implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin consapevolezza fonologica e la ripetizione di non-parole (che riflette la vWM) predicono una variazione particolare nella sensibilità soggetto-verbo. Questa scoperta è in linea con l’ipotesi che la consapevolezza fonologica e la vWM sono abilità collegate alla performance morfosintattica, nel caso specifico dell’accordo, e suggerisce che la difficoltà con l’accordo sia radicata nel deficit in queste abilità, piuttosto che in un danno o ritardo nello sviluppo dei sistemi sintattici. Infine Rispens si è anche chiesta se la sensibilità all’accordo morfologico sia correlata all’abilità di lettura accanto all’abilità fonologica, i risultati confermano quest’ipotesi. I bambini che non mostrano un normale sviluppo delle abilità di lettura dopo un anno di istruzione avevano punteggi molto più bassi rispetto ai soggetti normo- dotati nei compiti sulla sensibilità morfologica, sulla consapevolezza fonologica e conoscenza delle lettere misurati in età prescolare. I punteggi nell’abilità di lettura dei dislessici, dei soggetti con SLI e del gruppo di controllo sono stati confrontati con la consapevolezza fonologica, l’accordo morfologico, la versione backward del digit span e il richiamo di frasi (sentence recall). Per determinare una relazione specifica tra queste abilità è stata condotta un’analisi regressiva. E’ risultato che la consapevolezza fonologica, il digit span e l’accordo soggetto-verbo contribuiscono in modo significativo alla codifica delle parole. Questi dati hanno posto le basi per proporre uno schema della relazione tra consapevolezza fonologica, vWM e riconoscimento e codifica delle parole, presentato nella figura 3. Figura 3: Modello delle relazioni tra consapevolezza fonologica, memoria operativa e codifica delle parole (Rispens 2004). 40
IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin Il modello mostra che la marcatura dell’accordo soggetto-verbo è in relazione con la consapevolezza fonologica. Rispens si rifà alle considerazioni di Joanisse et al. (2000): la combinazione della radice del verbo con un morfema avviene su un sistema di regole in parte fonologiche. La memoria operativa verbale è altresì importante in questo processo poiché la rappresentazione fonologica di una forma verbale ha bisogno di essere mantenuta in memoria. Un insuccesso di questo temporaneo mantenimento in memoria della rappresentazione fonologica darà come risultato una forma scorretta di questa rappresentazione, che interferisce nella creazione di un paradigma flessivo stabile. Inoltre, la memoria operativa verbale è sollecitata in modo diverso quando si marca un verbo con la persona e col numero del soggetto. Dal momento che queste proprietà sono riflesse nella forma del verbo, è necessario che questi tratti siano mantenuti in attivazione per un periodo sufficiente per combinare il soggetto con il verbo. In questo modo, l’accordo soggetto-verbo contribuisce alla codifica delle parole. La consapevolezza fonologica e la memoria operativa verbale si dimostrano quindi essere fattori importanti nella codifica delle parole. Decodificare le parole infatti richiede di collegare i grafemi ai fonemi di una parola, un’abilità che a sua volta richiede una conoscenza della struttura fonologica interna di una parola. La memoria operativa verbale è coinvolta nell’acquisizione a lungo termine delle regole di mappatura grafema-fonema, che sono cruciali nel processo di apprendimento della lettura. Inoltre essa è una componente necessaria per la memorizzazione temporanea dei fonemi di una parola, che il bambino cerca di identificare applicando le regole grafema- fonema. Infine nell’ultimo esperimento, Rispens misura la reazione dell’attività elettrica nei confronti della violazione dell’accordo soggetto-verbo e dell’abilità degli adulti nel giudicare la grammaticalità di alcune frasi. Gli adulti dislessici risultano essere in grado di distinguere tra frasi grammaticali e non grammaticali, considerando i risultati molto alti nel judgement task. Quindi paragonando i risultati di questi tre gruppi: bambini a rischio, bambini dislessici e adulti, la studiosa ipotizza che le differenze osservate tra i dislessici e i bambini di controllo nell’accordo soggetto-verbo scompaiono con l’età. 41
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