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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

grammaticalità proposto a bambini <strong>di</strong> 5 e 6 anni a rischio familiare <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia<br />

evolutiva. La decisione <strong>di</strong> valutare nello specifico l’accordo soggetto-verbo viene dal<br />

fatto che non erano ancora <strong>di</strong>sponibili dati a riguardo, nonostante fosse evidente che nei<br />

bambini con danni nella lingua orale spesso si riscontrano anche deficit <strong>di</strong> livello<br />

morfosintattico. Bambini a rischio <strong>di</strong>slessia e bambini non a rischio sono stati testati in<br />

<strong>di</strong>versi compiti; dopo circa un anno <strong>di</strong> istruzione sulla lettura, alcuni <strong>di</strong> questi bambini<br />

sono stati esaminati nell’abilità <strong>di</strong> lettura per capire in che misura i <strong>di</strong>slessici si<br />

<strong>di</strong>fferenziavano dai non <strong>di</strong>slessici in età prescolare.<br />

I risultati evidenziano che un gruppo <strong>di</strong> bambini a rischio <strong>di</strong>slessia in età<br />

prescolare si <strong>di</strong>fferenzia dai soggetti non a rischio nell’ambito della sensibilità<br />

all’accordo soggetto - verbo, della consapevolezza fonologica e della conoscenza<br />

passiva delle lettere. Alcuni bambini <strong>di</strong>mostrano un progresso inferiore a quello che ci<br />

si aspettava nell’appren<strong>di</strong>mento dell’abilità <strong>di</strong> lettura dopo un anno <strong>di</strong> adeguata<br />

istruzione alla lettura e perciò il loro profilo coincide con quello dei lettori <strong>di</strong>slessici.<br />

Inoltre i bambini con limitata capacità <strong>di</strong> lettura presentano un punteggio minore<br />

rispetto ai normo-lettori nel test <strong>di</strong> conoscenza delle lettere, nella prova <strong>di</strong><br />

consapevolezza fonologica e <strong>di</strong> sensibilità all’accordo. Questi risultati sono in linea con<br />

quelli mostrati da Gallagher et al. (2000) e Catts et al. (1999), citati nei paragrafi<br />

precedenti, i quali sostengono che la conoscenza delle lettere sia il più grande<br />

precursore del successo nella lettura.<br />

Riprendendo le tre ipotesi fondamentali per il deficit sintattico, Rispens trae le<br />

seguenti conclusioni: l’ipotesi iniziale secondo la quale una minore esposizione alla<br />

lettura possa interferire con lo sviluppo delle regole sintattiche, non viene confermata.<br />

Infatti la minore sensibilità all’accordo morfologico non può essere una conseguenza<br />

della <strong>di</strong>slessia, poiché né i soggetti a rischio <strong>di</strong>slessia né il gruppo <strong>di</strong> controllo avevano<br />

ricevuto una formale istruzione alla lettura quando parteciparono all’esperimento. Così<br />

la <strong>di</strong>fferenza rispetto ai due gruppi <strong>di</strong> bambini non può essere giustificata da una<br />

<strong>di</strong>fferenza nell’esposizione alla lettura.<br />

La seconda ipotesi per il deficit sintattico sostiene che queste <strong>di</strong>fficoltà siano<br />

collegate ai problemi fonologici. Gli esperimenti <strong>di</strong> Rispens convalidano questa ipotesi<br />

in quanto i dati mostrano una correlazione significativa tra la consapevolezza fonologica<br />

e la sensibilità all’accordo. Come <strong>di</strong>mostrato anche da Joanisse et al. (1998; 2000) con il<br />

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