03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

Non era proprio a posto, ma quasi. In lontananza, due fari svoltarono daña Route 22, illuminando la lunga stradina privata. L'automobile rallentó in prossimità della fattoria prima di imboccare il vialetto d'accesso. Era una Bendey? Così sembrava. Però... Una macchinetta costosa... Doveva essere un parente di Beña. Di sicuro la sua famiglia era stata avvisata che il sistema d'allarme era rimasto staccato per un certo tempo e che da una decina di minuti qualcuno lo aveva riattivato. Merda. Tempismo perfetto per un sopralluogo. Con la fortuna che si ritrovava, i lesser avrebbero scelto proprio quel momento per tornare a recuperare il SUV... e magari decidere di fare il giro della fattoria. Imprecando tra sé, attese che una delle portiere della Bendey si aprisse. Ma dall'auto non scese nessuno e il motore rimase in folle. Bene. Finché l'allarme restava in funzione, forse non sarebbero entrati. Meno male, perché la cucina era un casino. Z annusò l'aria gelida, senza avvertire nessun odore. L'istinto gli diceva che dentro la berlina c'era un maschio. Il fratello di Bella? Molto probabile. Era logico che fosse lui a controllare la casa. E va bene, amico. Guarda le finestre sul davanti. Vedi? Non c'è niente fuori posto. In casa non c'è nessuno. Adesso fai un favore a tutti e due e levati dai piedi alla svelta. La berlina rimase ferma per un'eternità, o almeno questa fu la sua impressione. Poi uscì in retromarcia, svoltò sulla strada principale e si allontanò. Z tirò il fiato, sollevato. Cristo... Quella notte aveva i nervi a fior di pelle. Il tempo scorreva lento. Solo, in mezzo ai pini, rimase a fissare la fattoria. Si chiese se adesso Bella avrebbe avuto paura di lui. Si alzò il vento e il freddo si fece più pungente, penetrandogli nelle ossa. In preda alla disperazione, Zsadist abbracciò il dolore che giunse con esso.

Capitolo 24 Seduto alla scrivania dello studio, John guardò accanto a sé. Sarelle sfogliava a testa china uno dei libri antichi e il corto caschetto biondo le ricadeva davanti al viso lasciando intravedere solo il mento. Insieme avevano passato ore a stilare un elenco di incantesimi per la festa del solstizio. Nel frattempo, in cucina, Wellsie ordinava i rinfreschi per la cerimonia. Sarelle voltò un'altra pagina e John pensò che aveva proprio delle belle mani. «Okay» disse la ragazza. «Questo dovrebbe essere l'ultimo.» Alzò gli occhi su di lui e per John fu come essere colpito da un fulmine: una vampata improvvisa seguita da un attimo di disorientamento. In più, adesso aveva l'impressione di brillare al buio. Sarelle sorrise e chiuse il libro. Poi ci fu un lungo silenzio. «E così... ehm... credo che il mio amico Lash sia nella tua classe.» Lash era amico suo? Oh, fantastico. «Già... e dice che hai il marchio della confraternita sul petto.» Vedendo che John non diceva niente, lo incalzò: «È vero?». Lui si strinse nelle spalle, scarabocchiando qualcosa sul margine della lista che aveva compilato. «Posso vederlo?» John strinse gli occhi con forza. Credeva davvero che gli sarebbe piaciuto farle vedere il suo petto scheletrico? O quella cicatrice che si era rivelata un'enorme scocciatura? «Io non penso che tu te lo sia fatto da solo, come invece sostengono loro» si affrettò a dire Sarelle. «Insomma, non è che voglia controllarlo o roba del genere, non so nemmeno come dovrebbe essere. Sono solo curiosa.» Spostò la sedia più vicino e John fu investito dal suo profumo... o forse non era profumo. Forse era solo lei. «Da che parte è?» John si batté sul pettorale sinistro.

Non era proprio a posto, ma quasi.<br />

In lontananza, due fari svoltarono daña Route 22, illuminando la<br />

lunga stradina privata. L'automobile rallentó in prossimità della<br />

fattoria prima di imboccare il vialetto d'accesso.<br />

Era una Bendey? Così sembrava.<br />

Però... Una macchinetta costosa... Doveva essere un parente di<br />

Beña. Di sicuro la sua famiglia era stata avvisata che il sistema d'allarme<br />

era rimasto staccato per un certo tempo e che da una decina di minuti<br />

qualcuno lo aveva riattivato.<br />

Merda. Tempismo perfetto per un sopralluogo. Con la fortuna che<br />

si ritrovava, i lesser avrebbero scelto proprio quel momento per<br />

tornare a recuperare il SUV... e magari decidere di fare il giro della<br />

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Imprecando tra sé, attese che una delle portiere della Bendey si<br />

aprisse. Ma dall'auto non scese nessuno e il motore rimase in folle.<br />

Bene. Finché l'allarme restava in funzione, forse non sarebbero entrati.<br />

Meno male, perché la cucina era un casino.<br />

Z annusò l'aria gelida, senza avvertire nessun odore. L'istinto gli<br />

diceva che dentro la berlina c'era un maschio. Il fratello di Bella?<br />

Molto probabile. Era logico che fosse lui a controllare la casa.<br />

E va bene, amico. Guarda le finestre sul davanti. Vedi? Non c'è<br />

niente fuori posto. In casa non c'è nessuno. Adesso fai un favore a tutti<br />

e due e levati dai piedi alla svelta.<br />

La berlina rimase ferma per un'eternità, o almeno questa fu la sua<br />

impressione. Poi uscì in retromarcia, svoltò sulla strada principale e si<br />

allontanò.<br />

Z tirò il fiato, sollevato. Cristo... Quella notte aveva i nervi a fior di<br />

pelle.<br />

Il tempo scorreva lento. Solo, in mezzo ai pini, rimase a fissare la<br />

fattoria. Si chiese se adesso Bella avrebbe avuto paura di lui.<br />

Si alzò il vento e il freddo si fece più pungente, penetrandogli nelle<br />

ossa. In preda alla disperazione, Zsadist abbracciò il dolore che giunse<br />

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