implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...
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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />
Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />
Karin Martin<br />
L’ambiguità <strong>di</strong> questa frase risiede nella doppia interpretazione che le si può dare: a<br />
seconda dell’antecedente che viene scelto per “sua”. Una possibilità è “ogni amico <strong>di</strong><br />
Francesco”, dalla quale risulterebbe come significato complessivo che ogni bambino ha<br />
colorato la sua propria bicicletta; l’altra possibilità è quella <strong>di</strong> scegliere come<br />
antecedente “Francesco” e in questo caso il risultato complessivo della frase sarebbe<br />
che ogni amico <strong>di</strong> Francesco ha colorato la bicicletta <strong>di</strong> Francesco. Le due<br />
interpretazioni hanno una relazione anaforica <strong>di</strong>fferente: nel primo caso si tratta <strong>di</strong> una<br />
lettura a variabile legata, nel secondo caso si tratta <strong>di</strong> una lettura <strong>di</strong> coreferenza. Quin<strong>di</strong><br />
lo scopo dell’esperimento consisteva nel capire se i bambini <strong>di</strong>slessici avessero una<br />
preferenza per l’una o per l’altra interpretazione ed analizzare le strategie da loro<br />
adottate per la risoluzione <strong>di</strong> frasi ambigue <strong>di</strong> questo tipo.<br />
Per quanto riguarda il metodo utilizzato per questo esperimento, si tratta <strong>di</strong> un<br />
Truth Valued Judgment Task: ai soggetti viene raccontata la breve storia <strong>di</strong> un<br />
protagonista e <strong>di</strong> suoi tre amici, rappresentata con alcune immagini. Al termine della<br />
storia, un personaggio esterno ad essa pronuncia la frase target e al soggetto viene<br />
chiesto <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>care la frase come corretta o scorretta, sulla base della storia che gli è<br />
stata raccontata in precedenza. Il giu<strong>di</strong>zio che viene espresso dai soggetti testati in<strong>di</strong>ca<br />
quale sia la loro preferenza <strong>di</strong> interpretazione della frase.<br />
I risultati mostrano che i bambini <strong>di</strong>slessici scelgono l’interpretazione della<br />
variabile legata il 55% delle volte e i bambini più piccoli il 58% delle volte. I bambini<br />
del gruppo <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong> pari età si comportano a chance level, ovvero scelgono la<br />
variabile legata il 50% delle volte.<br />
In sostanza in questo esperimento i soggetti si trovano a dover eseguire almeno<br />
due operazioni, una volta sentita una frase del tipo (1). Prima <strong>di</strong> tutto devono elaborare<br />
due <strong>di</strong>verse rappresentazioni logiche e poi, in base alle informazioni fornite dal<br />
contesto, devono decidere quale interpretazione, e quin<strong>di</strong> quale forma logica, sia la più<br />
appropriata. Questo processo richiede <strong>di</strong> mantenere le due <strong>di</strong>verse interpretazioni nella<br />
memoria a breve termine e nello stesso tempo <strong>di</strong> compararle con l’informazione<br />
contestuale. Dal momento che nell’esperimento il contesto non aiuta a dare il significato<br />
della frase target, entrambe le interpretazioni possono adattarsi al contesto ed entrambe<br />
permettono ai bambini <strong>di</strong> dare la risposta giusta. Questo spiega la tendenza del gruppo<br />
<strong>di</strong> controllo ad indovinare l’interpretazione più coerente sia in gruppo che<br />
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