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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

1.7.2 Dyslexia, pronoun interpretation and verbal working<br />

memory (M. Vender, 2008)<br />

Nell’esperimento condotto da M. Vender (2008) viene testata la comprensione <strong>di</strong><br />

espressioni referenziali e, più precisamente <strong>di</strong> proposizioni italiane contenenti un<br />

pronome nullo o un pronome foneticamente realizzato. Anche Vender sostiene l’ipotesi<br />

che i <strong>di</strong>slessici presentino un deficit <strong>di</strong> memoria operativa. Dal momento che<br />

l’interpretazione <strong>di</strong> un’espressione referenziale è un compito piuttosto complesso che<br />

impone un carico considerevole sulla memoria operativa, si prevedeva che i soggetti che<br />

soffrono <strong>di</strong> un danno alla memoria operativa avessero maggiori <strong>di</strong>fficoltà nell’assegnare<br />

il referente corretto all’espressione pronominale. I soggetti vennero testati su frasi del<br />

tipo (2) e (3):<br />

(2) Paperina ha ballato con Minnie e poi Ø ha preparato la cena.<br />

(3) Paperina ha ballato con Minnie e poi lei ha preparato la cena.<br />

Dal momento che l’italiano è una lingua pro-drop, che quin<strong>di</strong> ammette<br />

l’omissione del pronome soggetto, nella frase (2) un parlante nativo non avrà <strong>di</strong>fficoltà<br />

a capire che il corretto antecedente del pronome nullo è Paperina.<br />

Per comprendere come avviene l’assegnazione del referente in un contesto <strong>di</strong><br />

questo genere è necessario riassumere brevemente la Teoria dell’Accessibilità, che<br />

spiega come viene stabilita la relazione tra espressione anaforica e antecedente. Secondo<br />

questa teoria alcune entità sono più facilmente recuperabili nella memoria e il parlante è<br />

in grado <strong>di</strong> selezionare all’interno <strong>di</strong> un insieme <strong>di</strong> possibili espressioni anforiche, la più<br />

appropriata per permettere all’ascoltatore <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il referente corretto. Inoltre le<br />

espressioni referenziali sono viste come dei marcatori <strong>di</strong> accessibilità (accessibility<br />

markers) or<strong>di</strong>nati in una precisa gerarchia dal massimo al minimo grado. La loro<br />

posizione nella scala fornisce le istruzioni appropriate per recuperare l’antecedente in<br />

base a quanto questo è accessibile all’interno del <strong>di</strong>scorso 14 .<br />

14 Si veda Ariel (1991) per ulteriori approfon<strong>di</strong>menti.<br />

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