implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin un secondo momento, ma allo stesso tempo questo non significa che i bambini non siano incapaci di inferenze pragmatiche. Con le parole di Noveck: “These results […] reveal a consistent ordering in which representations of weak scalar terms tend to be treated logically by young competent participants and more pragmatically by older ones” (Noveck 2001: 165). Per questa ragione “children are more logical than adults” (Noveck 2001: 165). Infine una precisazione su questo studio: Noveck ha attentamente evitato di dichiarare che la generale capacità di inferire le implicature sia connessa ad una particolare età e quindi questo potrebbe costituire un ulteriore campo di ricerca, si può infatti tentare di stabilire con più precisione intorno a quale età un bambino acquisisce la competenza pragmatica collegata alle SI. 2.2.2 La Processing Limitation Hypothesis In base al framework teorico descritto al paragrafo 2.1.4.4, Chierchia et al. (2001) conducono una serie di esperimenti per indagare la competenza nell’elaborazione delle implicature scalari e dei contesti downward entailment 29 nei bambini, o meglio, cercano di capire come vengono interpretate frasi contenenti termini scalari anche all’interno di quei contesti che dovrebbero portare alla cancellazione delle implicature. Riprendiamo brevemente l’approccio chierchiano sulla computazione delle implicature scalari (The Semantic Core Model): le SI sono introdotte e computate localmente, piuttosto che globalmente. Inoltre l’attivazione di una SI è soggetta ad una condizione generale: deve portare ad un’affermazione più forte rispetto alla frase corrispondente senza l’implicatura. Se ciò non accade, la SI viene automaticamente rimossa. Secondo questo modello la grammatica fornisce al parlante due significati per ogni frase e lui tenderà ad usare quello più forte in modo cooperativo. Come abbiamo 29 Cfr. paragrafo 2.1.4.3.1. 98
IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin visto, l’attivazione dell’implicatura scalare e l’ammissione di any in certi contesti sono entrambi guidati da parametri di informatività rispetto alle alternative rilevanti permesse; in particolare le SI devono essere rimosse in quei contesti che ammettono la presenza di any. Inoltre queste operazioni sono governate dallo stesso principio ricorsivo semantico che combina i significati nel componente semantico della Grammatica Universale, in contrasto con l’approccio griceano che vedeva le due operazioni appartenenti a differenti componenti della facoltà del linguaggio. Secondo l’approccio standard, il bambino dovrebbe essere in grado di maneggiare i due fenomeni (SI e contesti DE) in modo indipendente l’uno dall’altro, poiché la proprietà di contesto DE risiede nella componente semantica e il meccanismo per computare le SI si trova nella componente pragmatica. Secondo questa visione il bambino potrebbe avere competenza in uno dei due fenomeni prima dell’altro, per esempio potrebbe produrre e comprendere costruzioni che coinvolgono un contesto DE prima di essere in grado di attivare le SI. Chierchia definisce questa ipotesi Pragmatic Delay Hypothesis: la conoscenza del valore scalare della disgiunzione e di alcuni non dovrebbe essere disponibile quando i bambini imparano il significato logico, per questo accettano frasi del tipo “Alcuni N” nella situazione nelle quali è più appropriato usare “Tutti gli N”. Al contrario, per il Semantic Core Model, il bambino è in grado di computare l’implicatura ma poi la cancella. Le SI non si attivano nei contesti DE a causa delle loro proprietà semantiche, che fanno parte del significato delle espressioni delle lingue naturali. Di conseguenza Chierchia si aspetta che i bambini cancellino l’implicatura scalare non appena inizi ad operare nel loro discorso il contesto DE: i suoi esperimenti sono stati progettati per decidere quale dei due modelli di interpretazione sia il più appropriato. Il primo esperimento in particolare indaga l’interpretazione dell’operatore disgiuntivo nel contesto a monotonia decrescente realizzato dal quantificatore universale ogni, il secondo analizza la disgiunzione in contesti non-DE in cui si dovrebbe attivare l’interpretazione esclusiva. Hanno partecipato al primo esperimento 15 bambini di età media di quattro anni e al secondo un gruppo di bambini di età media di cinque anni ed un gruppo di controllo formato da adulti. Viene utilizzata la metodologia del Truth Value Judgment Task: nel primo esperimento ai bambini viene raccontata una storia in cui Biancaneve e quattro nani vanno a fare un picnic; 99
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