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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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Mentre gli echi della brutalità di Z laceravano il silenzio dei boschi,<br />

Phury si sentì crollare sotto il peso di quel terzo grado; al contrario dei<br />

lesser, che tenevano duro. Erano maledettamente ostinati, quei<br />

bastardi.<br />

«Non so quanto ancora potrò reggere» disse con un filo di voce.<br />

Zsadist era l'unica cosa che aveva al mondo, a parte la missione<br />

della confraternita di proteggere la razza dai non morti. Tutti i giorni<br />

Phury dormiva da solo, se mai dormiva, il cibo gli procurava ben poco<br />

piacere e le femmine erano off limits per via del suo voto di castità.<br />

Non faceva che preoccuparsi di ciò che il suo gemello poteva<br />

combinare. Gli sembrava di morire a poco a poco, dissanguato<br />

lentamente da un migliaio di coltellate. Una sorta di bersaglio per<br />

procura della furia assassina di Z.<br />

Vishous allungò la mano guantata afferrandolo per la gola.<br />

«Guardami, amico.»<br />

Phury lo guardò e rabbrividì. L'occhio sinistro del fratello, quello<br />

circondato dai tatuaggi, si dilatò fino a tramutarsi in una voragine<br />

nera.<br />

«V, no... Non voglio...» Merda. In quel momento non aveva<br />

nessuna voglia di farsi predire il futuro. Non sapeva come avrebbe<br />

reagito alla notizia che le cose potevano solo peggiorare.<br />

«La neve cade lenta, stanotte» disse Vishous, sfregando il pollice<br />

avanti e indietro sulla turgida giugulare del compagno.<br />

Phury batté le palpebre, pervaso da uno strano senso di calma, il<br />

cuore che rallentava al ritmo della carezza di V. «Come?»<br />

«La neve... cade così lenta.»<br />

«Sì... sì, è vero.»<br />

«E quest'anno ne è caduta parecchia, eh?»<br />

«Uh... sì.»<br />

«Già, tanta neve, e ne cadrà ancora. Stanotte. Domani. Il mese,<br />

l'anno prossimo. Viene quando le pare e cade dove vuole.»<br />

«Giusto» disse piano Phury. «Non c'è modo di fermarla.»<br />

«No, a meno che tu non sia il suolo.» Il pollice si bloccò. «E tu non

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