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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

memoria operativa non ancora pienamente sviluppata, che quin<strong>di</strong> li porta a commettere<br />

<strong>degli</strong> errori.<br />

Ho riportato anche un esperimento che mette in evidenzia l’importanza del<br />

contesto: Papafragou e Musolino (2003) sostengono che una possibile motivazione per<br />

spiegare la performance errata dai bambini è che essi interpretano il loro compito come<br />

quello <strong>di</strong> rispondere positivamente se la frase target è vera e non considerano minimante<br />

la questione se ci siano o meno mo<strong>di</strong> più appropriati per descrivere gli eventi nella<br />

storia a loro presentata, cosa che invece gli adulti fanno in modo automatico. I due<br />

stu<strong>di</strong>osi quin<strong>di</strong> proclamano l’importanza del modo in cui vengono eseguiti gli<br />

esperimenti: nel momento in cui i bambini comprendono l’obiettivo dell’esperimento<br />

riescono ad avere una performance migliore.<br />

Infine ho presentato la proposta <strong>di</strong> Reinhart, la quale analizza la visione <strong>di</strong><br />

Chierchia mettendo in luce due problemi: (i) non è chiaro perché i bambini debbano<br />

avere problemi con l’attivazione delle <strong>implicature</strong> attive, non cancellate e (ii) perché<br />

invece non hanno problemi con i contesti DE? Reinhart critica la proposta <strong>di</strong> Chierchia<br />

<strong>di</strong> considerare l’attivazione delle <strong>implicature</strong> come un’operazione <strong>di</strong> default poiché<br />

questo non è in grado <strong>di</strong> spiegare perché i bambini avrebbero <strong>di</strong>fficoltà nella<br />

computazione delle SI.<br />

Inoltre Reinhart si allontana dall’approccio <strong>di</strong> Chierchia per abbracciare la<br />

posizione tra<strong>di</strong>zionale secondo la quale le SI vengono generate dal contesto e non<br />

assegnate <strong>di</strong> default. Rimane però da risolvere il problema dell’attivazione delle<br />

<strong>implicature</strong> nelle frasi incassate e quin<strong>di</strong> la stu<strong>di</strong>osa sostiene che la computazione debba<br />

avvenire localmente e non globalmente, avvicinandosi in questo caso all’approccio <strong>di</strong><br />

Chierchia. In quest’ottica quin<strong>di</strong> concorda nel sostenere che la derivazione semantica e<br />

quella pragmatica collaborino per creare l’alternativa rafforzata del termine scalare, da<br />

comparare al suo valore base.<br />

Nel prossimo capitolo presenterò un protocollo sperimentale per testare la<br />

competenza semantica dei bambini (normo-dotati e <strong>di</strong>slessici). In particolare mi<br />

interessa verificare la loro comprensione <strong>di</strong> frasi contenenti i quantificatori<br />

alcuni/molti/tutti e frasi contenenti gli avverbi <strong>di</strong> frequenza a volte>spesso>sempre. Ho<br />

deciso <strong>di</strong> sostenere la posizione <strong>di</strong> Reinhart per quanto riguarda l’acquisizione delle SI:<br />

concordo con la linguista nel ritenere che (i) le <strong>implicature</strong> siano generate dal contesto;<br />

(ii) richiedono un enorme sforzo a livello <strong>di</strong> processing nella memoria operativa. Sono<br />

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