03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA
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sinistro, quella che aveva sin dalla nascita... quella che, a detta di Tohr, i membri della confraternita ricevevano al momento dell'iniziazione. Fantastico. Adesso poteva aggiungere anche questo alla lunga lista di cose che non voleva sentir nominare dai suoi compagni di classe. Quando uscì dalla doccia con un asciugamano legato in vita vide che gli altri, compreso Blaylock, stavano facendo capannello. Mentre lo squadravano in silenzio, lui si chiese se, al pari dei lupi e dei cani, anche i vampiri avessero l'istinto del branco. Quelli continuavano a fissarlo e John pensò: Be', direi che questo equivale a un sì grosso come una casa. A capo chino si diresse al suo armadietto; non vedeva l'ora di arrivare alla fine della giornata. Intorno alle tre del mattino Phury camminava svelto lungo la Decima Strada in direzione dello ZeroSum. Butch lo aspettava davanti all'ingresso in vetro e metallo cromato del club, passeggiando con disinvoltura malgrado il freddo. Con il lungo cappotto di cachemire e il berretto dei Red Sox calato sulla fronte, aveva un bell'aspetto. Anonimo, ma bello. «Come va?» chiese l'ex sbirro mentre si salutavano battendo i palmi. «È stata una serata di merda sul versante lesser. Non se n'è visto neanche mezzo. Ehi, amico, grazie della compagnia, ne ho bisogno.» «Nessun problema» disse Butch, calcandosi il berretto sulla fronte. Come i fratelli, cercava di non farsi notare. Da detective della omicidi aveva contribuito a sbattere in galera una bella quantità di spacciatori, quindi gli conveniva non dare troppo nell'occhio. Dentro il locale la musica techno era fastidiosa, le luci stroboscopiche erano fastidiose e tutti quegli umani erano fastidiosissimi, ma Phury aveva i suoi buoni motivi per essere lì e Butch si stava sforzando di essere gentile. Più o meno. «Questo posto è un po' troppo alternativo per i miei gusti» brontolò l'ex poliziotto, squadrando un tizio in tuta da ginnastica rosa shocking e trucco in tinta. «Mille volte meglio un'adunata di bifolchi di campagna e un po' di birra locale di queste puttanate da cultura
metropolitana.» Giunti alla sala VIP, il cordone di seta venne abbassato immediatamente per lasciarli passare. Phury rivolse un cenno del capo al buttafuori, poi guardò Butch. «Faccio in un attimo.» «Sai dove trovarmi.» Mentre lo sbirro andava a sedersi al solito tavolo, Phury si diresse verso il fondo dell'area riservata alla clientela più esclusiva, fermandosi davanti ai due Mori di guardia all'ingresso dell'ufficio del Reverendo. «Vado ad avvertirlo che lei è qui» disse quello a sinistra. Una frazione di secondo dopo, Phury venne fatto accomodare. Con le luci soffuse e il soffitto basso, l'ufficio era una specie di grotta; il vampiro dietro la scrivania dominava l'intero spazio, specialmente quando si alzò in piedi. Il Reverendo era un marcantonio alto quasi due metri e perennemente fatto; il taglio di capelli alla mohicana gli donava come gli eleganti completi di taglio italiano. La sua faccia, spietata e intelligente, lo collocava di diritto nel giro d'affari pericoloso in cui operava. Gli occhi, però... gli occhi non c'entravano niente con tutto il resto. Erano color ametista, un viola scuro molto luminoso, e curiosamente belli. «Già di ritorno?» La voce era bassa, profonda, più dura del solito. Prendi la merce e sbrigati, pensò Phury. Tirò fuori un rotolo di banconote da cui estrasse tre bigliettoni, poi allargò a ventaglio i pezzi da mille dollari sopra la scrivania cromata. «Il doppio del solito. E lo voglio diviso in pacchetti da dieci grammi.» Il Reverendo sorrise sornione, voltando la testa a sinistra. «Rally, vai a prendere quello che ha chiesto il signore. E tagliaglielo come si deve.» Dall'oscurità emerse un tirapiedi, che scomparve in fretta oltre una porticina nell'angolo in fondo alla stanza. Quando furono soli, il Reverendo girò lentamente intorno alla scrivania; si muoveva come se nelle vene gli scorresse olio, non sangue, emanando una forza sinuosa. Si avvicinò a Phury, tanto che lui infilò la mano sotto il giaccone per impugnare una delle pistole.
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sinistro, quella che aveva sin dalla nascita... quella che, a detta di Tohr,<br />
i membri della confraternita ricevevano al momento dell'iniziazione.<br />
Fantastico. Adesso poteva aggiungere anche questo alla lunga lista<br />
di cose che non voleva sentir nominare dai suoi compagni di classe.<br />
Quando uscì dalla doccia con un asciugamano legato in vita vide<br />
che gli altri, compreso Blaylock, stavano facendo capannello. Mentre<br />
lo squadravano in silenzio, lui si chiese se, al pari dei lupi e dei cani,<br />
anche i vampiri avessero l'istinto del branco.<br />
Quelli continuavano a fissarlo e John pensò: Be', direi che questo<br />
equivale a un sì grosso come una casa.<br />
A capo chino si diresse al suo armadietto; non vedeva l'ora di<br />
arrivare alla fine della giornata.<br />
Intorno alle tre del mattino Phury camminava svelto lungo la<br />
Decima Strada in direzione dello ZeroSum. Butch lo aspettava davanti<br />
all'ingresso in vetro e metallo cromato del club, passeggiando con<br />
disinvoltura malgrado il freddo. Con il lungo cappotto di cachemire e<br />
il berretto dei Red Sox calato sulla fronte, aveva un bell'aspetto.<br />
Anonimo, ma bello.<br />
«Come va?» chiese l'ex sbirro mentre si salutavano battendo i palmi.<br />
«È stata una serata di merda sul versante lesser. Non se n'è visto<br />
neanche mezzo. Ehi, amico, grazie della compagnia, ne ho bisogno.»<br />
«Nessun problema» disse Butch, calcandosi il berretto sulla fronte.<br />
Come i fratelli, cercava di non farsi notare. Da detective della omicidi<br />
aveva contribuito a sbattere in galera una bella quantità di spacciatori,<br />
quindi gli conveniva non dare troppo nell'occhio.<br />
Dentro il locale la musica techno era fastidiosa, le luci<br />
stroboscopiche erano fastidiose e tutti quegli umani erano<br />
fastidiosissimi, ma Phury aveva i suoi buoni motivi per essere lì e Butch<br />
si stava sforzando di essere gentile. Più o meno.<br />
«Questo posto è un po' troppo alternativo per i miei gusti» brontolò<br />
l'ex poliziotto, squadrando un tizio in tuta da ginnastica rosa shocking<br />
e trucco in tinta. «Mille volte meglio un'adunata di bifolchi di<br />
campagna e un po' di birra locale di queste puttanate da cultura