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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

lingue germaniche, come il tedesco e lo svedese, confermano invece la presenza <strong>di</strong><br />

problemi <strong>di</strong> questo tipo.<br />

Per questa ragione Wilsenach ha deciso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are una costruzione particolare<br />

nella lingua olandese, il participio passato, per analizzare l’abilità <strong>di</strong> comprendere e<br />

produrre costruzioni <strong>di</strong> questo tipo da parte <strong>di</strong> bambini olandesi a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia.<br />

Wilsenach propone tre ipotesi: (i) se i bambini a rischio sono effettivamente non<br />

sensibili alla relazione morfosintattica, allora ci si aspetta che la loro produzione del<br />

participio passato sia danneggiata e quin<strong>di</strong> non corretta rispetto al gruppo <strong>di</strong> controllo;<br />

(ii) se i bambini a rischio <strong>di</strong>slessia soffrono <strong>di</strong> una limitazione nel processo <strong>di</strong><br />

elaborazione, allora è plausibile che essi presentino un ritardo nell’identificazione <strong>di</strong><br />

qualsiasi tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza sintattica; (iii) i bambini sono sensibili alla <strong>di</strong>pendenza<br />

morfosintattica nonostante soffrano <strong>di</strong> una limitazione nel processo <strong>di</strong> elaborazione: in<br />

questo caso ci si aspetterebbe che la loro produzione del participio passato sia ritardata<br />

solo in quelle situazioni per loro particolarmente complesse.<br />

I risultati dell’esperimento mostrano che i bambini a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia non<br />

presentano grossi problemi rispetto ai loro coetanei normali nella produzione<br />

dell’ausiliare e della forma <strong>di</strong> participio passato del verbo. I due gruppi però si<br />

comportano in modo <strong>di</strong>verso nella situazione in cui falliscono a formare il participio <strong>di</strong><br />

un verbo: il gruppo <strong>di</strong> controllo infatti sceglie delle forme verbali grammaticali, mentre<br />

il gruppo <strong>di</strong> bambini a rischio sceglie delle forme agrammaticali, formando nel<br />

complesso delle costruzioni malformate, sono inoltre più propensi ad utilizzare la forma<br />

infinita del verbo come complemento dell’ausiliare.<br />

Inoltre i risultati confermano che la performance dei soggetti a rischio viene<br />

peggiorata nel momento in cui si trovano a dover svolgere un compito che richiede un<br />

maggiore sforzo <strong>di</strong> elaborazione. Vengono quin<strong>di</strong> confermate sia la prima che la terza<br />

ipotesi <strong>di</strong> Wilsenach: i bambini a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia riescono ad usare la costruzione<br />

con il participio passato in modo produttivo, ma un aumento del carico <strong>di</strong> elaborazione<br />

può influenzare le loro abilità produttive in modo negativo.<br />

Un altro esperimento <strong>di</strong> Wilsenach stu<strong>di</strong>a la sensibilità percettiva all’accordo<br />

morfosintattico nei bambini tra i 18 e i 24 mesi. E’ risaputo che l’acquisizione del<br />

linguaggio <strong>di</strong>pende crucialmente dall’abilità del bambino <strong>di</strong> segmentare i <strong>di</strong>scorsi che<br />

sente, deve infatti essere in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere le frasi e al loro interno le parole. Il<br />

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