03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

«Sbottona un po' la camicia» disse Sarelle piegandosi di lato, la testa inclinata. «John? Posso vederlo, per favore?» Lui lanciò un'occhiata alla porta. Wellsie stava ancora parlando al telefono, in cucina, quindi era improbabile che piombasse dentro all'improvviso. Ma lo studio sembrava comunque un luogo troppo poco intimo. Oh... Dio. Stava proprio per farlo? «John? Voglio solo... vederlo.» Okay, sì, stava per farlo. Si alzò e accennò con il capo alla porta. Senza fiatare, Sarelle lo seguì in fondo al corridoio fino in camera sua. Una volta entrati, John socchiuse la porta e fece per slacciare il primo bottone, imponendo alle sue mani di non tremare. Miracolosamente quelle lo ascoltarono, e si sbottonò la camicia fino allo stomaco senza troppi problemi. Scostò il lembo sinistro e distolse lo sguardo. Sentendo un leggero tocco sulla pelle, trasalì. «Scusa, ho le mani fredde» disse Sarelle, soffiandosi sulla punta delle dita prima di sfiorargli di nuovo il petto. Dio, stava succedendo qualcosa al suo corpo, una specie di selvaggia agitazione sottopelle. Faticava a respirare. Aprì la bocca per far entrare più aria. «È proprio una ficata!» Rimase deluso quando Sarelle abbassò la mano. Poi però lei gli sorrise. «Senti, ti andrebbe di uscire insieme, qualche volta? Potremmo andare in quel posto dove si finge di combattere con le pistole al laser. Sarebbe divertente. O magari al cinema.» John annuì come un somaro. «Bene.» I loro sguardi si incontrarono. Lei era così carina, gli faceva girare la testa.

«Vuoi baciarmi?» sussurrò Sarelle. John sgranò gli occhi di colpo. Come se un palloncino fosse scoppiato proprio dietro la sua testa. «Perché a me farebbe piacere» continuò lei leccandosi appena le labbra. «Davvero.» Porca miseria... L'occasione di una vita, unica, irripetibile, proprio qui, proprio adesso, pensò John. Non svenire. Svenire sarebbe stato un vero disastro. Passò mentalmente in rassegna tutti i film che aveva visto... senza ricavarne il minimo aiuto. In quanto appassionato di film dell'orrore venne sommerso da visioni di Godzilla che attraversava Tokyo seminando il panico a ogni passo e dello Squalo che addentava il fondoschiena dell'Orca assassina. Proprio di grande aiuto. Allora si concentrò sui dettagli tecnici. Piega leggermente la testa di lato. Chinati in avanti. Stabilisci il contatto. Sarelle si guardò intorno, arrossendo. «Se non vuoi, non c'è problema. Solo pensavo...» «John?» la voce di Wellsie arrivava dal corridoio. Sempre più forte. «Sarelle? Dove siete, ragazzi?» John trasalì. Prima di perdersi d'animo, afferrò Sarelle per la mano, la attirò a sé e le piantò un grosso bacio sulla bocca, a labbra chiuse. Niente lingua, non c'era tempo, e comunque era probabile che, dopo una cosa del genere, avrebbe dovuto chiamare il 911. Praticamente era già in iperventilazione. Poi la spinse indietro. E subito si preoccupò della propria prestazione. Arrischiò un'occhiata. Oh... Sarelle aveva un sorriso radioso. Temeva che il petto gli scoppiasse per la felicità. Le aveva appena lasciato andare la mano quando Wellsie fece capolino nella stanza. «Devo andare a... ehm... scusate. Non sapevo che voi due...» John azzardò un sorriso della serie «non stavamo facendo niente di speciale», poi notò che gli occhi di Wellsie erano fissi sul suo petto.

«Sbottona un po' la camicia» disse Sarelle piegandosi di lato, la testa<br />

inclinata. «John? Posso vederlo, per favore?»<br />

Lui lanciò un'occhiata alla porta. Wellsie stava ancora parlando al<br />

telefono, in cucina, quindi era improbabile che piombasse dentro<br />

all'improvviso. Ma lo studio sembrava comunque un luogo troppo<br />

poco intimo.<br />

Oh... Dio. Stava proprio per farlo?<br />

«John? Voglio solo... vederlo.»<br />

Okay, sì, stava per farlo.<br />

Si alzò e accennò con il capo alla porta. Senza fiatare, Sarelle lo<br />

seguì in fondo al corridoio fino in camera sua.<br />

Una volta entrati, John socchiuse la porta e fece per slacciare il<br />

primo bottone, imponendo alle sue mani di non tremare.<br />

Miracolosamente quelle lo ascoltarono, e si sbottonò la camicia fino<br />

allo stomaco senza troppi problemi. Scostò il lembo sinistro e distolse<br />

lo sguardo.<br />

Sentendo un leggero tocco sulla pelle, trasalì.<br />

«Scusa, ho le mani fredde» disse Sarelle, soffiandosi sulla punta delle<br />

dita prima di sfiorargli di nuovo il petto.<br />

Dio, stava succedendo qualcosa al suo corpo, una specie di<br />

selvaggia agitazione sottopelle. Faticava a respirare. Aprì la bocca per<br />

far entrare più aria.<br />

«È proprio una ficata!»<br />

Rimase deluso quando Sarelle abbassò la mano. Poi però lei gli<br />

sorrise.<br />

«Senti, ti andrebbe di uscire insieme, qualche volta? Potremmo<br />

andare in quel posto dove si finge di combattere con le pistole al laser.<br />

Sarebbe divertente. O magari al cinema.»<br />

John annuì come un somaro.<br />

«Bene.»<br />

I loro sguardi si incontrarono. Lei era così carina, gli faceva girare la<br />

testa.

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