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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

Molti stu<strong>di</strong> sulle abilità fonologiche nei bambini a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia hanno<br />

<strong>di</strong>mostrato che le abilità <strong>di</strong> processing fonologico sono compromesse, ovvero meno<br />

sviluppate rispetto ai bambini non a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia. Per esempio gli esperimenti <strong>di</strong><br />

Snowling 1991, Ramus 2003, Szenkovits & Ramus 2005 mostrano che i soggetti a<br />

rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia hanno dei risultati molto scarsi nei compiti che richiedono<br />

consapevolezza fonologica, come la segmentazione e la manipolazione dei suoni del<br />

parlato.<br />

Nonostante gli stu<strong>di</strong>osi per molti anni abbiano concentrato la loro attenzione sul<br />

dominio fonologico dei soggetti <strong>di</strong>slessici, sono stati riscontrati anche problemi nello<br />

sviluppo del vocabolario: è stato <strong>di</strong>mostrato che esso è sottosviluppato nei <strong>di</strong>slessici<br />

rispetto ai soggetti <strong>di</strong> controllo della stessa età (Scarborough 1990). Inoltre i <strong>di</strong>slessici<br />

presentano maggiori <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> memorizzazione nel caso <strong>di</strong> parole lunghe (ovvero<br />

sono sensibili al word-length effect) o poco frequenti (sensibilità al frequency effect)<br />

(Wolf & Obregon 1992). Hanno anche <strong>di</strong>fficoltà rispetto ai compagni della stessa età,<br />

nella nominazione rapida <strong>di</strong> oggetti, colori e lettere (De Jong & Van der Leij 1999,<br />

Wolf et. al 2002).<br />

Altri stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrano che questi bambini presentano problemi linguistici più<br />

ampi, per questo sono state realizzate <strong>di</strong>verse ricerche sperimentali per stu<strong>di</strong>are<br />

profondamente lo sviluppo del linguaggio ed in particolare lo sviluppo della<br />

morfosintassi nei bambini con rischio genetico <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia. In questo paragrafo si<br />

<strong>di</strong>scuterà nel dettaglio <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> e si <strong>di</strong>mostrerà che i bambini con profonde<br />

<strong>di</strong>fficoltà nell’acquisizione dell’abilità <strong>di</strong> lettura, presentano anche problemi nella<br />

produzione e nella comprensione <strong>di</strong> informazioni morfosintattiche e <strong>di</strong> frasi<br />

sintatticamente complesse.<br />

Un primo stu<strong>di</strong>o sulla sintassi prescolare <strong>di</strong> bambini a rischio genetico <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>slessia, è quello <strong>di</strong> Scarborough (1990), che ha testato bambini a partire dall’età <strong>di</strong> 30<br />

mesi e li ha poi seguiti fino all’età <strong>di</strong> 60 mesi. In questo stu<strong>di</strong>o è stata valutata sia la<br />

sintassi produttiva che quella ricettiva, attraverso esperimenti con misurazione in MLU<br />

(Mean Lenght Utterances) che calcola la lunghezza me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un enunciato; attraverso il<br />

calcolo dell’In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Sintassi Produttiva, che serve a misurare la complessità<br />

morfosintattica e con l’utilizzo del Northwestern Syntax Screening Test, che serve a<br />

valutare la sintassi ricettiva.<br />

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