Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

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IL FRATELLO CHIAVICA DI GRAHAM PARKER Da ragazzino avevo un casino di bizzarri preconcetti visuali sulle rock star. Per esempio, David Bowie e Alice Cooper m’incutevano paura, Lou Reed mi sembrava un marchettaro e Graham Parker un impiegato di banca. Inutile dire che col tempo sono divenuto un fan sfegatato di tutti questi signori sopraccitati. Con Mr Graham Parker ci ho messo un po’ più che per gli altri, ma alla fine é sbocciato un grande amore. I suoi primi quattro album sono tutti eccellenti, ma Squeezing Out Sparks spacca davvero di brutto, é uno di quei dischi che devo ascoltare almeno duecento volte l’anno. Sabato scorso all’ora dell’aperitivo, io QIJane e Raisin Rita siamo andati a Downtown Sarasota per fare una passeggiata e bere qualcosa. Neanche il fottuto metano può sottrarre bellezza a un tramonto sul Golfo del Messico: anzi, l’unico aspetto per così dire positivo della titanoformazione della Terra é che i suoi crepuscoli sono semplicemente struggenti ovunque, sulla Florida meridionale in particolar modo. I love dusk anywhere. Scattate alcune foto lungo Bayfront Drive, siamo finiti in un bar-ristorante sulla Main Street il cui nome é Cantina Tequila: banalotto anziché no, ma a chi diamine importa, alla fine. Avevamo sete. Ci sediamo al balcone e ordiniamo le due Miller Lite di default. Raisin dormicchia nella borsa di QIJane. Veniamo accontentati con sollecitudine, sicché facciamo per alzare il nostro primo brindisi della serata, ma il bartender, un bimbominkia tex-mex con la tesa del cappellino incurvata, ci stoppa: “Do you wanna pay now or tag?” Tag significa che il barista trattiene la tua carta di credito caricandovi progressivamente tutte le consumazioni finché non decidi che é ora di pagare e cambiare bar; la cosa ha un senso qualora il locale sia affollato, per evitare italianate del tipo sbevazzo a volontà e poi scappo, ma qui siamo quattro gatti spelacchiati. Il ragazzino reitera: “Pay now or tag?” QIJane sorride. “Questo posto é semivuoto. Facci bere un paio di giri e poi ti paghiamo.” “Non posso, signora. Tra cinque minuti smonto e devo passare le consegne.” “Non essere ridicolo. Guarda che mica scappiamo via! Vado in giro per locali e negozi di questo buco da anni, mi conoscono tutti. Taggare la mia carta quando nel locale siamo in cinque contati é assurdo. Quindi no, non te la diamo. (Io esprimo un muto assenso.) Se non ti va, portami il tuo manager che ne parliamo con lui, ok?” La mia ragazza mena! Il bimbo tex-mix accusa il colpo e, senza proferire ulteriori parole, si sgancia per servire altri clienti; poco dopo, in effetti, viene rimpiazzato da una biondina dal viso topesco al termine di un brevissimo conciliabolo, obviously su di noi e la nostra condotta non in linea con la policy del bar. Quando le nostre bottiglie sono quasi vuote, un tizio che sembra davvero la controfigura redneck di Graham Parker - Ray Ban, camicia hawaiana, la stessa pettinatura che Graham aveva nel video di Local Girls - sale sulla pedana innalzata dietro il bancone, imbraccia una Fender qualchecosa e attacca a suonare una teoria di pezzi rock su basi preregistrate: Black Magic Woman, Hotel California, le solite menate da Virgin Radio. Come cantante ancora se la cavicchia, ma come chitarrista fa proprio scoreggiare, infila certe stecche da chiavica negli assoli da ridergli in faccia, la qual cosa effettivamente trattengo a stento ogniqualvolta incrocio il suo sguardo. Che diavolo ti é successo, Ersatzy Parker? Nel 1978 eri in tour negli US con la band di tuo fratello e i Thin Lizzy (wow, tantissima roba!) come roadie ma in realtà aspirante al 42

uolo di axe-man e hai litigato proprio perché Graham non ne voleva sapere di farti salire sul palco per la schiappa che eri, e che sei ancora adesso? “Fuck you brother, tornatevene pure in Inghilterra, io resto qui, diventerò un porcaccio di dio della chitarra, io!” Ubriaco fradicio in un pub irlandese di Ybor City, Tampa. Senza talento. Fottutamente solo. Ora, trentacinque anni dopo, te ne stai lassù a massacrare canzoni per il ludibrio di una quadriglia di ricchi ebrei del Connecticut e una coppia di intrepidi amanti internazionali scocciati dall’attitudine poco amichevole del locale. Contento te... ...Non lo nego: anni fa, durante il mio periodo afro, ero un grande fan di Carlos Santana - anche se non l’ho mai ritenuto un genio dello strumento, come Robert Fripp, Jeff Beck o il Frank Zappa xenocronico di Joe’s Garage, tanto per fare dei nomi. Mettevo sul piatto senza requie il suo primo album omonimo, e ancora Abraxas, Marathon e Caravanserai: soprattutto quest’ultimo, con le sue ondate di pura beatitudine elettrica. Eppure un giorno, di punto in bianco, ho ficcato tutti i suoi dischi in una borsa di plastica e li ho buttati in un cassonetto. Cose tipiche della mia adolescenza; ogni tre-quattro anni facevo tabula rasa musicale e ripartivo pressoché da zero. Ora vivo l’Era del Pentimento.rar; Caravanserai é, giustamente, uno dei miei ravvedimenti in formato mp3. Lo suono con gioia ogni volta che il Toro vince e/o il mio giocatore prediletto, Mario Santana per l’appunto vedi figura 15!, imbrocca una partita geniale delle sue. Sos un crack, Mario! Tempo di ordinare un secondo round: stavolta voglio un bel margarita. Chiamiamo the girl with the mousy face, ma costei ci recita tale quale la pantomima del collega bimbominkia, la carta di credito e via discorrendo. A quel punto QIJane si spazientisce: “Vorrei parlare col tuo manager, di grazia.” Il manager, in realtà il padrone del locale, é un vug con una classica faccia alla Briatore; anche lui parte in quarta con la policy della Cantina Tequila, bastaaa!, abbiamo capitooo, facci solo servire i nostri drink e poi tornatene al tuo accidenti di cesso policromo a farti l’ennesima riga di super-dust romulana. E che ti bruci un milione di hyper-sinapsi. Beata Raisin che continua a riposare ignara nella sua borsa rosa coi manici marroni. I cani sono creature di un ordine superiore. La topolina irlandese ci serve un’altra cerveza e il margarita, peraltro azzimo... “Sorry, ci vorrei anche il sale su” esalo, rassegnato. Il messaggio é: “Vi servo da schifo affinché ve ne andiate fuori dalle balle al più presto.” Oh non vi preoccupate, lo faremo, brutte teste di mentula inospitali. E scordatevi pure le nostre facce. QIJane scuote la testa folta di splendidi capelli corvini, sorride come solo lei e mi bacia teneramente sulla bocca, mentre Ersatzy Parker depone l’ascia elettrica, sorride incerto e borbotta nel microfono: “Sapete, é la mia prima serata qui.” Sabato sera é morto Non importa ciò che dicano, domenica andrò al funerale. SATURDAY NIGHT IS DEAD! 43

uolo di axe-man e hai litigato proprio perché Graham non ne voleva sapere di farti salire<br />

sul palco per la schiappa che eri, e che sei ancora adesso? “Fuck you brother, tornatevene<br />

pure in Inghilterra, io resto qui, diventerò un porcaccio di dio della chitarra, io!” Ubriaco<br />

fradicio in un pub irlandese di Ybor City, Tampa. Senza talento. Fottutamente solo.<br />

Ora, trentacinque anni dopo, te ne stai lassù a massacrare canzoni per il ludibrio di una<br />

quadriglia di ricchi ebrei del Connecticut e una coppia di intrepidi amanti internazionali<br />

scocciati dall’attitudine poco amichevole del locale. Contento te...<br />

...Non lo nego: anni fa, durante il mio periodo afro, ero un grande fan di Carlos Santana -<br />

anche se non l’ho mai ritenuto un genio dello strumento, come Robert Fripp, Jeff Beck o<br />

il Frank Zappa xenocronico di Joe’s Garage, tanto per fare dei nomi. Mettevo sul piatto<br />

senza requie il suo primo album omonimo, e ancora Abraxas, Marathon e Caravanserai:<br />

soprattutto quest’ultimo, con le sue ondate di pura beatitudine elettrica. Eppure un giorno,<br />

di punto in bianco, ho ficcato tutti i suoi dischi in una borsa di plastica e li ho buttati in un<br />

cassonetto. Cose tipiche della mia adolescenza; ogni tre-quattro anni facevo tabula rasa<br />

musicale e ripartivo pressoché da zero. Ora vivo l’Era del Pentimento.rar; Caravanserai<br />

é, giustamente, uno dei miei ravvedimenti in formato mp3. Lo suono con gioia ogni volta<br />

che il Toro vince e/o il mio giocatore prediletto, Mario Santana per l’appunto vedi figura<br />

15!, imbrocca una partita geniale delle sue. Sos un crack, Mario!<br />

Tempo di ordinare un secondo round: stavolta voglio un bel margarita.<br />

Chiamiamo the girl with the mousy face, ma costei ci recita tale quale la pantomima del<br />

collega bimbominkia, la carta di credito e via discorrendo.<br />

A quel punto QIJane si spazientisce: “Vorrei parlare col tuo manager, di grazia.”<br />

Il manager, in realtà il padrone del locale, é un vug con una classica faccia alla Briatore;<br />

anche lui parte in quarta con la policy della Cantina Tequila, bastaaa!, abbiamo capitooo,<br />

facci solo servire i nostri drink e poi tornatene al tuo accidenti di cesso policromo a farti<br />

l’ennesima riga di super-dust romulana. E che ti bruci un milione di hyper-sinapsi. Beata<br />

Raisin che continua a riposare ignara nella sua borsa rosa coi manici marroni. I cani sono<br />

creature di un ordine superiore.<br />

La topolina irlandese ci serve un’altra cerveza e il margarita, peraltro azzimo... “Sorry, ci<br />

vorrei anche il sale su” esalo, rassegnato. Il messaggio é: “Vi servo da schifo affinché ve<br />

ne andiate fuori dalle balle al più presto.” Oh non vi preoccupate, lo faremo, brutte teste<br />

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QIJane scuote la testa folta di splendidi capelli corvini, sorride come solo lei e mi bacia<br />

teneramente sulla bocca, mentre Ersatzy Parker depone l’ascia elettrica, sorride incerto e<br />

borbotta nel microfono: “Sapete, é la mia prima serata qui.”<br />

Sabato sera é morto<br />

Non importa ciò che dicano, domenica andrò al funerale.<br />

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