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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

Si pensa che questa abilità <strong>di</strong>penda dal cervelletto e che nei <strong>di</strong>slessici esso sia<br />

lievemente <strong>di</strong>sfunzionale, da questo deriverebbe quin<strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà a livello<br />

cognitivo. Dal momento che il cervelletto gioca un ruolo importante nel controllo<br />

motorio e quin<strong>di</strong> anche nell’articolazione del parlato, le rappresentazioni fonologiche<br />

dei soggetti <strong>di</strong>slessici sono notevolmente impoverite a causa <strong>di</strong> un’articolazione<br />

<strong>di</strong>sfunzionale.<br />

La teoria cerebellare viene sostenuta anche dal fatto che i soggetti <strong>di</strong>slessici<br />

presentano effettive <strong>di</strong>fficoltà nell’esecuzione <strong>di</strong> compiti motori e/o simultanei ed hanno<br />

inoltre problemi nella percezione del tempo.<br />

Questa teoria viene messa in dubbio da altre ricerche che <strong>di</strong>mostrano che gli<br />

in<strong>di</strong>vidui che presentano <strong>di</strong>fficoltà alle articolazioni hanno uno sviluppo fonologico<br />

normale e quin<strong>di</strong> è possibile che non ci sia nessuna connessione tra articolazione e<br />

fonologia.<br />

Una minoranza della popolazione <strong>di</strong>slessica presenta dei problemi <strong>di</strong> tipo visivo,<br />

per questo motivo è stata proposta anche una teoria visuale. Questi problemi a livello<br />

visivo causerebbero alcune <strong>di</strong>fficoltà nell’appren<strong>di</strong>mento della lettura a causa <strong>di</strong><br />

problemi nell’elaborazione <strong>di</strong> lettere e parole nei testi scritti. Si pensa che i <strong>di</strong>slessici<br />

soffrano <strong>di</strong> una fissazione binoculare instabile ma nonostante questo sembra che lo<br />

stress visuale sia <strong>di</strong>ssociato dal deficit fonologico e che quin<strong>di</strong> si debba considerare<br />

questi casi come problemi <strong>di</strong> lettura in<strong>di</strong>pendenti.<br />

Infine la teoria magnocellulare, proposta da Stein et al. (2001), cerca <strong>di</strong><br />

integrare tutti i risultati delle ipotesi precedenti, sostenendo che la presenza <strong>di</strong> un unico<br />

danno biologico, ovvero uno sviluppo danneggiato <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> neuroni nel cervello<br />

(le magnocellule), possa essere responsabile non solo della rielaborazione visiva ed<br />

acustica ma anche dei problemi tattili riscontrati nei <strong>di</strong>slessici. In particolare, le<br />

<strong>di</strong>fficoltà visive vengono giustificate con un controllo molto debole sul movimento<br />

oculare, causato da uno sviluppo non corretto del sistema magnocellulare. Quest’ultimo<br />

infatti è responsabile della trasmissione <strong>di</strong> una particolare informazione dall’occhio alle<br />

aree del cervello in cui poi viene rielaborata. Uno sviluppo danneggiato del controllo sul<br />

movimento oculare, operazione fondamentale per la lettura, può quin<strong>di</strong> causare un<br />

controllo oculare instabile, che spiega le immagini movimentate ed offuscate riportate<br />

dai soggetti <strong>di</strong>slessici, le quali a loro volta causano una confusione visiva dell’or<strong>di</strong>ne<br />

delle lettere. Un’ulteriore conseguenza sarebbe quin<strong>di</strong> una memoria molto povera della<br />

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