implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin sfruttando un meccanismo di dinamica conversazionale che può avere una portata generale. 2.1.3 Le implicature scalari L’implicatura può essere indotta a volte dal fatto che i due disgiunti sono semanticamente incompatibili (es. pari - dispari). Vediamo altri esempi che sottostanno alla stessa logica: (31) a. E’ entrato un ragazzo. Era biondo. b. → implica: non è entrato più di un ragazzo c. Qualche ragazzo ha fatto bene l’esame. d. → implica: Non tutti i ragazzi hanno fatto bene l’esame. e. E’ possibile che Ugo venga licenziato. f. → implica: Non è necessario che Ugo venga licenziato. In tutti gli esempi, quando viene pronunciata la frase (31a) o (31c) o (31e) automaticamente si tende ad assumere come vera anche la frase (31b) o (31d) o (31f). Tuttavia quest’ultime non sono conseguenze delle prime frasi e possono anche essere cancellate, per esempio: (32) E’ entrato un ragazzo. Era biondo. Assieme a lui ne è entrato un altro che era bruno. Questo meccanismo si può generalizzare con la nozione di implicatura scalare (SI), termine coniato da Horn (1972) e così definito: l’implicatura scalare è un processo inferenziale che coinvolge due elementi linguistici correlati, uno più informativo dell’altro, e che porta ad un aumento di informatività dell’elemento debole per eliminazione dei casi in cui varrebbe l’elemento forte. Horn ha proposto questo termine perché in ciascuno dei casi in (31) possiamo ricostruire una “scala” costituita da un elemento più informativo e un elemento meno informativo (figura 6): 78
IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin elemento forte (più informativo) e tutti più di uno Necessario 79 elemento debole (meno informativo) o qualche uno o più possibile Figura 6. La scala di Horn. L’elemento forte è quello che da più informazione, che “dice di più”. Nelle frasi in (31) si è in qualche modo tentati di considerare l’elemento debole come ambiguo tra una lettura neutra e una lettura in cui l’elemento forte viene escluso, come abbiamo visto per il caso della disgiunzione. Quindi si assume che il significato delle espressioni deboli sia quello neutro e si spiega il sorgere di un’interpretazione in cui si aggiunge la negazione dell’elemento forte come un’implicatura conversazionale. Abbiamo già detto che le implicature scalari sono un tipo particolare di implicature conversazionali e sono cancellabili. Più precisamente sono definite come implicature di quantità, poiché violano la massima della quantità di Grice. Infatti sono basate sull’utilizzo di un termine relativamente debole dal punto di vista informazionale. Si veda l’esempio (33): (33) a. Alcuni studenti hanno superato l’esame. b. ALTERNATIVA: Tutti gli studenti hanno superato l’esame. c. IMPLICATURA: Non tutti gli studenti hanno superato l’esame. Nel computare il significato di una frase del tipo (33a) attiviamo un’implicatura, dando l’interpretazione: Alcuni studenti, ma non tutti, hanno passato l’esame. Il significato logico di alcuni, infatti, è quello di più di due ma potenzialmente tutti, rappresentato dalla frase (33b) che noi però scartiamo perché diamo per scontato che l’interlocutore voglia essere cooperativo. Infatti aveva a disposizione un’alternativa più forte e più informativa per esprimere che ogni studente ha superato l’esame, avrebbe quindi usato tutti. Inoltre secondo Grice “non si deve pronunciare un’affermazione debole invece di una forte, a meno che non si abbia una buona ragione per farlo” (Grice 1961), da ciò deduciamo che l’alternativa con tutti non è vera. In sostanza per computare
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