Blog (pdf) - Maurizio Ferrarotti

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28.05.2013 Views

ANTICON(FORM)ISTA C’era una volta il form dei commenti al mio blog. Tale modulo era generato da uno script inviamail.php senza codice captcha, roba antidiluviana dal punto di vista internettiano. Il codice captcha, acronimo per Completely Automated Public Turing test to Tell Computer and Humans Apart, é una tecnica oggidì largamente utilizzata per contrastare gli input generati automaticamente da un computer, quello che fanno, ad esempio, gli stramaledetti spambot, principali responsabili delle e-mail indesiderate. Senza questo codice, é come se lasciaste il portone del vostro palazzo aperto a ogni sorta di rompiballe, dai distributori di volantini ai damerini corvacei delle agenzie immobiliari. Cosicché per due anni avevo dovuto subire una media di quaranta falsi messaggi Gmail giornalieri reclamizzanti ogni genere di stronzata, dai potenziatori sessuali ai prestiti agevolati, nonché false attestazioni di stima scritte in italiano vucumprà. Di spostare il mio blog su una piattaforma blogspot nianca a parlene, che accidempoli pagherei a fare tutti quegli euro per il mio spazio web allora. Rivendico la mia individualità, per quel che vale. Quindi appena tornato dal mio quarto viaggio negli Stati Disuniti ho cancellato il suddetto modulo dalla home page. Fine dello spam. Chi vuole, mi scriva tramite l’indirizzo e-mail visualizzato nel menu, vecchia maniera; sarò ben lieto di rispondere, ma non pubblicherò alcun commento sul mio sito personale. Anche le battaglie dialettiche a colpi di post mi hanno definitivamente saturato i marroni, tutti quegli screanzati da tastiera che appaiono dal nulla pixelato a puntarti un metaforico dito contro. Fosse vita normale chiuderesti loro la bocca a ceffoni. Tempo fa su Facebook avevo tra i miei amici la caporedattrice di Italialand, il fortunato programma del comico Maurizio Crozza. L’avevo conosciuta al Nuovo Bar Astra, snodo cruciale della nighlife di Vicenza, durante un alcolico Capodanno sotto la neve. Lì per lì Silvia, questo il suo nome, non mi aveva propriamente allettato: caruccia, questo sì, ma se la tirava un tantino, inoltre indossava quei leggings a righe orizzontali multicolor da Pippi Calzelunghe grunge che per me sono tra i più spietati cauterizzatori della libido maschile mai creati da mani umane. A ogni buon conto, appena tornato a Torino le avevo chiesto l’amicizia. Miss Silvia l’aveva accettata senza dimore, pur allegando quanto segue: “Beh, hai fatto bene a circostanziare, perché io non mi ricordavo più.” Azz, avevo fatto colpo! (With tongue firmly in cheek, obviously.) Ora, come ho già scritto, io amo il rock. Non posso vivere senza. E non sono sciovinista. Le band capitanate da donne, o perfino composte di sole donne come le Go-Go’s e le L7, hanno il mio rispetto imperituro. Ai tempi di Exile in Guyville avrei dato una gamba per un appuntamento con Liz Phair - “I wanna be your blowjob queen”, ricordate? Shirley Manson e Liela Moss, le porterei entrambe nelle Langhe a ubriacarsi di Barbera. Emily Haynes e i suoi Metric ruotano incessantemente nel mio venerando lettore CD e iPod da almeno cinque anni. Help me, I’m alive! Uno dei miei passatempi é postare su Facebook foto e video di rockeuse. Sempre che non siano vug. Praticamente tutte le pop star corrive lo sono: Britney Spears, Rihanna, J. Lopez (spiace deludervi, ma il suo tanto magnificato fondoschiena é un ologramma), Nicki Minaj e avanti la prossima. Nel rock é molto più raro; Courtney Love e' vug, per esempio. Di sicuro sarà una delle “pecore nere aliene” della sua razza. Però, lo confesso, adoravo anche lei, o meglio, l’ho adorata per tre dischi. Ma non ci sarei mai uscito assieme; a maggior ragione non lo farei ora. Dunque una mattina posto Don’t Upset The Rhythm dei Noisettes, un gruppo indie rock - se questa parola ha ancora un senso - di Londra. Vi adduco testuali parole: “Ma quanto 22

sono bravi i Noisettes! E quant’é carina la cantante!” Shingai Shoniwa, sexy e grintosa, originaria dello Zimbabwe. Tempo un minuto mi arriva il seguente commento da Pippi Grunge: “Smettila per favore, Papi Due.” Mi lascia basito. Cioè, questa squinzia mi sta paragonando a Berlusconi?!! OK, la cosa va celermente contestualizzata. Aperta parentesi. Anno Domini 2009. Come un fulmine mediatico a ciel sereno, salì agli onori (pfui) della cronaca una certa Noemi Letizia da Casoria, 19 anni. Si sussurrava, si diceva, si vociferava che quest’incantevole ragazzina della Campania godesse di attenzioni “particolari” da parte dell’allora premier onorevole Silvio Berlusconi, fin da quand’era minore di età. Costei pareva ricambiare codeste attenzioni con commovente trasporto affettivo, giungendo addirittura a chiamarlo “papi Silvio”. Chiusa parentesi. Mi scuoto e, rimandando giù un rivolo di bile, tasteggio: “Papi Due? Cosa vuoi dire con questo?” “Che posti sempre e solo gnocca.” “Ma per chi accidenti mi hai preso, per un figomane filo-berlusconiano? Sei totalmente fuori. Io posto solo cose riguardanti donne creative: attrici, artiste, rockeuse. Donne che rispetto e ammiro profondamente. Mai sgallettate da tabloid. Papi 2... Che dovrei dire io di te, che ci affliggi ogni giorno coi tuoi strali antiberlusconiani, letteralmente dozzine di post al giorno, manco non c’arrivassimo a capire da soli che razza d’individuo egli (esso, é un vug) sia e quanto tu lo detesti? Come dovrei chiamarti allora, Finocchiaro 2.0?” Attendo un’altra replica, invano. Il bombardiere monomaniaco é volato via a sganciare un altro carico di malanimo neo-veterofemminista su un altro malcapitato, magari reo d’aver condiviso sulla propria bacheca una pagina dedicata alla farfalla tatuata di Belén. Fly, fly, butterfly... ...fuck, fuck, butterfly... Mark Lanegan che si spupazza Belén a sangue sul pontile dello Space Needle... Qualche giorno dopo andai in un locale chiamato Spazio 211 per assistere al concerto dei These New Puritans, una band londinese per cui Pippi Silvia sembrava stravedere. Mi risultarono così indigesti - possono piacere giusto a una trendoide meneghina d’adozione come lei - che appena tornato a casa misi su Exile On Main St per purificarmi da quella merda, ingollai un bicchierino di grappa di Barbera Mazzetti, mi connessi a Facebook e cancellai la signorina Calzeastrisce dalla mia vita con un vendicativo clic. Niente like o unlike o thread a cascate del Niagara nel mio diario, né sputasentenze da tastiera. Così é, se vi va. ciao maurizio volevo solo dirti ma certo ke sti vugs sanno ki sei, scrivi un blog dove parli di loro! navigheranno anke loro su Internet no? cmq secondo me ti konviene di smettere di scrivere ste minkiate, perke prima o poi ti beccano e poi ti vengono a prendere a casa come la DIGOS! Cmq spero tantissimo ank’io di poterli vedere un giorno, che scialata ke dev’essere. Un’abbraccio!1 Franci Vips Dammi il nome del tuo pusher, ti prego. Voglio sballare anch’io con la roba che prendi tu. Raver Surfer 23

sono bravi i Noisettes! E quant’é carina la cantante!” Shingai Shoniwa, sexy e grintosa,<br />

originaria dello Zimbabwe.<br />

Tempo un minuto mi arriva il seguente commento da Pippi Grunge: “Smettila per favore,<br />

Papi Due.”<br />

Mi lascia basito. Cioè, questa squinzia mi sta paragonando a Berlusconi?!!<br />

OK, la cosa va celermente contestualizzata. Aperta parentesi. Anno Domini 2009. Come<br />

un fulmine mediatico a ciel sereno, salì agli onori (pfui) della cronaca una certa Noemi<br />

Letizia da Casoria, 19 anni. Si sussurrava, si diceva, si vociferava che quest’incantevole<br />

ragazzina della Campania godesse di attenzioni “particolari” da parte dell’allora premier<br />

onorevole Silvio Berlusconi, fin da quand’era minore di età. Costei pareva ricambiare<br />

codeste attenzioni con commovente trasporto affettivo, giungendo addirittura a chiamarlo<br />

“papi Silvio”. Chiusa parentesi.<br />

Mi scuoto e, rimandando giù un rivolo di bile, tasteggio: “Papi Due? Cosa vuoi dire con<br />

questo?”<br />

“Che posti sempre e solo gnocca.”<br />

“Ma per chi accidenti mi hai preso, per un figomane filo-berlusconiano? Sei totalmente<br />

fuori. Io posto solo cose riguardanti donne creative: attrici, artiste, rockeuse. Donne che<br />

rispetto e ammiro profondamente. Mai sgallettate da tabloid. Papi 2... Che dovrei dire io<br />

di te, che ci affliggi ogni giorno coi tuoi strali antiberlusconiani, letteralmente dozzine di<br />

post al giorno, manco non c’arrivassimo a capire da soli che razza d’individuo egli (esso,<br />

é un vug) sia e quanto tu lo detesti? Come dovrei chiamarti allora, Finocchiaro 2.0?”<br />

Attendo un’altra replica, invano. Il bombardiere monomaniaco é volato via a sganciare un<br />

altro carico di malanimo neo-veterofemminista su un altro malcapitato, magari reo d’aver<br />

condiviso sulla propria bacheca una pagina dedicata alla farfalla tatuata di Belén. Fly, fly,<br />

butterfly...<br />

...fuck, fuck, butterfly... Mark Lanegan che si spupazza Belén a sangue sul pontile dello<br />

Space Needle...<br />

Qualche giorno dopo andai in un locale chiamato Spazio 211 per assistere al concerto dei<br />

These New Puritans, una band londinese per cui Pippi Silvia sembrava stravedere. Mi<br />

risultarono così indigesti - possono piacere giusto a una trendoide meneghina d’adozione<br />

come lei - che appena tornato a casa misi su Exile On Main St per purificarmi da quella<br />

merda, ingollai un bicchierino di grappa di Barbera Mazzetti, mi connessi a Facebook e<br />

cancellai la signorina Calzeastrisce dalla mia vita con un vendicativo clic.<br />

Niente like o unlike o thread a cascate del Niagara nel mio diario, né sputasentenze da<br />

tastiera. Così é, se vi va.<br />

ciao maurizio volevo solo dirti ma certo ke sti vugs sanno ki sei, scrivi un blog dove parli<br />

di loro! navigheranno anke loro su Internet no? cmq secondo me ti konviene di smettere<br />

di scrivere ste minkiate, perke prima o poi ti beccano e poi ti vengono a prendere a casa<br />

come la DIGOS! Cmq spero tantissimo ank’io di poterli vedere un giorno, che scialata ke<br />

dev’essere. Un’abbraccio!1<br />

Franci Vips<br />

Dammi il nome del tuo pusher, ti prego. Voglio sballare anch’io con la roba che prendi<br />

tu.<br />

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