implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin che lo siano tutti. L’implicatura risulterebbe quindi superflua e non viene attivata. Si può dire lo stesso nei contesti DE in (76): (76) a. John was taking a university course and working at the same time. For the exams he had to study from short and comprehensive sources. Depending on the course, he decided to read the class notes or the summary. b. John heard that the textbook for Geophysics was very advanced. Nobody understood it properly. He heard that if he wanted to pass the course he should read the class notes or the summary. Nella frase (76a) diamo un’interpretazione esclusiva, nella frase (76b) inclusiva. Questa interpretazione risulta dal contesto generato dalla prima frase e non più dalle relazioni di implicazione. Sulla base di queste decisive considerazioni Reinhart si allontana dall’approccio di Chierchia per abbracciare la posizione tradizionale secondo la quale le SI vengono generate dal contesto e non assegnate di default. Sembra infatti più razionale pensare che il sistema computazionale attivi l’implicatura solo nel momento in cui il contesto lo richiede, piuttosto che aggiungere in ogni caso le SI e poi arrivare a cancellarle perché le circostanze sono poco chiare. In quest’ottica si spiegherebbe perché i bambini non presentano difficoltà nel computare frasi del tipo (75b): non sarebbe richiesta nessuna computazione di SI. Possiamo così riassumere la teoria di Reinhart: (i) attribuiamo il valore logico ai termini scalari a meno che il contesto non richieda il calcolo di un’implicatura e (ii) l’implicatura viene generata solo nel caso in cui l’arricchimento a livello di informazione che essa comporta sia rilevante ai fini della conversazione. 2.2.5.3 E le frasi incassate? Rimane però da risolvere il problema dell’attivazione delle implicature nelle frasi incassate: la linguista sostiene che la computazione debba avvenire localmente e non globalmente, avvicinandosi in questo caso all’approccio di Chierchia. In quest’ottica quindi concorda nel sostenere che la derivazione semantica e quella 112
IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA Una proposta di studio sulla dislessia Karin Martin pragmatica collaborino per creare l’alternativa rafforzata del termine scalare, da comparare al suo valore base. La stessa Reinhart però definisce quest’operazione come illecita, poiché comporta la “riapertura di una derivazione e la costruzione di una nuova rappresentazione”. Sottolinea inoltre che non è una procedura standard e che dovrebbe essere utilizzata solo in via eccezionale, quando è presente una forte giustificazione, controllata dalla reference-set computation. Un’ulteriore prova del fatto che le frasi contenenti termini scalari impongano un carico di lavoro maggiore rispetto a quelle senza, viene fornita anche da alcuni esperimenti che misurano i tempi di lettura. Noveck e Posada (2003) sviluppano un protocollo sperimentale con lo scopo di misurare i tempi di reazione collegati alla computazione delle implicature scalari. L’esperimento è stato condotto su un gruppo di adulti, ai quali è stato chiesto di esprimere un giudizio di verità su frasi del tipo (77): (77) Alcuni elefanti hanno la proboscide. Queste frasi non sono giudicate tutte allo stesso modo dagli adulti, infatti essi possono essere suddivisi in due gruppi: un gruppo preferisce dare alla frase un’interpretazione logica pensando ad alcuni e possibilmente tutti, l’altro preferisce l’interpretazione pragmatica che attiva l’implicatura di alcuni ma non tutti. Il gruppo che ha rifiutato asserzioni del tipo (77) perché le riteneva false ha impiegato il doppio del tempo per dare una risposta rispetto a chi invece ha accettato la frase. In seguito gli studiosi hanno individuato due diverse strategie da parte degli adulti per svolgere il compito loro richiesto: da una parte chi si basa sul significato letterale delle frasi, dall’altra chi si concentra maggiormente sul significato non- letterale. Dall’esperimento è emerso che chi ha risposto dicendo che la frase è vera è stato più veloce anche nel rispondere alle frasi di controllo ed ha quindi adottato la prima strategia; chi ha rifiutato la frase ha impiegato più tempo dimostrando di aver compiuto un percorso interpretativo più complesso che ha attivato la SI. Per concludere quindi, la strategia proposta da Reinhart di riaprire la derivazione e creare un’ulteriore rappresentazione è un’operazione molto complessa, che richiede più tempo e che è permessa solo nei casi in cui le due alternative, quella con il valore di base e quello con il valore scalare sono ben distinguibili a livello di interfaccia. E’ 113
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