per qualcosa che aveva detto il suo gemello. Sorrise, e quando chinò di nuovo la testa Phury tenne gli occhi fissi sul suo profilo, quasi volesse assaporarla. Zsadist si avviò in fretta verso lo scalone; non aveva intenzione di assistere alla scenetta. Era quasi in salvo quando Tohr emerse dalla porta nascosta sotto le scale. «Ehi, Z, fermati un attimo.» Zsadist imprecò ad alta voce. Non voleva rimanere incastrato da qualche insulso discorso di politica e procedura, e ultimamente Tohr non parlava d'altro. Stava cercando di dare un giro di vite alla confraternita, organizzando turni e provando a trasformare in veri soldati quattro mine vaganti come V, Phury, Rhage e Z. Non c'era da stupirsi se dava sempre l'impressione di avere il mal di testa. «Zsadist, ho detto aspetta.» «Non adesso...» «Sì, invece, adesso. Il fratello di Bella ha inviato una richiesta a Wrath. Chiede che le venga imposto lo status di sehclusion, con lui come suo whard.» Oh, cazzo. Se la richiesta veniva accolta, poteva anche dirle addio. Maledizione, Bella avrebbe dovuto fare le valigie. Nemmeno la confraternita aveva il diritto di tenerla lontana dal suo whard. «Z? Mi hai sentito?» Fai di sì con la testa, coglione, si disse Zsadist.
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imbarazzata per proseguire, si limitò a origliare i rumori provenienti<br />
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chiacchierando e ridendo. Una bottiglia di vino venne stappata con un<br />
pop. Qualcuno ringraziò Fritz per aver portato in tavola dell'altro<br />
agnello.<br />
Bella abbassò gli occhi sui piedi nudi. Era proprio una sciocca. Una<br />
sciocca a pezzi. Era sconvolta a causa di ciò che le aveva fatto il lesser,<br />
spaventata per ciò che aveva visto fare a Zsadist, e tremendamente<br />
sola, ora che aveva capito cosa provava per lui.<br />
Stava per tornare di sopra quando qualcosa le sfiorò la gamba.<br />
Trasalendo, guardò in basso e incrociò gli occhi verde giada di un<br />
gatto nero. Il felino batté le palpebre, e facendo le fusa sfregò la testa<br />
contro la sua caviglia. Bella si chinò ad accarezzargli il pelo con mani<br />
tremanti. Era un animale di rara eleganza, tutto linee armoniose e<br />
movenze flessuose. Senza sapere il perché, le venne da piangere, e si<br />
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raggomitolato in grembo.<br />
«Si chiama Boo.»<br />
Bella alzò gli occhi con un'esclamazione di sorpresa. Davanti a lei<br />
c'era Phury, sempre imponente anche se non era più in tenuta da<br />
combattimento ma vestito di cachemire e lana. Stringeva in mano un<br />
tovagliolo, come se si fosse appena alzato da tavola, e aveva un odore<br />
buonissimo, forse si era appena fatto barba e doccia. Mentre lo fissava<br />
si accorse che le chiacchiere e i rumori della sala da pranzo si erano<br />
dissolti nell'aria, lasciando spazio al silenzio. Tutti sapevano della sua<br />
presenza lì fuori, di sicuro.<br />
Phury si inginocchiò, porgendole il tovagliolo. «Non vuoi unirti a<br />
noi?» disse piano.<br />
Lei si tamponò il viso continuando a stringere il gatto al petto.<br />
«Posso portarlo dentro con me?»<br />
«Ma certo. Boo è sempre il benvenuto alla nostra tavola. E anche<br />
tu.»<br />
«Sono senza scarpe.»