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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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Era sul punto di gettare via le coperte, quando lui si alzò.<br />

Vedendolo venire verso il letto, si bloccò. Zsadist lasciò cadere i torsoli<br />

di mela nel piatto e afferrò il tovagliolo di Bella. Dopo essersi pulito le<br />

mani prese il vassoio e lo portò fuori in corridoio, posandolo accanto<br />

alla porta. Quindi tornò verso la sua metà del letto e si sdraiò sopra le<br />

coperte. Incrociò le braccia al petto, accavallò le caviglie e chiuse gli<br />

occhi.<br />

Una dopo l'altra le candele si spensero. Ne rimase accesa una.<br />

«Lascio quella, così puoi vederci» disse.<br />

Bella lo guardò. «Zsadist?»<br />

«Sì?»<br />

«Quando ero...» si interruppe per schiarirsi la gola. «Quando ero in<br />

quel buco, sottoterra, pensavo a te. Volevo che venissi a salvarmi.<br />

Sapevo che potevi tirarmi fuori.»<br />

Lui aggrottò la fronte, a palpebre abbassate. «Anch'io pensavo a te.»<br />

«Davvero?» Lui mosse il mento su e giù, ma Bella insistette:<br />

«Veramente?».<br />

«Sì. In certi giorni... eri l'unica cosa a cui riuscivo a pensare.»<br />

Bella sgranò gli occhi. Si girò verso di lui puntellandosi sul gomito e<br />

appoggiando la testa sulla mano.<br />

«Sul serio?» Zsadist non rispose, ma lei lo incalzò. «Perché?»<br />

Lui dilatò l'ampio petto soffiando fuori il fiato. «Volevo riportarti a<br />

casa. Tutto qua.»<br />

Oh... quindi stava solo facendo il suo lavoro.<br />

Bella lasciò ricadere il braccio e si voltò dall'altra parte. «Be'... grazie<br />

di essere venuto a cercarmi.»<br />

Nel silenzio della stanza, rimase a contemplare la candela che<br />

ardeva sul comodino. La fiamma, a forma di lacrima, ondeggiava,<br />

bella, aggraziata...<br />

«Non sopportavo l'idea che fossi spaventata e sola» disse piano<br />

Zsadist. «L'idea che qualcuno ti avesse fatto del male. Non riuscivo a...<br />

rassegnarmi.»<br />

Trattenendo il respiro, Bella lo guardò da sopra la spalla.

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