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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

pragmatica collaborino per creare l’alternativa rafforzata del termine scalare, da<br />

comparare al suo valore base.<br />

La stessa Reinhart però definisce quest’operazione come illecita, poiché<br />

comporta la “riapertura <strong>di</strong> una derivazione e la costruzione <strong>di</strong> una nuova<br />

rappresentazione”. Sottolinea inoltre che non è una procedura standard e che dovrebbe<br />

essere utilizzata solo in via eccezionale, quando è presente una forte giustificazione,<br />

controllata dalla reference-set computation.<br />

Un’ulteriore prova del fatto che le frasi contenenti termini <strong>scalari</strong> impongano un<br />

carico <strong>di</strong> lavoro maggiore rispetto a quelle senza, viene fornita anche da alcuni<br />

esperimenti che misurano i tempi <strong>di</strong> lettura. Noveck e Posada (2003) sviluppano un<br />

protocollo sperimentale con lo scopo <strong>di</strong> misurare i tempi <strong>di</strong> reazione collegati alla<br />

computazione delle <strong>implicature</strong> <strong>scalari</strong>. L’esperimento è stato condotto su un gruppo <strong>di</strong><br />

adulti, ai quali è stato chiesto <strong>di</strong> esprimere un giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> verità su frasi del tipo (77):<br />

(77) Alcuni elefanti hanno la proboscide.<br />

Queste frasi non sono giu<strong>di</strong>cate tutte allo stesso modo dagli adulti, infatti essi possono<br />

essere sud<strong>di</strong>visi in due gruppi: un gruppo preferisce dare alla frase un’interpretazione<br />

logica pensando ad alcuni e possibilmente tutti, l’altro preferisce l’interpretazione<br />

pragmatica che attiva l’implicatura <strong>di</strong> alcuni ma non tutti. Il gruppo che ha rifiutato<br />

asserzioni del tipo (77) perché le riteneva false ha impiegato il doppio del tempo per<br />

dare una risposta rispetto a chi invece ha accettato la frase.<br />

In seguito gli stu<strong>di</strong>osi hanno in<strong>di</strong>viduato due <strong>di</strong>verse strategie da parte <strong>degli</strong><br />

adulti per svolgere il compito loro richiesto: da una parte chi si basa sul significato<br />

letterale delle frasi, dall’altra chi si concentra maggiormente sul significato non-<br />

letterale. Dall’esperimento è emerso che chi ha risposto <strong>di</strong>cendo che la frase è vera è<br />

stato più veloce anche nel rispondere alle frasi <strong>di</strong> controllo ed ha quin<strong>di</strong> adottato la<br />

prima strategia; chi ha rifiutato la frase ha impiegato più tempo <strong>di</strong>mostrando <strong>di</strong> aver<br />

compiuto un percorso interpretativo più complesso che ha attivato la SI.<br />

Per concludere quin<strong>di</strong>, la strategia proposta da Reinhart <strong>di</strong> riaprire la derivazione<br />

e creare un’ulteriore rappresentazione è un’operazione molto complessa, che richiede<br />

più tempo e che è permessa solo nei casi in cui le due alternative, quella con il valore <strong>di</strong><br />

base e quello con il valore scalare sono ben <strong>di</strong>stinguibili a livello <strong>di</strong> interfaccia. E’<br />

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