implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...
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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />
Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />
Karin Martin<br />
rima. In generale quin<strong>di</strong> i <strong>di</strong>slessici <strong>di</strong>mostrano un certo ritardo nell’acquisizione <strong>degli</strong><br />
accenti, della struttura metrica, nell’acquisizione della struttura sillabica, dei fonemi e<br />
dei loro tratti. Quin<strong>di</strong> sembra che l’acquisizione della struttura delle parole e della loro<br />
forma sia più complicata nei bambini a rischio <strong>di</strong>slessia, o comunque sembra che<br />
presentino delle <strong>di</strong>fficoltà nell’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> alcuni aspetti piuttosto che <strong>di</strong> altri.<br />
Infine è interessante notare come uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Desroches et al. (2006), volto a<br />
misurare i danni fonologici specifici con la tecnica dell’eyetracking 8 , riesca ad accertare<br />
ulteriormente la presenza <strong>di</strong> questi danni <strong>di</strong> tipo fonologico lasciando da parte eventuali<br />
deficit dell’attenzione e della memoria. Infatti questo esperimento ha voluto testare<br />
l’identificazione u<strong>di</strong>tiva delle parole, basandosi sull’ipotesi che i movimenti oculari<br />
siano legati all’elaborazione lessicale. I risultati hanno mostrato che in con<strong>di</strong>zioni<br />
normali l’identificazione u<strong>di</strong>tiva delle parole nei <strong>di</strong>slessici non presenta grosse<br />
<strong>di</strong>fferenze, tuttavia si <strong>di</strong>mostrano molto meno sensibili alle relazioni <strong>di</strong> rima tra le<br />
parole. Si conferma quin<strong>di</strong> un’incongruenza nel modo in cui i bambini <strong>di</strong>slessici e i<br />
bambini del gruppo <strong>di</strong> controllo elaborano la struttura fonologica delle relazioni <strong>di</strong> rima<br />
tra le parole, in particolare i <strong>di</strong>slessici riescono a percepire l’informazione segmentale<br />
delle parole in modo sufficiente per identificare rapidamente le parole u<strong>di</strong>te, mentre i<br />
bambini del gruppo <strong>di</strong> controllo mostrano un certo ritardo nel riconoscimento delle<br />
parole quando sono presenti <strong>degli</strong> elementi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo della rima. Questa misurazione<br />
particolare che non prevede il coinvolgimento <strong>di</strong> risorse come l’attenzione e la<br />
memoria, ha quin<strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> non ricondurre i danni <strong>di</strong> tipo fonologico ad un deficit<br />
<strong>di</strong> questi due domini cognitivi.<br />
Con l’avanzare della ricerca e considerando che la <strong>di</strong>slessia è stata definita come<br />
un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> tipo ere<strong>di</strong>tario, si è passati dallo stu<strong>di</strong>o dell’acquisizione della fonologia<br />
nei soggetti a rischio <strong>di</strong>slessia, allo stu<strong>di</strong>o più generale dello sviluppo del linguaggio<br />
negli stessi soggetti. Per esempio, un’analisi condotta da F. Wijnen 9 presso l’università<br />
<strong>di</strong> Utrecht mostra chiaramente che i bambini a rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia presentano un ritardo<br />
sistematico e piuttosto consistente nello sviluppo del linguaggio. In particolare Wijnen e<br />
i suoi colleghi hanno testato bambini dai 18 ai 60 mesi <strong>di</strong> età, nati in famiglie, nelle<br />
quali erano presenti dei soggetti <strong>di</strong>slessici; i loro risultati sono stati poi paragonati con<br />
8 Eyetracking è una tecnica che permette <strong>di</strong> misurare l’elaborazione <strong>linguistica</strong> attraverso il monitoraggio<br />
del movimento oculare.<br />
9 VAN ALPHEN P. et al., (2004).<br />
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