03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA 03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
gesti. «Sei sicuro di stare bene?» Assolutamente. John sorrise, sperando di rendere più credibile la bugia. Detestava mentirle, ma non gli andava di confidarle i suoi fallimenti. Altre sedici ore e sarebbe stato costretto a esibirsi in un'altra brutta figura. Aveva bisogno di staccare. «Vengo a svegliarti appena arriva il dottore.» Grazie. Quando si voltò per andarsene, Wellsie disse: «Spero tu sappia che, qualunque cosa emergerà dalle analisi, la affronteremo insieme». John la guardò. Allora anche lei era preoccupata per gli esiti degli esami. Di slancio corse ad abbracciarla, poi andò in camera sua. Lasciò cadere a terra zaino e borsa da ginnastica e si stese sul letto. Dio, l'effetto cumulativo di otto ore di prese in giro bastava a fargli venir voglia di dormire per una settimana di fila. Ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la visita di Havers. E se era tutto un equivoco? Se le sue visioni notturne erano solo il frutto di un'ossessione iperattiva per Dracula? Forse non si sarebbe mai trasformato in un essere fantastico e dalla forza straordinaria. Forse era solo un umano. Per certi versi, questo avrebbe spiegato molte cose. Anche se i corsi erano solo agli inizi, era evidente che lui non era come i suoi compagni, pur essendo anche loro in fase pre-transizione. Lui era assolutamente negato per qualunque tipo di attività fisica ed era più debole degli altri. Forse con la pratica le cose sarebbero migliorate, ma ne dubitava. Chiuse gli occhi, sperando in un bel sogno. Uno che gli regalasse un fisico prestante, un sogno in cui sarebbe stato vigoroso e... Fu svegliato dalla voce di Tohr. «È arrivato Havers.» John sbadigliò, stiracchiandosi, e cercò di ignorare l'espressione comprensiva e solidale del vampiro. Quello era l'altro incubo dell'addestramento: tutte quelle figure penose le faceva davanti a lui.
«Come ti senti, figliolo... cioè, John?» Il ragazzo scosse la testa e a gesti disse: Sto bene, ma preferisco che mi chiami figliolo. Tohr sorrise. «Bene. Lo preferisco anch'io. Dai, vieni, andiamo a levarci questo pensiero delle analisi.» John lo seguì in salotto. Seduto sul divano, Havers aveva un'aria da professore con la sua giacca di tweed, il papillon rosso e gli occhiali con la montatura di tartaruga. «Ciao, John» lo salutò. Lui ricambiò il saluto alzando una mano e andò a sedersi sulla poltrona, vicino a Wellsie. «Dunque, ho gli esiti del tuo esame del sangue» esordì il medico estraendo un foglio dalla tasca interna della giacca sportiva. «Ci è voluto un po' più di tempo perché c'era un'anomalia che non mi aspettavo.» John lanciò un'occhiata a Tohr. Poi a Wellsie. Gesù... e se era solo e soltanto un umano? Che cosa gli avrebbero fatto? Sarebbe stato costretto ad andarsene? «John, tu sei un guerriero al cento per cento. Le analisi hanno evidenziato soltanto una minima traccia di sangue estraneo alla specie.» Tohr scoppiò in una sonora risata, battendo le mani. «Per la miseria! Ma è fantastico!» John si illuminò e sorrise. «E c'è un'altra cosa» riprese Havers, spingendosi gli occhiali sul naso. «Tu discendi da Darius di Marklon. Al punto che potresti essere suo figlio. Al punto che... devi per forza essere suo figlio.» Sulla stanza scese una cappa di silenzio. John spostava lo sguardo avanti e indietro da Tohr a Wellsie. Entrambi erano impietriti. Era un bella notizia? Una brutta notizia? Chi era Darius? A giudicare dalle loro facce, forse si trattava di un criminale o roba del genere... Tohr balzò su dal divano e lo prese tra le braccia, stringendolo
- Page 162 and 163: aguzzino. Ma non voleva traumatizza
- Page 164 and 165: isogno di te». Dio, se non aveva s
- Page 166 and 167: sarebbe fatto vivo proprio lo sfreg
- Page 168 and 169: sinistro, quella che aveva sin dall
- Page 170 and 171: «Sicuro di non essere interessato
- Page 172 and 173: stregoneria.] A quelle parole il Re
- Page 174 and 175: «Erano appena agli inizi.» «Dell
- Page 176 and 177: Capitolo 20 Bella venne svegliata a
- Page 178 and 179: Lo bramava. Quando la porta del bag
- Page 180 and 181: Era sul punto di gettare via le cop
- Page 182 and 183: Zsadist emise un ringhio vibrante,
- Page 184 and 185: «Scusa» mormorò lui chiudendo gl
- Page 186 and 187: cosa sto facendo.» «Sì, invece»
- Page 188 and 189: all'altro e, perdio, era quello che
- Page 190 and 191: Zsadist batté le palpebre un paio
- Page 192 and 193: Capitolo 21 Phury guardò con aria
- Page 194 and 195: «Oh, Phury, guarda la luna, è qua
- Page 196 and 197: «Mi fumo una sigaretta. Vai, adess
- Page 198 and 199: Zsadist fissava il soffitto, i cape
- Page 200 and 201: forze venir meno. Sapeva di non pot
- Page 202 and 203: Fermo sulla soglia c'era Zsadist, a
- Page 204 and 205: avrebbe drizzato bene le antenne pr
- Page 206 and 207: «Aspetta un attimo, io non...» «
- Page 208 and 209: Giunta in sala da pranzo, si fermò
- Page 210 and 211: Bella si mise a strillare mentre Bu
- Page 214 and 215: forte. Un po' troppo forte. Incapac
- Page 216 and 217: Capitolo 23 Bella doveva tornare a
- Page 218 and 219: inviato la richiesta di sehclusion
- Page 220 and 221: Batté le palpebre sfregandosi gli
- Page 222 and 223: Identico agli altri. Quella menzogn
- Page 224 and 225: Non era proprio a posto, ma quasi.
- Page 226 and 227: «Sbottona un po' la camicia» diss
- Page 228 and 229: Guardò giù. Aveva la camicia spal
- Page 230 and 231: Guardò in su verso il primo piano
- Page 232 and 233: Riuscì a malapena ad abbassare il
- Page 234 and 235: sala da pranzo. Seduto vicino a Bel
- Page 236 and 237: che quei Beta hanno lasciato nei bo
- Page 238 and 239: tagliente: «Farà meglio a venire
- Page 240 and 241: sua rete, tra gentilezza e crudelt
- Page 242 and 243: Capitolo 26 Quando la porta della d
- Page 244 and 245: nasconderlo. «Perché devi andare?
- Page 246 and 247: «Io ti amo.» Z strinse gli occhi
- Page 248 and 249: Contro la mia volontà, c'erano dei
- Page 250 and 251: lievissimo, probabilmente riusciva
- Page 252 and 253: Bella detestava la vergogna che off
- Page 254 and 255: non guardare. A contatto con l'aria
- Page 256 and 257: Zsadist batté le palpebre, disorie
- Page 258 and 259: «Fai l'amore con me» disse lei. M
- Page 260 and 261: «Io stringerò te» ribatté Bella
gesti.<br />
«Sei sicuro di stare bene?»<br />
Assolutamente. John sorrise, sperando di rendere più credibile la<br />
bugia. Detestava mentirle, ma non gli andava di confidarle i suoi<br />
fallimenti. Altre sedici ore e sarebbe stato costretto a esibirsi in un'altra<br />
brutta figura. Aveva bisogno di staccare.<br />
«Vengo a svegliarti appena arriva il dottore.»<br />
Grazie.<br />
Quando si voltò per andarsene, Wellsie disse: «Spero tu sappia che,<br />
qualunque cosa emergerà dalle analisi, la affronteremo insieme».<br />
John la guardò. Allora anche lei era preoccupata per gli esiti degli<br />
esami.<br />
Di slancio corse ad abbracciarla, poi andò in camera sua. Lasciò<br />
cadere a terra zaino e borsa da ginnastica e si stese sul letto. Dio,<br />
l'effetto cumulativo di otto ore di prese in giro bastava a fargli venir<br />
voglia di dormire per una settimana di fila.<br />
Ma l'unica cosa a cui riusciva a pensare era la visita di Havers. E se<br />
era tutto un equivoco? Se le sue visioni notturne erano solo il frutto di<br />
un'ossessione iperattiva per Dracula? Forse non si sarebbe mai<br />
trasformato in un essere fantastico e dalla forza straordinaria.<br />
Forse era solo un umano.<br />
Per certi versi, questo avrebbe spiegato molte cose. Anche se i corsi<br />
erano solo agli inizi, era evidente che lui non era come i suoi<br />
compagni, pur essendo anche loro in fase pre-transizione. Lui era<br />
assolutamente negato per qualunque tipo di attività fisica ed era più<br />
debole degli altri. Forse con la pratica le cose sarebbero migliorate, ma<br />
ne dubitava.<br />
Chiuse gli occhi, sperando in un bel sogno. Uno che gli regalasse un<br />
fisico prestante, un sogno in cui sarebbe stato vigoroso e...<br />
Fu svegliato dalla voce di Tohr. «È arrivato Havers.»<br />
John sbadigliò, stiracchiandosi, e cercò di ignorare l'espressione<br />
comprensiva e solidale del vampiro. Quello era l'altro incubo<br />
dell'addestramento: tutte quelle figure penose le faceva davanti a lui.