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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

la capacità <strong>di</strong> lettura e il livello generale <strong>di</strong> intelligenza dei soggetti <strong>di</strong>slessici.<br />

Successivamente mi sono concentrata sulle principali teorie della <strong>di</strong>slessia evolutiva, le<br />

quali possono essere <strong>di</strong>vise in due gran<strong>di</strong> gruppi: da una parte quelle che considerano il<br />

deficit <strong>di</strong> natura fonologica come la causa principale e dall’altra quelle che sostengono<br />

che l’incapacità <strong>di</strong> lettura sia collegata a deficit generali <strong>di</strong> tipo sensoriale (visivo,<br />

u<strong>di</strong>tivo e motorio). Ho riportato anche alcuni stu<strong>di</strong> recenti <strong>di</strong> Ramus (2004) e White et<br />

al. (2006) che sostengono la presenza <strong>di</strong> una doppia <strong>di</strong>ssociazione tra deficit senso-<br />

motori e <strong>di</strong> lettura.<br />

Dal momento che molte caratteristiche della <strong>di</strong>slessia evolutiva sono comuni al<br />

<strong>di</strong>sturbo specifico del linguaggio, ho deciso <strong>di</strong> accennare brevemente a questo <strong>di</strong>sturbo e<br />

ai suoi aspetti principali.<br />

In seguito, considerando il fatto che il deficit fonologico è presente nella totalità<br />

della popolazione <strong>di</strong>slessica, mentre i <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong> tipo sensoriale si presentano solo in<br />

alcuni soggetti, ho approfon<strong>di</strong>to la <strong>di</strong>scussione su questo argomento. La teoria del<br />

deficit fonologico sosteneva inizialmente la presenza <strong>di</strong> un danno alle rappresentazioni<br />

fonologiche, successivamente, con gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Ramus e Szenkovits (2007) fu specificato<br />

che non sono le rappresentazioni fonologiche ad essere danneggiate, ma piuttosto<br />

l’accesso ad esse, a sua volta causate da un danno nella memoria operativa ed una<br />

povera consapevolezza fonologica. Inoltre una ricerca De Bree (2007) ha permesso <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong>are il deficit fonologico nei bambini a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia, ovvero bambini in età<br />

prescolare, ed ha <strong>di</strong>mostrato che lo sviluppo fonologico dei bambini <strong>di</strong>slessici è<br />

ritardato. Anche uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Wijnen presso l’università <strong>di</strong> Utrecht ha <strong>di</strong>mostrato che i<br />

bambini a rischio <strong>di</strong>slessia presentano un ritardo sistematico e piuttosto consistente<br />

nello sviluppo del linguaggio.<br />

Nei paragrafi successivi ho spiegato i due principali modelli sul ruolo della<br />

memoria nella <strong>di</strong>slessia. Il primo è il modello <strong>di</strong>chiarativo procedurale, che rientra<br />

nell’ambito <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong> sulla modularità della mente e che è stato ideato da M. Ullman e<br />

E. Pierpoint (2005), i quali suggeriscono che lo SLI possa essere spiegato da uno<br />

sviluppo anormale delle strutture cerebrali che costituiscono il sistema <strong>di</strong> memoria<br />

procedurale e che lo stesso deficit procedurale sia anche causa della <strong>di</strong>slessia evolutiva.<br />

Secondo Ullman, quin<strong>di</strong>, alla base della <strong>di</strong>slessia evolutiva ci sarebbe una <strong>di</strong>sfunzione<br />

del sistema <strong>di</strong> memoria procedurale.<br />

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