Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

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Finalmente, dopo quasi venti minuti d’avverbi alla bile, il semaforo mi dà via libera. Ma giunto a metà dell’attraversamento mi trovo la strada sbarrata da una Dodge nera coi vetri affumicati. Robe che succedono solo in Italia, uno direbbe. E invece nope. Tutto il mondo assoggettato del cacchio é paese. Di fare retromarcia, what is the retro, se magna? “Thanks a lot, motherfucker” sibilo rivolto a chiunque sia al volante della fottuta vettura, aggirandola. Lui/lei manco mi caga. Fottuto/a Eloi. Più avanti, pedalando giù per Shade Avenue, colgo con la coda dell’occhio un gruppo di ragazzine giocare a calcio sul campo del liceo Maple Shade. Mentre Louis strafattissimo coi capelli corti tinti di biondo ringhia nelle mie orecchie: “Non lo sai? Uccideranno i tuoi figli fino a quando non scapperanno.” Allora... KILL YOUR FUCKING TELEVISION! Ancor più avanti, a Turtle Beach, io e la mia donna ci becchiamo una kermesse di scie chimiche vug. Ci uccideranno lentamente finché non ci ribelleremo. Globalmente. Figura 19. Scie chimiche vug a Turtle Beach. 48

DEVOTO A HOWARD DEVOTO È davvero tutto un programma ascoltare il post-punk rock psicosessuale dei Magazine di Howard Devoto all’ombra di una veranda stile Old Florida infestata di gechi che dà su un giardino infestato di scoiattoli nevrastenici, con un merle chihuahua che ogni tanto viene a camminarti sulla tastiera del laptop. E poi passare a Siouxsie and The Banshees, ai Wire e agli Horrors, tutta roba che c’entra una sega con la Florida, o almeno con lo stereotipo che si ha di essa. Come per esempio che qui faccia sempre un caldo venusiano; in questo momento preciso il mio widget meteorologico segna 49 F, ossia 9 (NOVE!) frigidi gradi Celsius. E Faris Badwan, l’allampanato vocalist anglo-palestinese degli Horrors, inveisce contro la nuova era glaciale in un tono dannatamente... devoto a Howard, spudoratamente scopiazzato dal glorioso poeta underground mancuniano oserei dire. Ti drogherò e scoperò sul permafrost ringiovanito di quarant’anni. Domanda: “Scusasti, ma che stracazzo é stu permacrost?” Riposta: “Il permafrost, in italiano permagelo, é un terreno dove il suolo é perennemente ghiacciato. Convenzionalmente e possibilmente con questo termine si indica a un terreno ghiacciato da almeno due anni o viceversa settecento e trenta giornate. Lo potessi trovare in Sibberia, Canada ma giustamente anche sulle Alpi. E su Marte.” “Ah capito. Ma chi é lo scecco che droga una figa e poi se la chiava sul ghiaccio?” “Lascia perdere, Mimmo. Ma non dovevi inchiodare al muro il calendario della sorella di Belén?” “Già, già. E anche quello di Nicole Minetti. Troppo gnocca quella zoccola, eh?” “...” Soprassediamo. Ebbene sì, fa un freddo criminale qua a Sarasota: in compenso, il cielo é arancione come un tulipano. Non cambierei questo posto con Chicago o Minneapolis - sta nevicando di brutto sul Midwest ultimamente - neanche Paul Westerberg annunciasse la riformazione dei Replacements con relativo gig d’apertura del tour domenica prossima a Twin Cities. E comunque non sarebbe proprio la stessa cosa senza Bob Stinson, che riposi in pace. Men che mai cambierei questo posto con quel bordello inverecondo in cui si é convertita l’Italietta all’indomani delle elezioni; commentarne i risultati é sconsolatamente inutile, come voler dare rilevanza socio-economica a una partita di Trivial Pursuit. Poiché, ripeto, di ciò si tratta per i vug: un gioco, per l’appunto, con tanto di scommesse. Chiunque abbia scommesso sul trionfo del vug Beppe Grillo - egli stesso! figuriamoci! - dev’essersi fatto quintali di crediti galattici. Mentre quei rosiconi del Pd (odio questa parola, é da gobbi di merda pedissequi ottenebrati, ma rende l’idea) si inviperiscono contro i grillini sui social network. Poveri, stupidi bovini bipedi. (“George W. Bush e Bill Clinton? Sono tutt’e due dei segapippe. Quanto a Tony Blair, un radical chic del menga, lui e chi l’ha votato.” Così parlò Johnny Rotten. Un altro genio che ha capito da una vita cosa c’é dietro la facciata. The Great Alien Politics Swindle.) “Your booty is my sextant.” Ho detto questo a QIJane due giorni fa, su questo divano, lei seduta sulle mie ginocchia con le gambe toniche distese respirandomi sul collo, vestita di un pratico tailleur pantalone nero, scalza, stracotta di lavoro. “Il tuo culo é il mio sestante” le ho sussurrato nell’orecchio, palpeggiandole il medesimo. Music is my radar, your booty is my sextant. Lei ha sorriso e mi ha baciato dolcemente sulla guancia. Dall’enciclopedia Treccani: 49

Finalmente, dopo quasi venti minuti d’avverbi alla bile, il semaforo mi dà via libera. Ma<br />

giunto a metà dell’attraversamento mi trovo la strada sbarrata da una Dodge nera coi vetri<br />

affumicati. Robe che succedono solo in Italia, uno direbbe. E invece nope. Tutto il mondo<br />

assoggettato del cacchio é paese. Di fare retromarcia, what is the retro, se magna?<br />

“Thanks a lot, motherfucker” sibilo rivolto a chiunque sia al volante della fottuta vettura,<br />

aggirandola. Lui/lei manco mi caga. Fottuto/a Eloi.<br />

Più avanti, pedalando giù per Shade Avenue, colgo con la coda dell’occhio un gruppo di<br />

ragazzine giocare a calcio sul campo del liceo Maple Shade. Mentre Louis strafattissimo<br />

coi capelli corti tinti di biondo ringhia nelle mie orecchie:<br />

“Non lo sai? Uccideranno i tuoi figli fino a quando non scapperanno.”<br />

Allora...<br />

KILL YOUR FUCKING TELEVISION!<br />

Ancor più avanti, a Turtle Beach, io e la mia donna ci becchiamo una kermesse di scie<br />

chimiche vug.<br />

Ci uccideranno lentamente finché non ci ribelleremo. Globalmente.<br />

Figura 19. Scie chimiche vug a Turtle Beach.<br />

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