03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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28.05.2013 Views

Capitolo 16 Quando Phury si svegliò erano le tre e un quarto del pomeriggio. Aveva dormito malissimo, ancora così in collera per quanto era successo la notte prima che le sue ghiandole surrenali facevano gli straordinari. Il che non favoriva certo il sonno. Prese uno spinello e lo accese. Riempiendosi i polmoni di fumo e trattenendolo il più possibile, cercò di scacciare l'idea di andare in camera di Zsadist e svegliarlo con un cazzotto alla mascella, anche se la tentazione era forte. Per la miseria, non riusciva a credere che Z avesse cercato di insidiare Bella. Odiava il gemello per la sua depravazione. Odiava anche se stesso per essersi stupidamente sorpreso. Era sempre stato convinto che la schiavitù non avesse distrutto tutto quello che c'era di buono in Zsadist... che in lui fosse sopravvissuto un brandello di anima. Ma dopo l'altra notte non aveva più dubbi sulla malvagità del suo gemello. Nemmeno uno. Quello che più gli rodeva era la consapevolezza di avere deluso Bella. Non avrebbe mai dovuto lasciarla nella stanza di Z. Non sopportava di avere sacrificato la sua sicurezza a causa della propria caparbia ingenuità. Bella... Ripensò a come gli aveva permesso di tenerla stretta. In quei brevi istanti si era sentito invincibile, in grado di proteggerla contro un intero esercito di lesser. Per quei pochi minuti lei lo aveva trasformato in un vero maschio, un essere utile e con uno scopo nella vita. Che rivelazione scoprire di essere qualcosa di più di un idiota ipersensibile sempre alle calcagna di un pazzo assassino afflitto da manie suicide. Era divorato dal desiderio di passare la notte con lei, ma se n'era andato perché era la cosa giusta da fare. Bella era stremata, e soprattutto - a dispetto del proprio voto di castità - lui era inaffidabile. Avrebbe voluto confortarla con il proprio corpo. Avrebbe voluto amarla, venerarla e fondersi in una sola cosa con lei. Basta, non poteva indulgere in certe fantasie.

A poco a poco, fumando lo spinello, sentì allentarsi la tensione nelle spalle. Pervaso da un senso di calma, lanciò un'occhiata alla propria scorta segreta. Era già ridotta all'osso; per quanto detestasse vedere il Reverendo, doveva fare rifornimento. Già! Visto il rancore che covava nei confronti di Z, gliene sarebbero serviti in abbondanza. Il fumo rosso era solo un blando rilassante muscolare, in realtà, niente di paragonabile alla marijuana o alle droghe pesanti. Ma come altri ricorrevano ai cocktail, Phury faceva affidamento sulle canne per rilassarsi. Se non fosse stato costretto a rivolgersi al Reverendo per procurarsi la roba, lo avrebbe considerato un passatempo assolutamente innocuo, un piacevole sollievo. Schiacciò il mozzicone nel posacenere e scese dal letto. Dopo essersi agganciato la protesi, andò in bagno a farsi doccia e barba, poi indossò un paio di calzoni e una camicia di seta, quindi infilò prima il piede vero poi quello artificiale in un paio di mocassini Cole Haan. Si diede una controllata allo specchio, si lisciò un po' i capelli e trasse un profondo respiro. Uscì e bussò piano alla stanza accanto. Non ricevendo risposta, bussò di nuovo, poi aprì la porta. Il letto era sfatto ma vuoto, e Bella non era in bagno. Tornò in corridoio con nelle orecchie un campanello d'allarme, e senza nemmeno accorgersene stava già correndo. Oltrepassò lo scalone e imboccò il corridoio fiancheggiato dalle statue. Giunto davanti alla porta di Z, la spalancò senza curarsi di bussare. Si fermò impietrito. Il suo primo pensiero fu che Zsadist rischiava di cadere dal letto, sdraiato com'era sopra il piumino e sul bordo del materasso. Gesù... doveva stare scomodissimo. Aveva le braccia strette intorno al petto nudo e le gambe piegate di lato, con le ginocchia sospese a mezz'aria. La testa, però, era voltata dalla parte opposta. Verso Bella. Le labbra deformate dalla cicatrice, invece di ringhiare erano socchiuse, e le sopracciglia, solitamente aggrottate con fare aggressivo, erano distese, rilassate, in un'espressione di sonnolenta adorazione. Bella teneva il viso sollevato verso Z, tranquilla come una notte serena, raggomitolata accanto a lui per quanto glielo consentivano le

Capitolo 16<br />

Quando Phury si svegliò erano le tre e un quarto del pomeriggio.<br />

Aveva dormito malissimo, ancora così in collera per quanto era<br />

successo la notte prima che le sue ghiandole surrenali facevano gli<br />

straordinari. Il che non favoriva certo il sonno.<br />

Prese uno spinello e lo accese. Riempiendosi i polmoni di fumo e<br />

trattenendolo il più possibile, cercò di scacciare l'idea di andare in<br />

camera di Zsadist e svegliarlo con un cazzotto alla mascella, anche se la<br />

tentazione era forte.<br />

Per la miseria, non riusciva a credere che Z avesse cercato di<br />

insidiare Bella. Odiava il gemello per la sua depravazione. Odiava<br />

anche se stesso per essersi stupidamente sorpreso. Era sempre stato<br />

convinto che la schiavitù non avesse distrutto tutto quello che c'era di<br />

buono in Zsadist... che in lui fosse sopravvissuto un brandello di<br />

anima. Ma dopo l'altra notte non aveva più dubbi sulla malvagità del<br />

suo gemello. Nemmeno uno.<br />

Quello che più gli rodeva era la consapevolezza di avere deluso<br />

Bella. Non avrebbe mai dovuto lasciarla nella stanza di Z. Non<br />

sopportava di avere sacrificato la sua sicurezza a causa della propria<br />

caparbia ingenuità. Bella...<br />

Ripensò a come gli aveva permesso di tenerla stretta. In quei brevi<br />

istanti si era sentito invincibile, in grado di proteggerla contro un<br />

intero esercito di lesser. Per quei pochi minuti lei lo aveva trasformato<br />

in un vero maschio, un essere utile e con uno scopo nella vita.<br />

Che rivelazione scoprire di essere qualcosa di più di un idiota<br />

ipersensibile sempre alle calcagna di un pazzo assassino afflitto da<br />

manie suicide.<br />

Era divorato dal desiderio di passare la notte con lei, ma se n'era<br />

andato perché era la cosa giusta da fare. Bella era stremata, e<br />

soprattutto - a dispetto del proprio voto di castità - lui era inaffidabile.<br />

Avrebbe voluto confortarla con il proprio corpo. Avrebbe voluto<br />

amarla, venerarla e fondersi in una sola cosa con lei.<br />

Basta, non poteva indulgere in certe fantasie.

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