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implicature scalari e patologia linguistica - Università degli Studi di ...

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IMPLICATURE SCALARI E PATOLOGIA LINGUISTICA<br />

Una proposta <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>di</strong>slessia<br />

Karin Martin<br />

una memoria operativa non ancora pienamente sviluppata, che quin<strong>di</strong> li porta a<br />

commettere <strong>degli</strong> errori.<br />

2.2.3 L’importanza del contesto<br />

Un ulteriore stu<strong>di</strong>o sulle <strong>implicature</strong> <strong>scalari</strong> mette in luce l’importanza del<br />

contesto: prendendo le mosse dalle ricerche <strong>di</strong> Noveck (2001) e da quelle <strong>di</strong> Chierchia<br />

et al. (2001), Papafragou & Musolino (2003) sviluppano un nuovo protocollo<br />

sperimentale per indagare l’acquisizione delle <strong>implicature</strong> <strong>scalari</strong> e riescono a<br />

<strong>di</strong>mostrare che un training specifico può essere <strong>di</strong> notevole aiuto per i bambini nella<br />

computazione delle SI.<br />

In particolare conducono due serie <strong>di</strong> esperimenti per capire se tutti i termini<br />

<strong>scalari</strong> sono trattati dai bambini allo stesso modo e per verificare se le <strong>di</strong>fficoltà dei<br />

bambini riflettano un’incapacità nel derivare le <strong>implicature</strong> <strong>scalari</strong> o se piuttosto siano<br />

dovute al tipo <strong>di</strong> test a cui vengono sottoposti.<br />

Il primo esperimento viene condotto in lingua greca su un gruppo <strong>di</strong> trenta<br />

bambini in età prescolare (età me<strong>di</strong>a 5;3) e su un gruppo <strong>di</strong> trenta adulti. Viene testata<br />

l’interpretazione <strong>di</strong> termini facenti parte <strong>di</strong> tre scale <strong>di</strong>fferenti: quantificatori<br />

(alcuni/tutti), verbi (iniziare/finire) e numerali (2/3) con la metodologia del Truth Value<br />

Judgment Task leggermente mo<strong>di</strong>ficata, poiché non viene chiesto <strong>di</strong> <strong>di</strong>re se la frase<br />

target è giusta o sbagliata ma piuttosto se è appropriata. In questo modo infatti è<br />

possibile focalizzare l’attenzione dei bambini non tanto sui valori <strong>di</strong> verità della frase,<br />

ma piuttosto sulla sua appropriatezza. Ai soggetti viene chiesto inoltre <strong>di</strong> dare una<br />

giustificazione della loro risposta.<br />

Ai partecipanti è stata raccontata una storia con l’utilizzo <strong>di</strong> piccoli oggetti e<br />

giocattoli, alla fine viene chiesto ad un pupazzo, tenuto in mano da un altro<br />

sperimentatore, <strong>di</strong> descrivere che cosa è successo nel corso della storia e i bambini<br />

devono giu<strong>di</strong>care se ha “risposto bene”.<br />

I risultati sono coerenti con quelli dell’esperimento <strong>di</strong> Chierchia, poiché i<br />

bambini rifiutano solo nel 12,5% dei casi frasi del tipo (69) in un contesto in cui tutti i<br />

cavalli avevano saltato l’ostacolo:<br />

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