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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

La <strong>di</strong>fficoltà nell’imparare e nel memorizzare, caratteristica tipica non solo della<br />

<strong>di</strong>slessia ma anche della dyspraxia e del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> attenzione e <strong>di</strong> iperattività, viene<br />

spesso considerata come un deficit della memoria a breve termine. Alcuni ricercatori<br />

inoltre sostengono che questo possa essere un fattore soggiacente nella <strong>di</strong>slessia, come<br />

per esempio il già citato stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mc. Loughlin et al. (2002) che sottolinea come<br />

l’inefficienza della memoria operativa possa avere un impatto sulla comunicazione sia<br />

scritta che orale.<br />

Altri stu<strong>di</strong> hanno <strong>di</strong>mostrato in particolare l’implicazione del magazzino<br />

fonologico della memoria operativa. Pickering (2000) sostiene che il magazzino<br />

fonologico nei <strong>di</strong>slessici sia meno efficiente, per questo hanno problemi nel trasformare<br />

l’informazione visiva in informazione fonologica e ciò può causare problemi nell’abilità<br />

<strong>di</strong> apprendere nuove parole leggendo.<br />

Inoltre Mortimore (2003) suggerisce che i <strong>di</strong>slessici abbiamo delle <strong>di</strong>fficoltà<br />

anche in un’altra area della funzione mnemonica, l’automatizzazione: avrebbero<br />

problemi nel trattenere del materiale nel magazzino <strong>di</strong> memoria temporanea mentre<br />

portano a termine un’altra abilità, così hanno bisogno <strong>di</strong> focalizzarsi maggiormente<br />

sulla co<strong>di</strong>fica delle relazioni tra suoni e lettere e riducono l’attenzione <strong>di</strong>sponibile per il<br />

processo <strong>di</strong> comprensione <strong>di</strong> ciò che viene letto.<br />

A causa <strong>di</strong> queste debolezze <strong>di</strong> elaborazione, molti in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong>slessici<br />

sviluppano dei forti processi <strong>di</strong> compensazione e arrivano ad avere un maggiore<br />

affidamento sui co<strong>di</strong>ci visuali per l’elaborazione mnemonica.<br />

1.6.3.3 Conclusioni <strong>di</strong> Wilsenach (2006)<br />

Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Wilsenach hanno indubbiamente confermato che gli sviluppi<br />

morfosintattici nei bambini a rischio <strong>di</strong>slessia presentano delle <strong>di</strong>fferenze rispetto a<br />

quelli con normale sviluppo. Sebbene i soggetti a rischio non presentino in generale uno<br />

sviluppo morfosintattico gravemente deviato, è certo che le loro rappresentazioni <strong>di</strong><br />

alcune specifiche <strong>di</strong>pendenze morfosintattiche sono molto vulnerabili. Infatti in<br />

situazioni particolari, per esempio nel caso <strong>di</strong> una frase contenente una struttura<br />

argomentale complessa, questi bambini tendono a produrre delle costruzioni<br />

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