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03.La Confraternita Del Pugnale Nero_PORPORA

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sfoderato le zanne e moriva dalla voglia di bere, ma non fece niente,<br />

se non baciare la sua pelle delicata e declinare l'offerta. Come poteva<br />

strapparle quello che strappavano regolarmente a lui? Lei si era offerta<br />

di nutrirlo, ma vi era stata costretta. Era prigioniera della Padrona,<br />

proprio come lui.<br />

Più tardi entrarono le guardie, e quando videro che la servetta lo<br />

stava cullando rimasero interdette, ma non la trattarono male.<br />

Uscendo, lei guardò lo schiavo con espressione preoccupata.<br />

Alcuni istanti dopo lo bersagliarono di dardi, ne piovvero talmente<br />

tanti dalla feritoia che gli sembrava di essere sotto una sassaiola.<br />

Mentre scivolava nell'incoscienza pensò confusamente che la frenesia<br />

di quell'attacco non lasciava presagire niente di buono.<br />

Al suo risveglio la Padrona torreggiava sopra di lui, furente. Aveva<br />

in mano qualcosa, lui però non riusciva a distinguere cosa fosse.<br />

«Ti credi superiore ai doni che ti faccio?»<br />

La porta della cella si aprì e le guardie trascinarono dentro il corpo<br />

inerte della giovane serva. Quando la lasciarono andare, crollò a terra<br />

come una bambola di pezza. Morta.<br />

Lo schiavo urlò in preda a una furia cieca, il ruggito che riecheggiava<br />

contro le mura di pietra della cella, sempre più alto, fino a trasformarsi<br />

in un tuono assordante. Strattonò i ferri che lo tenevano prigioniero e<br />

uno dei pali a cui erano assicurate le catene si spezzò con uno schianto;<br />

e lui ancora ruggiva selvaggiamente.<br />

Le guardie si ritrassero, spaventate. Persino la Padrona sembrava<br />

impressionata dalla furia che lei stessa aveva scatenato. Ma come<br />

sempre non tardò a riprendere in pugno la situazione.<br />

«Lasciateci soli» ordinò alle guardie.<br />

Attese che lo schiavo si placasse, stremato. Poi si chinò sopra di lui,<br />

e impallidì.<br />

«I tuoi occhi» sussurrò, attonita. «I tuoi occhi...»<br />

Per un attimo parve intimorita, poi si ammantò di una regale<br />

indulgenza.<br />

«Devi bere il sangue delle femmine che ti offro» disse lanciando<br />

un'occhiata al corpo senza vita della servetta. «E farai meglio a non

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