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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

derivare la seconda come un’implicatura conversazionale. La prima ipotesi si ritiene<br />

implausibile per ragioni <strong>di</strong> <strong>linguistica</strong> comparata, ovvero ci si aspetterebbe <strong>di</strong> trovare<br />

delle lingue in cui questa ambiguità è risolta, in cui cioè esistono due <strong>di</strong>verse parole per<br />

i due significati. Ma nonostante alcune lingue 22 abbiamo più <strong>di</strong> un morfema per<br />

esprimere la <strong>di</strong>sgiunzione, tali morfemi tendono ad essere sistematicamente ambigui tra<br />

un senso esclusivo ed uno inclusivo. Quin<strong>di</strong> la seconda ipotesi è quella corretta, ovvero<br />

è possibile spiegare una delle due interpretazioni come un’implicatura.<br />

Come già detto in precedenza, l’implicatura conversazionale è un processo<br />

interpretativo in cui prima si considera il significato letterale <strong>di</strong> un’espressione, e poi si<br />

formula un’ipotesi su cosa il nostro interlocutore possa intendere. Si parte da<br />

un’apparente violazione <strong>di</strong> una massima <strong>di</strong> Grice e si arriva al messaggio inteso,<br />

ipotizzando in qualche modo <strong>di</strong> restaurarla. Per Grice infatti l’implicatura è calcolabile<br />

in base a:<br />

(30) a. significato letterale/convenzionale<br />

b. massime conversazionali<br />

c. informazione presente nel contesto<br />

Inoltre si <strong>di</strong>stingue tra <strong>implicature</strong> conversazionali particolarizzate, che si verificano in<br />

contesti d’uso molto specifici, come il caso dell’esempio (19) e <strong>implicature</strong><br />

conversazionali generalizzate, cioè prodotte in un’ampia varietà <strong>di</strong> contesti.<br />

La <strong>di</strong>sgiunzione viene interpretata come implicatura generalizzata. Infatti date<br />

due proposizioni A e B, unite dalla <strong>di</strong>sgiunzione, il significato letterale, elementare <strong>di</strong> A<br />

o B sarà la lettura inclusiva. Applicando l’implicatura conversazionale ne risulterà la<br />

lettura esclusiva: (A o B) e non (A e B). Se infatti l’enunciatore, intendendo A e B,<br />

<strong>di</strong>cesse A o B, violerebbe la prima massima della quantità (contributo informativo<br />

inferiore a quanto richiesto) e la seconda sottomassima del modo (introduzione <strong>di</strong><br />

ambiguità non necessaria). Ma poiché è cooperativo non lo fa, quin<strong>di</strong> non intende A e B<br />

e per esclusione si arriva all’interpretazione esclusiva, che può essere corretta in<br />

qualsiasi momento.<br />

22 Chierchia (1997: 185) cita il caso latino <strong>di</strong> vel e aut, sottolineando che i fatti non sono chiari su questo.<br />

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