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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

quelli del gruppo <strong>di</strong> controllo. I bambini a rischio <strong>di</strong>slessia hanno avuto una<br />

performance minore nei compiti che richiedevano la percezione e la produzione <strong>di</strong><br />

morfologia grammaticale, nei compiti <strong>di</strong> percezione categorica dei suoni del parlato,<br />

nell’elaborazione fonologica, nell’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> pronuncia scorretta e <strong>di</strong> rima.<br />

Questi risultati quin<strong>di</strong> hanno portato alla conclusione che la <strong>di</strong>slessia è effettivamente<br />

uno specifico danno linguistico che ha dei precursori nello sviluppo del linguaggio.<br />

Prima <strong>di</strong> passare all’analisi dettagliata <strong>di</strong> altri stu<strong>di</strong> sullo sviluppo del linguaggio<br />

nei bambini a rischio <strong>di</strong>slessia (paragrafi 1.6 e 1.7), intendo riportare i due modelli più<br />

importanti del ruolo della memoria: il modello <strong>di</strong>chiarativo procedurale e il modello<br />

della memoria operativa.<br />

1.4 Il modello <strong>di</strong>chiarativo procedurale<br />

Come abbiamo visto in precedenza, la <strong>di</strong>slessia e lo SLI sono due <strong>di</strong>sturbi<br />

eterogenei che molto spesso vengono relazionati poiché presentano alcuni punti in<br />

comune: alta incidenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> lettura, sintomi <strong>di</strong> povera elaborazione<br />

fonologica, memoria a breve termine limitata e <strong>di</strong>fficoltà nella percezione del parlato.<br />

Non è ancora chiaro se <strong>di</strong>slessia e SLI siano lo stesso <strong>di</strong>sturbo (o meglio<br />

manifestazioni <strong>di</strong>verse dello stesso <strong>di</strong>sturbo) o due <strong>di</strong>sturbi <strong>di</strong>fferenti. Sono state<br />

sviluppate <strong>di</strong>verse teorie a favore dell’una o dell’altra ipotesi, che si possono <strong>di</strong>videre in<br />

due gruppi principali: le teorie che danno una spiegazione <strong>di</strong> tipo modulare, in cui il<br />

deficit è riconducibile alle rappresentazioni linguistiche, e teorie che presentano una<br />

spiegazione non modulare, che ipotizzano una <strong>di</strong>sfunzione a livello <strong>di</strong> processing, cioè<br />

<strong>di</strong> elaborazione delle informazioni.<br />

Ciò che è fondamentale sottolineare in questo lavoro è che il punto <strong>di</strong> incontro<br />

più significativo tra la <strong>di</strong>slessia e lo SLI viene fornito dalla cosiddetta teoria del deficit<br />

procedurale, proposta da M. Ullman e E. Pierpoint (2005), i quali suggeriscono che lo<br />

SLI possa essere spiegato da uno sviluppo anormale delle strutture cerebrali che<br />

costituiscono il sistema <strong>di</strong> memoria procedurale. L’ipotesi è che lo stesso deficit<br />

procedurale che causa lo SLI sia anche causa della <strong>di</strong>slessia evolutiva.<br />

Secondo il modello <strong>di</strong>chiarativo procedurale proposto inizialmente da Ullman<br />

(2004) e poi rivisitato da Ullman e Pierpoint (2005), il linguaggio <strong>di</strong>pende da due<br />

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