implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin Dal momento che in questo studio, il punteggio finale non veniva scomposto nelle tre differenti componenti, non è stato possibile capire se fossero tutte e tre parimenti importanti o se avessero un peso differente nel raggiungimento dell’abilità di lettura. Il risultato dello studio di Gallagher et al. (2000) ha mostrato che i bambini che all’età di 6 anni presentavano un ritardo nel loro primo sviluppo dell’abilità di lettura, avevano, all’età di 45 mesi, paragonati ai loro coetanei, delle carenze anche nella misurazione del vocabolario ricettivo ed espressivo, nella lunghezza delle frasi, nella ripetizione di non-parole, nella conoscenza delle rime, nella prova digit span 10 e conoscenza delle lettere. Per questo motivo gli studiosi, così come Scarborough dieci anni prima, sono arrivati alla conclusione che la dislessia non possa essere associata solamente al puro deficit fonologico, ma che i bambini a rischio dislessia presentano anche un leggero ritardo in tutti gli aspetti del linguaggio parlato. Le abilità linguistiche quindi giocherebbero un ruolo molto importante nell’apprendimento della lettura, in quanto le abilità sintattiche e semantiche possono essere utilizzate nel processo di codifica delle parole. Per esempio la conoscenza del vocabolario contribuisce al tentativo di decodifica nel momento in cui il bambino conosce il significato e la pronuncia della parola che sta tentando di codificare, in altre parole l’abilità nell’utilizzo del contesto linguistico della parola che deve essere codificata dipende sicuramente dallo stato in cui si trova l’abilità linguistica che deve essere utilizzata. Questi esperimenti hanno permesso di confermare la relazione tra l’abilità di lettura e l’abilità linguistica generale, ma non è ancora chiara la sua natura e in che modo le due abilità siano effettivamente collegate. Una volta appurato che i soggetti dislessici e i soggetti a rischio di dislessia presentano limitazioni a livello grammaticale, in particolare nel livello della sintassi e della morfologia, si sono fatte delle ipotesi per cercare di dare una spiegazione a questo tipo di deficit. In questo lavoro riporterò le tre ipotesi proposte dallo studio di Rispens (2004) citato poco fa, condotto presso l’università di Groningen. 10 Il digit span è un test di misurazione dello span di memoria verbale (memoria di cifre). 32
IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin 1.6.2 Tre ipotesi per il deficit sintattico Come dimostrato dal paragrafo precedente, gli studi sulle basi linguistiche della dislessia evolutiva stanno aumentando e acquisendo sempre maggiore importanza. Con la scoperta del carattere ereditario di questo disturbo sono stati condotti numerosi studi longitudinali con lo scopo principale di delineare un quadro dettagliato dello sviluppo delle abilità linguistiche di un soggetto dislessico prima che compaia il sintomo principale, il deficit di lettura. Tali studi, come abbiamo visto, dimostrano un ritardo in alcune aree di sviluppo del linguaggio, compresa la morfologia flessionale. Lo studio di Rispens si colloca nello stesso ambito di ricerca e si occupa, tra le altre cose, di esplorare la sensibilità dell’accordo tra soggetto e verbo nella dislessia evolutiva, misurando non solo l’esecuzione di compiti comportamentali ma anche il responso neurofisiologico. Rispens (2004) ha formulato tre ipotesi per spiegare il deficit grammaticale a livello sintattico riscontrato nei bambini a rischio dislessia, testati a distanza di pochi anni. La prima ipotesi sostiene che un ritardo nell’esperienza di lettura possa causare un ritardo nello sviluppo della grammatica; la seconda ipotesi vede le limitazioni grammaticali dei dislessici come epifenomeni del deficit soggiacente al disturbo della lettura, ovvero la difficoltà di elaborazione fonologica. La terza ipotesi sostiene che le limitazioni grammaticali, e quindi anche i deficit sintattici, siano indipendenti dal deficit fonologico. 1.6.2.1 La prima ipotesi Con la prima ipotesi si vuole sottolineare la differenza di esposizione alla lingua scritta da parte dei soggetti dislessici rispetto ai loro coetanei normo-lettori. Essendo meno esposti alla lettura sono anche meno esposti a forme di scrittura di alto livello, che normalmente hanno un’influenza positiva sullo sviluppo del vocabolario e sulla consapevolezza delle diverse strutture linguistiche. Inoltre comparando i soggetti dislessici con bambini non dislessici che hanno lo stesso livello di lettura, ma che sono più piccoli d’età, si notano molte somiglianze nella loro prestazione. In questo caso però, si dovrebbe considerare che i normo-lettori, essendo più giovani, potrebbero 33
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