implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...
implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...
implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />
Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />
Karin Martin<br />
forma visiva delle parole e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>fficoltà nell’acquisizione delle abilità<br />
ortografiche.<br />
In sostanza questa teoria spiega i problemi u<strong>di</strong>tivi e fonologici nei soggetti<br />
<strong>di</strong>slessici proponendo un danno nel sistema u<strong>di</strong>tivo paragonabile a quello del sistema<br />
magnocellulare visivo. Infatti alcuni neuroni presenti nella via u<strong>di</strong>tiva si occupano<br />
specificatamente dell’elaborazione delle transizioni acustiche, ovvero dei cambiamenti<br />
nella frequenza, ampiezza e fase dei suoni, essenziali per <strong>di</strong>stinguere suoni <strong>di</strong>versi dalle<br />
lettere e quin<strong>di</strong> anche per sod<strong>di</strong>sfare le richieste fonologiche della lettura.<br />
Alcuni stu<strong>di</strong> neurologici mostrano però che l’incidenza del deficit<br />
magnocellulare nei <strong>di</strong>slessici è molto bassa e che quin<strong>di</strong> è molto <strong>di</strong>fficile stabilire se<br />
essa possa effettivamente essere responsabile del deficit fonologico. Gli stu<strong>di</strong>osi stanno<br />
ancora cercando <strong>di</strong> capire quale sia il ruolo che questo <strong>di</strong>fetto può avere nei <strong>di</strong>sturbi<br />
della lettura e dell’appren<strong>di</strong>mento.<br />
Per concludere questa panoramica sulle principali teorie della <strong>di</strong>slessia,<br />
possiamo riassumere le stesse in due gran<strong>di</strong> gruppi: da una parte si trovano gli stu<strong>di</strong>osi<br />
che sostengono che la causa principale della <strong>di</strong>slessia sia un deficit <strong>di</strong> natura fonologica,<br />
dall’altra quelli che sostengono che l’incapacità <strong>di</strong> leggere sia collegata a deficit<br />
generali <strong>di</strong> tipo sensoriale, per esempio <strong>di</strong> tipo visivo, u<strong>di</strong>tivo e/o motorio.<br />
E’ necessario però prendere atto che i danni al sistema visivo, u<strong>di</strong>tivo e motorio<br />
non sono presenti nella totalità della popolazione <strong>di</strong>slessica ma solo in un suo<br />
sottoinsieme, mentre il deficit <strong>di</strong> tipo fonologico è presente nel 100% dei soggetti<br />
<strong>di</strong>slessici (Ramus et al. 2003), i quali mostrano <strong>di</strong>fficoltà nei compiti che richiedono<br />
consapevolezza fonologica.<br />
Numerose critiche sono state rivolte ad entrambi i gruppi <strong>di</strong> teorie e, nonostante<br />
la ricerca si sia notevolmente intensificata negli ultimi venti anni, il <strong>di</strong>battito sulle cause<br />
biologiche e cognitive della <strong>di</strong>slessia rimane piuttosto acceso. Inoltre le teorie<br />
sviluppate fino ad ora non sono in grado <strong>di</strong> dare una spiegazione unitaria e definitiva per<br />
tutti i sintomi associati alla <strong>di</strong>slessia, per questo motivo è plausibile pensare che le teorie<br />
<strong>di</strong>scusse possano adattarsi a <strong>di</strong>versi in<strong>di</strong>vidui e che si verifichi una sovrapposizione tra i<br />
<strong>di</strong>versi sottotipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>slessia. Oppure una stessa teoria potrebbe essere adatta per tutti i<br />
soggetti <strong>di</strong>slessici e le altre caratteristiche che essi presentano potrebbero essere dei<br />
marcatori piuttosto che fattori causativi.<br />
12