implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...
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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />
Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />
Karin Martin<br />
del protocollo, con l’obbiettivo <strong>di</strong> aumentare la consapevolezza nei bambini <strong>degli</strong><br />
obiettivi del test, attraverso un training iniziale.<br />
Il secondo esperimento viene mo<strong>di</strong>ficato in tre mo<strong>di</strong>: i bambini vengono prima<br />
allenati con una serie <strong>di</strong> esercizi per trovare le anomalie <strong>di</strong> natura pragmatica nelle frasi<br />
pronunciate dal pupazzo, in secondo luogo le storie vengono mo<strong>di</strong>ficate in modo da<br />
creare un contesto nel quale l’azione del pupazzo <strong>di</strong>viene il punto focale della storia ed<br />
infine viene chiesto <strong>di</strong>rettamente al pupazzo <strong>di</strong> commentare l’azione del personaggio<br />
nella storia.<br />
In questo secondo esperimento vengono testati trenta bambini <strong>di</strong> età me<strong>di</strong>a 5;7 e<br />
viene detto loro che il pupazzo Minnie a volte <strong>di</strong>ce delle “cose stupide” (i.e. frasi vere<br />
ma infelici) e quin<strong>di</strong> ha bisogno <strong>di</strong> essere aiutata a “<strong>di</strong>re le cose meglio”. Per esempio se<br />
Minnie davanti all’immagine <strong>di</strong> un cane <strong>di</strong>ce:<br />
(72) Questo è un piccolo animale a quattro zampe.<br />
il bambino dovrebbe <strong>di</strong>re che Minnie intendeva in<strong>di</strong>care un cane.<br />
I risultati <strong>di</strong> questo secondo esperimento sono piuttosto significativi: le frasi del<br />
pupazzo vengono rifiutate dai bambini molto più spesso: il 52, 5% dei casi per quanto<br />
riguarda i termini della scala alcuni/tutti; il 47,5% per quanto riguarda la scala<br />
iniziare/finire e il 90% dei casi per i numerali. Inoltre per quanto riguarda le<br />
giustificazioni fornite, i bambini mostravano un comportamento molto simile a quello<br />
<strong>degli</strong> adulti. In altre parole, i bambini <strong>di</strong> questo esperimento mo<strong>di</strong>ficato rifiutavano<br />
sistematicamente la frase del pupazzo sostituendola con un’asserzione che conteneva il<br />
termine più forte in ognuna delle scale testate.<br />
Riassumendo, l’esperimento <strong>di</strong> Papafragou & Musolino (2003) <strong>di</strong>mostra che la<br />
sensibilità dei bambini alle <strong>implicature</strong> <strong>scalari</strong> migliora notevolmente nel momento in<br />
cui sono resi consapevoli <strong>degli</strong> obiettivi del task e vengono messi <strong>di</strong> fronte a contesti<br />
che invitano a considerare le inferenze pragmatiche che si vogliono analizzare.<br />
Un altro elemento che contribuisce a confermare l’idea che i bambini sanno<br />
computare le SI è che la loro performance è soggetta a fattori contestuali che causano le<br />
<strong>implicature</strong>. Il fatto <strong>di</strong> sapere in<strong>di</strong>viduare la debolezza <strong>di</strong> un’asserzione e <strong>di</strong> saperla<br />
correggere coerentemente con le aspettative <strong>di</strong> informatività può essere considerato un<br />
buon in<strong>di</strong>catore dell’abilità <strong>di</strong> saper derivare spontaneamente una SI. In particolare,<br />
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