03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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cosa sto facendo.» «Sì, invece» disse Bella allungandosi per non perdere il contatto. «Eccome se lo sai.» «Ma...» Lei lo zittì con un altro bacio, e non passò molto tempo prima che Zsadist tornasse in gioco. Questa volta, quando lo sfiorò con la lingua anche lui schiuse le labbra tirando fuori la sua, viscida e calda. Un lento mulinello e poi eccolo entrare nella bocca di lei, saggiando, esplorando. Bella sentì che cominciava a eccitarsi. Sentiva crescere dentro di lui il fuoco e l'urgenza. Aspettava con ansia che la prendesse tra le braccia per attirarla a sé, ma lui non lo fece. Si scostò leggermente per guardarlo. Aveva le guance in fiamme e gli occhi che brillavano. Moriva dalla voglia di possederla, ma non faceva nulla per accorciare le distanze. Non voleva. «Voglio toccarti» sussurrò Bella. Alzò la mano, ma Zsadist si irrigidì, afferrandola con forza per il polso. La sua paura aleggiava sottopelle; Bella la avvertiva serpeggiargli nel corpo, impedendogli di rilassarsi. Attese che prendesse una decisione, attenta a non forzarlo. Lentamente, lui diminuì la stretta. «Solo... fai piano.» «Te lo prometto.» Cominciò dal suo braccio, facendo scorrere la punta delle dita su e giù sulla pelle liscia e glabra. Lui seguiva con gli occhi quel movimento, con una diffidenza che non la offese; i muscoli si contraevano, frementi. Lo accarezzò piano, lasciandogli il tempo di abituarsi al suo tocco, e quando fu certa che si sentiva a proprio agio si chinò per posare le labbra sui bicipiti. Sulla spalla. Sulla clavicola. Sulla sommità dei pettorali. Puntava verso il capezzolo con il piercing. Quando fu vicina all'anellino d'argento con la pallina, alzò lo sguardo su di lui. Zsadist aveva gli occhi sgranati, un mare bianco intorno alle iridi cupe. «Voglio baciarti qui» disse lei. «Va bene?»
Lui annuì leccandosi le labbra. Nell'attimo in cui la bocca di Bella lo sfiorò, fu scosso da un fremito violentissimo, come se qualcuno lo avesse strattonato con forza per le braccia e per le gambe. Lei non si fermò. Succhiò il piercing e gli girò intorno con la lingua. Zsadist mugolò, un gemito soffocato che risuonò come un rombo di tuono nel suo petto, poi inspirò con un sibilo. Premeva la testa contro i cuscini, ma la teneva reclinata per vederla. Quando lei lambì l'anellino d'argento e poi lo tirò leggermente, lui si inarcò sul letto, piegando una gamba e affondando il tallone nel materasso. Bella continuò a titillare il capezzolo finché Zsadist non strinse le coperte nei pugni chiusi. «Oh... cazzo, Bella...» Respirava a fatica, ansimando, ed era accaldato. «Cosa mi stai facendo?» «Vuoi che smetta?» «O la smetti, oppure ci dai dentro di più.» «Allora continuo ancora un po'?» «Sì... ancora un po'.» Lei riprese a lavorarselo con la bocca, giocando con l'anellino, stuzzicandolo finché lui cominciò a dimenare i fianchi. Spostò lo sguardo verso il basso e perse il ritmo. L'erezione, vistosissima, premeva contro il nylon leggero dei pantaloni della tuta. Si vedeva tutto: la grossa verga, la sommità arrotondata, i pesi gemelli sotto di essa. Dio benedetto. Era... enorme. Tutta bagnata in mezzo alle cosce, guardò in su per incrociare il suo sguardo. Zsadist la fissava a bocca spalancata mentre sul suo viso si scontravano soggezione, shock e desiderio. Bella alzò il braccio e gli spinse il pollice tra le labbra. «Succhiami.» Lui la succhiò avidamente, continuando a guardarla mentre lei titillava il capezzolo. Una smania incontrollabile si stava impadronendo di lui, Bella lo sentiva. Il desiderio stava montando, trasformandolo in una polveriera pronta a esplodere da un momento
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Lui annuì leccandosi le labbra.<br />
Nell'attimo in cui la bocca di Bella lo sfiorò, fu scosso da un fremito<br />
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Zsadist mugolò, un gemito soffocato che risuonò come un rombo<br />
di tuono nel suo petto, poi inspirò con un sibilo. Premeva la testa<br />
contro i cuscini, ma la teneva reclinata per vederla.<br />
Quando lei lambì l'anellino d'argento e poi lo tirò leggermente, lui<br />
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«Oh... cazzo, Bella...» Respirava a fatica, ansimando, ed era<br />
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«Allora continuo ancora un po'?»<br />
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Lei riprese a lavorarselo con la bocca, giocando con l'anellino,<br />
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Spostò lo sguardo verso il basso e perse il ritmo. L'erezione,<br />
vistosissima, premeva contro il nylon leggero dei pantaloni della tuta.<br />
Si vedeva tutto: la grossa verga, la sommità arrotondata, i pesi gemelli<br />
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Dio benedetto. Era... enorme.<br />
Tutta bagnata in mezzo alle cosce, guardò in su per incrociare il suo<br />
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Bella alzò il braccio e gli spinse il pollice tra le labbra. «Succhiami.»<br />
Lui la succhiò avidamente, continuando a guardarla mentre lei<br />
titillava il capezzolo. Una smania incontrollabile si stava<br />
impadronendo di lui, Bella lo sentiva. Il desiderio stava montando,<br />
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