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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

linguistiche riscontrate nei soggetti <strong>di</strong>slessici. Quest’ipotesi sarebbe comunque in grado<br />

<strong>di</strong> spiegare la presenza <strong>di</strong> deficit fonologici e grammaticali e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà motorie,<br />

inoltre i <strong>di</strong>slessici non dovrebbero avere problemi nelle abilità che <strong>di</strong>pendono dalla<br />

memoria <strong>di</strong>chiarativa.<br />

1.5 La memoria operativa e il linguaggio<br />

Dopo aver esaminato il modello proposto da Ullman e il suo coinvolgimento nei<br />

<strong>di</strong>sturbi evolutivi, spiegherò ora un altro sistema <strong>di</strong> memoria che pone le basi per le<br />

ricerche più recenti sulla <strong>di</strong>slessia evolutiva: la memoria operativa.<br />

Molti stu<strong>di</strong> suggeriscono che la memoria operativa sia implicata<br />

nell’elaborazione del linguaggio e che quin<strong>di</strong> un suo deficit potrebbe avere effetti<br />

negativi su questa abilità. L’ipotesi che alla base della <strong>di</strong>slessia ci sia un deficit alla<br />

memoria operativa non è nuova ed esistono importanti stu<strong>di</strong> che la supportano.<br />

Il più autorevole modello della memoria a breve termine, il modello della<br />

memoria operativa, è stato sviluppato da Baddeley (1986). Secondo Baddeley, la<br />

memoria operativa è un sistema che ha la funzione <strong>di</strong> mantenere temporaneamente e poi<br />

manipolare l’informazione che si presume sia necessaria in una vasta gamma <strong>di</strong> attività<br />

cognitive complesse. In particolare propone la seguente definizione: “the brain system<br />

that provides temporary storage and manipulation of the information necessary for such<br />

cognitive tasks as language comprehension, learning and reasoning” (Baddeley 1986).<br />

Nel 1974, Baddeley & Hitch hanno proposto una <strong>di</strong>visione della memoria<br />

operativa in tre componenti <strong>di</strong>stinte (figura 1), che collaborano per facilitare la<br />

performance in <strong>di</strong>versi compiti cognitivi. Le tre componenti comprendono un<br />

magazzino per il mantenimento temporaneo <strong>di</strong> elementi verbali e acustici (phonological<br />

loop), un sottosistema visivo per l’immagazzinamento e il trattamento delle<br />

informazioni visive e spaziali (visuospatial sketchpad) e un sistema <strong>di</strong> mantenimento<br />

dell’attenzione a capacità limitata (central executive) che si occupa dei compiti cognitivi<br />

richiesti dalla situazione, organizzando la co<strong>di</strong>fica delle informazioni e attivando<br />

momentaneamente la memoria a lungo termine.<br />

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